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Il giro della verità di Fabio   Bonifacci
Solferino

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Alba “Libreria Milton”
coordinato da Serena Aimasso
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Comincia come un libro “da giovani”. Ben ambientato nella scuola superiore. Belli i dialoghi e le figure dei vari protagonisti adolescenti. Ognuno con le sue timidezze, con insicurezze mascherate da arroganza e bisogno di affermazione. Prosegue ancora rimanendo comunque un libro consigliabile agli adolescenti ma molto godibile anche per gli adulti. La morale della verità che può avere tante interpretazioni ma che comunque segue la sua strada e non si cura delle conseguenze. Molto ben delineata la differenza di “classe” che anche oggi è velatamente nascosta ma che segna in maniera prepotente il protagonista Lele e la sua famiglia. L’autore riesce a descrivere molto bene i ragazzi e le loro famiglie. I meccanismi che saldano e rompono i gruppi che si formano a scuola, in discoteca, nei pomeriggi di studio e che alla fine si caratterizzano molto dall’impronta famigliare. Vale la pena leggerlo e lo consiglio a genitori (per entrare nel mondo dei giovani) ed ai ragazzi per vedere “dal di fuori” certi meccanismi, a volte perversi!

Laura Malfatto

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Poteva essere la solita storia cliché dove il protagonista, sfavorito per estrazione sociale, riesce dopo il duro lavoro a scalare la piramide del ceto sociale raggiungendo infine la principessa e guadagnarti il tanto sudato “e vissero felici e contenti”. A volte però solo l’impegno non basta: la mela ti accorgi che è marcia solo dopo che ci hai morso dentro e l’amaro in bocca rimane anche dopo averla sputata.

Avrei voluto leggere questo libro da adolescente, mi avrebbe aiutato sicuramente a capire molte cose: adulti, amici, relazioni. Avrei voluto che mia mamma avesse letto questo libro quando ero adolescente, avrebbe aiutato senz’altro anche lei ed il nostro rapporto in generale. Tutti si meriterebbero di avere un amico come il Mohicano, a me piace sperare di essere il “Mohicano” per qualcuno dei miei amici. Ed è proprio vero che siamo fatti all’80% di lacrime non piante … e forse anche qualcosina in più.

Maria Teresa Gramaglia

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Vivere non è un gioco da ragazzi. Lo sa bene Emanuele Lele Molinari, diciassettenne - e questa sarebbe già una notevole difficoltà da sola - di periferia che studia a liceo classico dei figli di papà, nell’elegante e ricco centro storico di una città del Nord. Ma Lele è un ragazzo sveglio: ama scrivere, il calcio, la sua famiglia (anche il padre, in crisi come genitore, marito, piccolo imprenditore, uomo), la ricca e bella Serena. E proprio per sentirsi alla sua altezza, Lele inizia a frequentare ‘Il Tempio’, discoteca costosissima ed esclusivissima, dove gira ecstasy come se piovesse. Per stare con lei, Lele fa LA cazzata: un amico muore per una pasta tagliata male e per Lele inizia una spirale di eventi sempre più imprevedibili e di segreti sempre più pesanti da portare. Seguendo Lele, scopriamo i segreti inconfessabili dei suoi amici, dei genitori e ci rendiamo conto che nessuno è come appare: Serena, Patti, Spinoza, Pigi, per tutti loro vivere non è un gioco da ragazzi, ma scopriranno che la verità rende liberi. Un romanzo che getta una luce sulla Generazione Z, che ci ricorda che oltre lo schermo dello smartphone dietro cui si rifugiano, ci sono persone in formazione.

Francesca Vigna

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la voce segue i personaggi sa vicino, senza lasciar tregua, un tuffo notturno in un mare che pare lontano e profondo. Ben delineate le figure, anche quelle di contorno. Solida la trama che invoglia la lettura. Qualche dubbio rimane sulla tesi di fondo: il mondo degli adulti è fatto di menzogne e per crescere bisogna scegliere, fino in fondo. Per l'originalità bussare ad altre porte. Alla fine però si vuol bene a questi personaggi, teneri, falliti, piccoli.

