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La profezia perduta del faraone di Fabio Delizzos
Newton Compton

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Civitanova Marche “Scriptorama”
coordinato da Luca Pantanetti:

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Il romanzo è un giallo di carattere storico, ambientato principalmente a Torino, in piena dominazione Asburgica. Siamo nel 1799 ed è appena iniziata la passione per l’antico Egitto, grazie alla campagna Napoleonica che ha portato al grande pubblico gli artefatti di una civiltà antica e ricca di misteri. Misteriosi sono anche gli omicidi cruenti e efferati che deve risolvere Eugenio Caffarel, un professore che  si trova, suo malgrado a svolgere l’attività di poliziotto in una Torino, povera, stanca e piena di sette segrete, ritrovi massonici e nuovi culti legati alle divinità egiziane. Interessante la trama, almeno per me che coltivo da anni la passione per l’antico Egitto, ricca di colpi di scena, omicidi macabri e personaggi misteriosi, fantomatici capi di organizzazioni segrete votate allo occultismo e alla magia nera.

Delizzos ha uno stile diretto e come un buon giallista  tiene incollato il lettore alle pagine ; traspare il suo amore profondo per la storia e il lungo lavoro di ricerca negli archivi statali.

Un buon libro da portare in vacanza o sotto l’ombrellone.

Lorenza Manoni

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Questo romanzo mi lascia un po’ di amaro in bocca. Ho aspettato fino all’ultimo che decollasse, che mi stupisse, perché trovo l’idea e gli argomenti trattati intriganti. Purtroppo, però, non sono rimasta colpita. Si percepisce la ricerca fatta dall’autore, lo studio che c’è dietro la storia, però il resto della storia rimane un po’ liscio, un po’ piatto. Ci sono tutti gli elementi per rendere la storia avvincente ma non si combinano per dare l’effetto sorpresa che speravo di trovare.

Valeria Scarlato

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Se si dovesse valutare la bontà di un romanzo dall’incipit, questo si sarebbe giocato ogni possibilità di apprezzamento. Per fortuna, dopo le prime pagine degne del più classico dei film splatter, l’autore dispiega gradatamente le sue doti narrative trasportandoci in un’epoca – l’età napoleonica - di cui padroneggia storia, cultura, e qualche volta anche stile. Spuntano qua e là piccole perle espressive, pur se rare. Non altrettanto si può dire dell’insistenza su una descrizione fosca, cupa e sospettosa della cultura massonica, che lo avvicina purtroppo alla banalità dell’opinione comune in un giudizio superficiale e stereotipato: espediente di facile presa sul lettore ingenuo, stucchevole e scontato per quello più attento, che invece preferirebbe essere sorpreso.

Silvia Ciccomascolo

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1799. Tra Torino e l’Egitto la trama si sviluppa con intrighi politici, tradimenti, spionaggi, doppi giochi, magia nera ed esoterismo. Quale mistero lega la città di Torino, contesa tra francesi e austriaci e terrorizzata da efferati omicidi, e il deserto egiziano?

Eugenio Caffarel, professore di filosofia, e Conon de Solis, ufficiale amico di Napoleone, dovranno fare affidamento sulle loro conoscenze e mettere a rischio la propria vita, per riuscire a scoprirlo.

La trama è piuttosto complessa, il libro inizia come un giallo che diventa un misto di thriller di spionaggio e romanzo storico, con tinte di magia e esoterismo. Delizzos è bravo nel descrivere i luoghi e renderli reali, ma la lettura è appesantita dalla quantità di vicende e dai numerosi personaggi che scompaiono e riappaiono. In alcuni momenti la tensione si fa più forte, ma in generale la narrazione è lenta e si fa fatica a non perdere la concentrazione.

Lorella Quintabà

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La lettura di questo romanzo è stata indubbiamente coinvolgente, dati gli incessanti colpi di scena, i misteri percepiti narrati e il coinvolgimento di fatti e personaggi storici affascinati e ben delineati. Da amante della Storia apprezzo le coerenti ricostruzioni del periodo storico e trovo davvero interessanti i richiami a personaggi ed eventi di un certo spessore, poiché la trama, oltre a intrattenere con parecchia suspense e uno stile scorrevole e curato, ci permette di conoscer meglio periodi o fatti carichi di fascino. La quantità nutrita di personaggi, la presenza di numerose figure storiche e i frequenti cambi spazio-temporali mi hanno appassionata e hanno tenuto costante il mio interesse; hanno necessitato di uno certo sforzo mnemonico. Ho trovato, però, alcuni passaggi ed alcuni punti dell’intreccio particolarmente forzati e molto poco verosimili, come il richiamo all’occulto e all’esoterismo.

