< Libri e lettori

Al Giambellino non si uccide di Matteo Lunardini
Piemme

 

***

Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Torino 4 “I ragazzi del Liceo Cavour”
coordinato da Elisabetta Tolosano
***

 

 

Al Giambellino non si uccide si presenta come un giallo interessante in cui riferimenti letterari e filosofici vanno ad intrecciarsi con riferimenti alla cultura pop (come lo stesso nome assunto dal protagonista, Zappa, del resto), fornendo così un mosaico colorato e elaborato di personaggi stravaganti e originali. Nella narrazione si alternano momenti di sonno e veglia del racconto del protagonista, e il ritmo altalenante ben si presta a dare un effetto di suspense. L'autore utilizza uno stile semplice e chiaro nella trattazione degli argomenti e riesce quindi a definire e fornire un disegno essenziale della Milano contemporanea, come suggerisce il titolo, vissuta attraverso gli occhi e le trasmissioni radiofoniche di un protagonista quanto mai singolare, ancora prigioniero, nella sua testa, di un passato da cui difficilmente ci si può liberare.

Ludovica Mosca

***

 

A primo impatto si presenta come un giallo piuttosto banale, a riproporre la solita solfa di tutte le classiche storie italiane di omicidi dietro cui si celano mafia, sfruttamento della prostituzione e traffico di droga.

Il racconto sembrerebbe invece sfondo della più coinvolgente e interessante vicenda del Jean Valjean di una Milano contemporanea, sfatta sotto il sole cocente estivo, l’originale detective Zappa.

Tra riferimenti alla cultura pop, alla letteratura e a tematiche di trattazione attuale, vengono tracciati due interessanti ritratti: una città, che conosciamo dalla sua facciata lussuosa e alla moda, descritta questa volta dall’ottica degli emarginati nel suo degrado, e un detective fuori dagli schemi, conduttore di una stazione radiofonica, che si presenta come narratore di quelle storie ignorate da tutti.

La storia della lotta interiore di questo strano detective, così legato al suo passato, che vorrebbe, ma non può lasciarsi alle spalle, a delineare il profilo di un complesso personaggio assolutamente realistico, descritto con uno stile chiaro e scorrevole, che a tratti trasmette una piacevole malinconia.

Rebecca Zanin

***

Un Milano calda di Ferragosto, un detective radiofonico, un cane scomparso e una donna morta. Questi gli elementi che l'autore mette in scena nei primi capitoli. Viene presentata la Milano meno conosciuta, quella dei quartieri dimenticati, della malavita soprattutto nelle vacanze estive quando tutti vanno in vacanza. Il protagonista, Zappa, un detective radiofonico ci accompagna in questa città. Profondamente legato agli avvenimenti della storia italiana degli anni '70. Con uno stile scorrevole, non troppo ricercato, l'autore presenta una visione nuova del genere giallo. A compiere le indagini non frotte di poliziotti ma un ex carcerato che conosce bene i quartieri che frequenta e sa come muoversi. Una trasmissione radiofonica che appare all'inizio più un intralcio alle indagini ma che si rivela poi fondamentale.

È un romanzo realistico che presenta non il classico modello di detective, omicidio e città.

Anna Fogliasso

***

Le peripezie, la scapestrata indagine del detective privato ed ex detenuto Zappa, l’efferato crimine che lo vede indagato (seppure dall’esito per nulla scontato è molto intrigante) non sono stati gli aspetti che ho trovato più interessanti in Al Giambellino non si uccide. Difatti quello che a mio avviso è il vero e proprio capolavoro dell’autore è la riuscitissima ambientazione della vicenda narrata, che offre uno spaccato sulla situazione della periferia milanese durante un cocente agosto, quando la città si svuota e i suoi abitanti vanno in vacanza, facendo sì che vi restino soltanto coloro che non possono permettersene una: indigenti, extracomunitari, disoccupati, prostitute e anche il detective Zappa che tenta il possibile per sbarcare il lunario. Egli è perfettamente calato in questo contesto e, nonostante in un primo momento possa generare un senso di disprezzo per il suo trascorso da detenuto, viene poi compreso, compatito e persino preso in simpatia dal lettore nel momento in cui egli comprende come i prodromi della sua condizione siano da ricercare soprattutto in una città che, volgendo lo sguardo verso la “Milano per bene”, si dimentica troppo spesso delle proprie periferie.