Lucio Aimasso

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Un libro che tiene incollato il lettore alla pagina, e la cui narrazione mette in chiaro le abilità da sceneggiatore di Bonifacci, nonostante questo sia il suo primo romanzo. Una storia avvincente che segue e incrocia le vicende di due generazioni diverse e spesso incomunicabili. La forza sta nella capacità di rendere sulla pagina i dubbi, le incertezze e le paure di un gruppo di ragazzi che si affaccia per la prima volta al futuro e alle difficoltà della vita adulta: il tema sicuramente non è una novità ma l’autore riesce a donargli una ventata di originalità, a cui si aggiunge una prosa accattivante e priva di fronzoli e luoghi comuni non necessari.

Adelmo Altare

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Carpi “I ragazzi del Liceo M. Fanti”
coordinato da Adele Baldi e Paola Borsari:
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“Il giro della verità” narra di un gruppo di adolescenti che si avvicinano al mondo delle droghe per poi subire le diverse conseguenze che, durante il racconto della storia, dovranno affrontare. Metterà di fronte a questi giovani scelte molto difficili da fare che porteranno conseguenze altrettanto complesse.

Ilaria Dastoli

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Devo partire col dire che solitamente non sono molto presa dalle storie scritte in terza persona, perché trovo più difficile calarmi nei protagonisti e comprenderli a fondo.

La padronanza dello scrittore e l’attenzione che ci ha messo nell’approfondire la psicologia dei personaggi ha reso il tutto molto chiaro e ad impatto. Penso che alla fine del libro a tutti sia rimasto dentro almeno una caratteristica di ognuna delle figure che si sono presentate nello svolgersi delle vicende e da esse abbia avuto modo di imparare un aspetto nuovo della vita.

Il discorso delle droghe e delle conseguenze che possono portare, inteso non solo a livello psichico e fisico, ma proprio in quanto fatti, è stato trattato con una consapevolezza che dopo questa lettura il solo pensare alla parola droga porterà angoscia.

È un libro che non ha età, dato che coinvolge sia le vicende dei protagonisti, sia dei loro genitori, questo lo rende versatile e può essere la chiave per un momento di riflessione per tutti.

Alessia Galavotti

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Il libro “Il giro della verità” parla di un ragazzo che, grazie ad un progetto scolastico, inizia a frequentare il sabato sera una famosa discoteca. Insieme ai suoi compagni di classe però inizia a consumare MDMA. Sembrano le classiche serate di divertimento sfrenato ma un fatto sconvolgente li trascinerà in un girone di ansie e rimorsi.

La trama è semplice e le descrizioni molto curate. È molto coinvolgente e si riescono quasi a percepire su se stessi le emozioni dei protagonisti.

Amelia Losi

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Se devo essere sincera, leggendo la sinossi di questo libro, non avevo grandi aspettative. “Ecco, l’ennesimo racconto che parla di droga, come se non avessimo già trattato l’argomento miliardi di volte” e invece non posso non ammettere di essere rimasta piacevolmente stupita da questa lettura.

È uno di quei libri che non riesci a smettere di leggere perché devi assolutamente sapere come va a finire, ogni capitolo è meglio di quello precedente.

La cosa che ho preferito è come la narrazione entri alla perfezione nella mente di ogni singolo ragazzo e dei loro genitori, fornendo così varie versioni ed interpretazioni della storia. Questo permette soprattutto di immedesimarsi e riflettere sui dettagli differenti di ognuno di loro, avendo di conseguenza un quadro generale e ottenendo considerazioni di ogni tipo a riguardo.

Come ho detto in precedenza, questo libro parla di argomenti, per quanto importanti, sentiti e risentiti, ma lo fa in un modo che mai mi era capitato di leggere o ascoltare.

