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Crociera pericolosa di Diego Zandel
Oltre

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Bologna 5 “Circolo del giallo di Salaborsa”
coordinato da Rosalia Ragusa
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Libro inserito in un catalogo di gialli, ma del giallo ha poco o nulla.

Il racconto appare un po’ pretenzioso, c’è dentro di tutto: improbabili terroristi palestinesi, nazionalista serba-addirittura “la donna” di Arkan, nipotino di un vecchio leader ex-jugoslavo, trafficante d’armi, investigatore privato, ragazze disinibite, sesso, ufficiali di marina imbranati e, ciliegina sulla torta anche gli italici incursori di marina. L’ambientazione su una nave da crociera stile “Love Boat” e la volontà dell’autore di sdrammatizzare con siparietti comico-erotici riporta alla memoria certe ambientazioni alla Feydeau.

I personaggi sono solo tratteggiati, nessuno è approfondito. Dà l’impressione di essere più una sceneggiatura per un filmetto televisivo più che un vero e proprio romanzo.

La storia è datata (d’altronde la prima edizione risale al 1993) e ha l’unico vantaggio di essere scorrevole, con un buon ritmo che si lascia leggere, ma nulla più.

Massimo Boschi

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Crociera pericolosa è un noir che racchiude al suo interno molti temi diversi. Scritto negli anni novanta, ci ricorda innanzitutto il dramma della guerra nei Balcani e dei primi barconi che si dirigevano verso le coste italiane. Ma nel racconto l’autore inserisce anche una militante serba che punta a sequestrare, presente tra i profughi accolti a bordo, il nipote di un famoso politico che si oppone al progetto nazionalista, un paio di terroristi arabi che dirottano la nave, bombe alla mano, per ottenere la liberazione di un loro compagno detenuto nelle carceri italiane, due giovani donne in cerca di avventure sentimentali, di cui non valutano il pericolo, per uscire dalla grigia monotonia della loro cittadina d’origine, un trafficante d’armi in crociera con la propria amante all’insaputa della moglie e un investigatore privato che lo tiene d’occhio per conto di lei, una coppia non più giovane che, ignara della sua identità, cerca di impadronirsi illegalmente del piccolo profugo per allevarlo come un figlio.

Troppa carne sul fuoco? Forse sì, ma la storia scorre veloce, complicandosi sempre di più a causa di iniziative personali inopportune sia da parte dei passeggeri che del personale di bordo, mentre la situazione forzatamente vincolante di una nave ferma in mezzo all’Adriatico con un carico di problemi incredibile fa sì che la tensione aumenti ad ogni passo fino a creare un groviglio apparentemente indistricabile. E che come tutti i nodi gordiani si risolve con un taglio netto.

Crociera pericolosa si legge con crescente ansietà e si porta a termine con sollievo. Sotto la superficie dell’azione si coglie anche la critica per le guerre che dividono i popoli e gli egoismi che dividono gli uomini e per il contrasto tra il viaggio di lusso a bordo nave e la devastazione della terra balcanica che si intravvede all’orizzonte.

Angela Mazzotti

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“Crociera Pericolosa” è un romanzo fin troppo attuale. Sembra infatti che sull’Esperia confluiscano tutti i mali del mondo, dalla spietata Anika che si batte per la “grande Serbia” ai due terroristi arabi che sequestrano la nave per ottenere la liberazione del leader di turno. È un romanzo vivace perché ricco d’azione e polifonico, in cui si distinguono con chiarezza i caratteri e le voci dei vari personaggi. La narrazione, in principio incentrata su singoli individui o coppie di personaggi si sviluppa in un vorticoso gioco delle parti in cui tutti sono contro tutti in nome di passioni e motivazioni diverse. Da una parte l’ideale puro dei personaggi orientali, che sacrificano la propria vita e la propria umanità per un presunto bene comune. Dall’altra l’egoismo, la bramosia di potere e di sesso che contraddistingue i personaggi occidentali. Ed è così che alleanze inaspettate e profondissime nascono improvvise per portare la narrazione ad un livello successivo e ancor più caotico, fino al riconciliante seppur scontato finale che ristabilisce l’ordine proprio quando il lettore è ormai schierato dalla parte dei “cattivi”.

Cinzia Di Donato

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Sebbene il titolo risulti un po’ banale, il libro è una action story, giocata sugli equivoci, che danno il ritmo alla narrazione e rendono la lettura piacevole e divertente. Sullo sfondo del periodo storico della guerra dei Balcani e del conflitto arabo palestinese israeliano, la storia si dipana sul sequestro di una nave da crociera, del suo equipaggio e dei passeggeri; il tema politico sociale fa da sfondo agli avvenimenti. Simpatica la caratterizzazione dei personaggi e gli stereotipi culturali che vengono rappresentati nel racconto. Lo stile narrativo è piacevole e non impegnativo, e la storia scorre facendone un libro adatto per una lettura leggera e piacevole.

Carla Zoni

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Troppi elementi in gioco, sarebbero bastati per tre libri. Abbastanza divertente, ma non così coinvolgente. Scorrevole. Finale scontato. unico elemento che mi ha catturato è la descrizione di luoghi dell’ex Jugoslavia, a me molto cari.

Katia Raffaelli

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