Francesco Parodi

***

Ne Al Giambellino non si uccide viene descritta una trama estremamente interessante. La vicenda, ambientata nella Milano estiva, ha come protagonista uno strano detective, estremamente legato al suo passato tanto da non riuscire a dimenticarlo, che descrive la città dal punto di vista degli emarginati e degli abitanti delle periferie. Questo aspetto, legato anche ai continui riferimenti alla cultura pop, rendono la lettura del romanzo estremamente piacevole e scorrevole.

 

Pietro Gribaudo

 

***
Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Milano 4 “Club delle Argonne”
coordinato da Fabio Mantegazza
***

Un detective reduce dal Sessantotto che sbarca il lunario con una radio privata, un mistero che si scopre man mano, una Milano ferragostana torrida e descritta senza simpatia, tutto il contrario della brillante Milano di Expo.

Da una denuncia anonima si risale a una serie di delitti tra prostitute e malavita, con il protagonista che corre in Vespa dal Giambellino a Baggio, a Città studi e all’illusoria freschezza dei parchi di periferia.

La trama è anche costruita con sufficiente perizia, ma la scrittura piatta e trascurata, le eccessive ripetizioni, i sogni che dovrebbero dare spessore al protagonista e invece sono solo storielle banali, lo rendono un romanzo ai limiti del dilettantismo.

Senza contare i flash back sugli anni Settanta, davvero stereotipati e posticci.

Licia Betterelli

***

Un giallo direi classico, con personaggi classici, ognuno dei quali svolge il proprio ruolo. Non ci sono grandi guizzi, però si legge. C’è un eccesso (e qualche stereotipo) nel raccontare la storia di Milano, di cui in qualche pagina si affastellano fatti e personaggi che finiscono per dire qualcosa solo a chi già li conosce.

Ugualmente del protagonista viene detto forse troppo. Che cosa verrà ancora svelato del suo passato nei gialli a venire? Un maggiore mistero attorno alla sua storia non avrebbe guastato. Anche il ricorso ai sogni mi sembra un po’ tirato per i capelli, specie quello poi in cui compaiono i vari personaggi da Lombroso a Freud.

Insomma senza quest’ansia di dire tutto sarebbe, credo, un romanzo migliore.

Rita Pugliese

***

Il richiamo a personaggi della mala è memoria di un passato di cronaca nera in una Milano ormai dimenticata. La scrittura scorre, i personaggi sono credibili e la città viene descritta con affetto.

Piera Comparin

***

Risulta interessante la ricostruzione della Milano dei quartieri popolari. Si apprezza una certa ironia nella costruzione della trama e dei personaggi. Una presenza minore di riferimenti didascalici (canzoni, ecc.) avrebbe sicuramente giovato al ritmo del racconto.

Cesarina Tasselli

***

Con un Linguaggio brillante ed una trama intrigante Matteo Lunardini ci coinvolge nella risoluzione di un delitto avvenuto nella periferia ovest di Milano.

Ci immaginiamo sul sellino posteriore della sua vespa a rincorrere indizi e ad individuare testimoni; attraversiamo insieme a lui i quartieri milanesi descritti nelle loro caratteristiche antropologiche e architettoniche.

Partecipiamo ai ricordi ed ai sogni del passato sessantottino del protagonista ed anche alla ricostruzione del sé attuale.

Sia l’ambiente, sia i personaggi sono descritti in modo funzionale alla vicenda senza appesantimenti.

Il lessico accurato, la sintassi perfetta ed il ritmo veloce ci permettono una lettura scorrevole e molto piacevole di questo giallo per nulla noir, ma anzi molto solare.

Anna Santoro

***

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
L'iniziativa è riservata agli utenti maggiorenni. Questo sito non usa cookies.
Dubbi, problemi: torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com
Vedi anche Il Blog di Giorgio Dell'Arti su Repubblica.it