Ti sbatte in faccia la realtà, qualunque tipo di conseguenza fisica, psicologica e penale che una singola pasticca di ecstasy può avere; ma la cosa realmente diversa dal solito è che lo fa servendosi dell’angoscia che questa ha portato ad ogni singolo personaggio.

Trovo che questo libro sia adatto a tutte le età, ma consiglierei in particolare ad ogni adolescente di leggerlo perché sono sicura che cambierà anche a loro il modo di vedere parte della vita.

Laura Nori

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Il libro “Il giro della verità” tratta della storia di un gruppo di ragazzi, compagni di classe, che si muove attorno a un mondo di droga, rischi e segreti che dovranno essere in grado di affrontare. Inizialmente ci si trova nel punto di vista di Lele, un diciassettenne alle prese coi suoi conflitti d’amore, di classe sociale diversa, inferiore, da quella degli altri compagni di scuola, tutti studenti al quarto anno del liceo, che per primo si ritroverà nel complesso intreccio di “verità”. Infatuato della tipica “ragazza perfetta” entrerà in una tra le discoteche più popolari della città, in compagnia dei pochi amici che più la frequentano, che gli insegneranno “cosa accade il sabato sera”. Da una serata che pare emergere l’inizio di un sogno, continueranno altri weekend in cui la situazione andrà peggiorando, fino al doloroso e spiacevole accaduto di un membro del gruppo. Nonostante fossero scossi dall’accaduto, dovranno far conto con la realtà dei fatti: cosa possono e devono dire?

La trama si complica per tutti i personaggi, dai più “tranquilli” ai più problematici e con l’intervento della polizia e dei preoccupati genitori, le circostanze si evolveranno.

Questo libro è caratterizzato da una scrittura semplice, scorrevole e ricca di suspense, con periodi lunghi, e parti di romanzo giallo, ma con un lessico abbastanza quotidiano e informale, con molte descrizioni caratteriali e ambientali che ricreano intensamente la situazione nella quale si trovano i personaggi. Il romanzo prende il nome dal “giro della verità” che porta Lele assumendosi le sue responsabilità e facendo conto con le varie emozioni contrastanti, e altri personaggi come i suoi amici, a scegliere se le conseguenze di ciò che diranno, seppur vere, varranno un severo rimprovero da parte dei genitori o altri inganni verso il caso dell’amico. Questo racconto prende anche un’interessante svolta dal punto di vista psicologico per via delle varie conseguenze che portano le azioni fatte con “spensieratezza”, che sembrano diventare quasi normali agli occhi degli adolescenti, quando invece tolgono molta più realtà di quanto possano immaginare, e spesso si tende a credere che siano la soluzione a tanti problemi, anche se in realtà li nascondono e basta, o li mettono in una prospettiva molto meno importante. Anche sullo stato, si nota quanto sia presente una diversità sociale che avvantaggia i ceti alti, e che mette in difficoltà le famiglie più discrete, cercando addirittura di nascondere gli errori commessi dalle persone col potere in mano, che in seguito arrivano ad approfittarne. Leggendo questo libro, ho ammirato pagina per pagina il personaggio di Lele, che non ha ma smesso di cercare di fare la cosa giusta e di conoscere profondamente il Mohicano, e riuscire a dare un minimo di sollievo alla povera madre, che non lo conosceva del tutto, come del resto anche lui e i suoi compagni. Ho trovato interessante che le varie storie dei ragazzi si incrociassero a lui, chi per invidia, chi per insicurezza, ma finivano sempre per pensare a quanto realmente non lo conoscessero neanche loro, se non prima del drammatico accaduto.

Consiglio vivamente questo libro, ad ogni età, e per chi ha un interesse sia per il giallo che per le storie narrative adolescenziali: lascia veramente tanti importanti insegnamenti.

Valentina Omoruyi

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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