Beatrice De Angelis

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Torino “Circolo dei lettori di Torino”
coordinato da Francesca Alessandria:
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Si tratta di un bellissimo thriller storico, ambientato nella Torino del 1799. In questo caso il giallo è stato inserito in un contesto affasciante dove una serie di efferati omicidi, apparentemente legati agli ambienti esoterici e a una misteriosa loggia massonica, terrorizza la città sabauda, occupata dagli austriaci. Molto interessante l’inserimento di riflessioni filosofiche grazie alla presenza di Eugenio Caffarel, professore di filosofia colpito da una tragedia familiare, nei panni insoliti di un poliziotto, proprio a causa degli sconvolgimenti provocati dalle guerre. Ad aggiungere fascino all’ambientazione, dunque alla narrazione, anche il confronto con Il Cairo dove, all’ombra delle piramidi, pochi giorni dopo la scoperta della stele di Rosetta, un altro antico segreto riaffiora dalle sabbie del deserto. Il segreto attira l’attenzione di un altro personaggio interessante: lo scrittore Conon de Solis, giovane ufficiale dell’esercito napoleonico, esperto di Antico Egitto. La trama del libro richiede molta attenzione perché è complessa e ricca di personaggi dalla doppia vita e nomi diversi ma decisamente interessante per il racconto del mondo della massoneria e di figure storiche come Napoleone, i Savoia e Radetzky. I riferimenti alle figure esoteriche rendono più denso il racconto ma la narrazione ha il pregio di restare fluente. Io penso che questa sia la struttura che, per ritmo, ambientazione e stile, fa di un thriller un bel romanzo storico.

Antonella Frontani

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La profezia perduta del faraone nero di Fabio Delizzos è una bella scoperta. Forse è scritto meno bene del romanzo di Cristina Rava, ha uno stile meno ricercato, però l’intreccio è davvero interessante e inconsueto. Intanto si svolge nella Torino a cavallo tra il diciottesimo e diciannovesimo secolo, in pieno fermento rivoluzionario, con i primi palpiti dei moti carbonari, e ti obbliga a rivedere i tuoi (nel mio caso sbiaditi) ricordi storici. Poi, tra i protagonisti c’è addirittura Napoleone Bonaparte (un grande personaggio storico, nel bene e nel male, in ogni caso uno dei miei preferiti personaggi storici) e la sua passione per l’archeologia e la storia. L’autore, come spiega alla fine del libro, ha svolto un ottimo e approfondito lavoro di ricerca, che quindi riesce a rendere appieno l’atmosfera di una Torino fine 1700, con le sue contrade, i borghi e l’insospettata (almeno per me) torre civica con il toro mugghiante e un sottofondo di svariate fratellanze massoni. Il tutto condito dall’intrigante mistero che da sempre accompagna gli antichi Egizi.

Del resto il museo egizio di Torino è il secondo per importanza, nel mondo. Che voglia significare qualcosa?

Cinzia Sfolcini

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Per me vincitore assoluto “La profezia perduta”. La storia scorre bene, è originale, mi ricorda, con questi continui cambi di campo “The Devil’s Paintbrush”, anche se poi prende tutt’altra direzione.

Ilaria Maggi

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Fra i tanti motivi per cui è famosa la città d Torino vi sono il museo Egizio e l’essere un importante centro del mondo magico ed esoterico. Il giallo di Delizzos è debitore di questi spunti che sa però mischiare con grande maestria senza scadere nel cliché. La Torino di fine Settecento è così scossa da oscuri delitti dal sapore esoterico, con un brillante investigatore amatoriale che deve districarsi fra logge massoniche e paure irrazionali, mentre le guerre napoleoniche fanno da sfondo. Non manca nemmeno l’interesse per l’egittologia, che proprio in quell’anno rinasceva con la scoperta della famosa stele a Rosetta. Nonostante la pluralità e diversità gli elementi si fondono alla perfezione e, grazie ad una accurata ricostruzione storica, regalano al lettore un viaggio affascinante e immersivo nel passato di una delle città più belle d’Italia.

Guido Bianchi

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Ambientato nel 1799, anno in cui Bonaparte intraprese la campagna d’Egitto, i due protagonisti Eugenio Caffarel, professore universitario ritrovatosi a lavorare come poliziotto e Conon de Solis, giovane ufficiale dell’esercito napoleonico ed esperto di egittologia, uniscono le forze per scoprire l’autore degli efferati delitti.

Una caccia all’uomo tra intrighi politici, esoterismo e un oscuro serial killer che fa scempio delle proprie vittime decapitandole ed eviscerandole.

Federica Coello

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