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Le colpe degli altri di Linda Tugnoli
Mondadori

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Alba “Libreria Milton”
coordinato da Serena Aimasso
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Un racconto ambientato in Piemonte, in quelle zone che non sono più valle ma che non sono ancora alta montagna. Che hanno vissuto periodi di grande povertà e che, per qualche strana ragione, sono diventate famose per pochi lustri. E ripiombare nel dimenticatoio e nella chiusura. I resti dei periodi di ricchezza sono visibili, sono decadenti, sono quasi tetri e misteriosi. Un uomo con un passato ingombrante si nasconde in una piccola frazione e vorrebbe chiudersi per non ritrovare i suoi ricordi. Un omicidio lo coinvolge e lo costringe a fare i conti con il suo passato. Ma per riuscire a scoprire quali oscure mani hanno ucciso una povera ragazza deve scoprire e svelare altri passati nascosti ed altre storie che avrebbero voluto rimanere nascoste. I personaggi sono ben descritti, le abitudini di questi paesi un po’ dimenticati, i panorami, la minuziosa descrizione della flora, sono una cornice perfetta: bella ed anche intrigante. Anche la figura della vittima, una “cittadina” che comunque viveva nell’ombra crea una bella trama. Bel libro, letto velocemente per riuscire a capire il finale. Consiglio a chi ama i gialli, i romanzi ed i libri che svelano i modi di vivere delle piccole comunità!

 Laura Malfatto

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Guido è il protagonista di questa storia, è un giardiniere introverso e schivo, nasconde un segreto che lo ha obbligato a fuggire da Parigi. Il suo lavoro gli farà trovare in un giardino abbandonato un cadavere e una foglia di un albero molto particolare. Proprio la passione e la competenza nel suo mestiere lo porteranno ad investigare e seguire una pista attraverso le valli e i monti del Nord Piemonte nelle quali si è rifugiato. È un giallo con una trama molto classica, ma piacevolmente scritta usando anche intercalari in lingua piemontese che ti catapultato nella vita di montagna fatta di semplicità e riservatezza. La particolarità è proprio nella scrupolosa descrizione di tutto ciò che ruota intorno a Guido, ai suoi giardini, alle sue valli e montagne che fa quasi passare in secondo piano l'omicidio e il suo inconcepibile movente. Lo consiglio per chi volesse intraprendere una piacevole lettura.

Antonella Alisetta

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Romanzo Giallo solo SUFFICIENTE perché “troppo”. La storia di per sé è buona ma eccessivamente stemperata dal racconto, se pur piacevole, del contesto in cui è avvenuto il delitto e dalla descrizione di giardini, piante e fiori che sono la grande passione del vero protagonista/investigatore: un giardiniere. I fatti sono accaduti, forse, negli anni ’70 del 1900 perché non c’è una datazione, come non ci sono colpi di scena o una vera suspense. Romanzo con poco ritmo e troppo prolisso in alcune parti. Voto: 6

Luigina Ferrero

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Un noir ben strutturato, in grado di rivelare a poco a poco, con grande effetto di suspense, i segreti dietro l’assassinio della giovane Bianca, uccisa nel macabro e teatrale giardino di una villa signorile.

Improvvisandosi detective, il giardiniere Guido risveglia un passato doloroso, che aveva deciso di lasciare alle spalle tornando nella quiete delle natie Alpi biellesi. Questo sfondo montano tanto amato da Guido, con la sua natura tanto incontaminata quanto spesso ostile, è descritto in maniera vivida e coinvolgente, diventando esso stesso protagonista.

Tutti i personaggi sono delineati in maniera molto realistica e spesso portano con sé un vissuto problematico. Nel corso del romanzo, Guido capisce che non basta scappare dal proprio passato per ritrovare la serenità e che è importante saperlo affrontare e superare; Bianca, d’altra parte, è un’ingenua vittima della solitudine di una vita di provincia e del suo sogno d’amore, che le impedisce di riconoscere una relazione insana.

Uno stile semplice, ma brillante, unito ad una trama avvincente e originale.

Beatrice Giolitto

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Mistero e giallo. Le parole con cui identifico questo libro sono proprio queste.

Di giallo, in effetti, ne troviamo letteralmente in una foglia di Ginkgo Biloba, uno dei dettagli, al fine fondamentali, per la caratterizzazione dei personaggi e dell’aspetto che si cerca di attribuire a questo romanzo, che mi hanno suscitato interesse fin dalle prime pagine.

Piccoli elementi a cui l’autrice ha dato particolare enfasi, descrivendo sensazioni, in modo immediato ma non del tutto suggestivo, poiché la presenza, se pur a scopo preciso, quale un collegamento tra realtà e tempi, di dialoghi in un dialetto piemontese, mi hanno spesso frenato nella foga della scoperta di indizi e, allo stesso tempo, di ancor più misteri.

Un giallo a tutti gli effetti, con la sola mancanza di un linguaggio un po’ più intricato ed enigmatico, ma comunque adatto per il miglior apprendimento nella vicenda di cui questo romanzo ci rende partecipi.

Dana Proto

 

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario
di Robinson di Macerata “Bottega del Libro”
coordinato da Alessandra Vita:
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Un libro molto descrittivo che attraverso i particolari riesce subito a catturare l’attenzione e a trasportare la mente nell’ambiente narrato. Il personaggio principale ma anche quello secondario sembra di incontrarli con lo sguardo e la scrittura è talmente piacevole, chiara e leggera da sentirsi coinvolti senza sforzo. Sia la realtà narrata, intrecciata continuamente con la fantasia che i pensieri condivisi, si presentano interessanti. La natura è sempre presente nei dettagli, ma anche i pensieri sono esplicitati in ogni particolare. Sebbene si tratti di un giallo, le scene in cui la storia si muove, sono inquadrate in ambienti pieni di piante fiori, profumi, odori, indicati in modo cosi delicato, da non sentire affatto il peso di un delitto accaduto. Nel silenzio e nella bellezza esterna percepita non ti aspetti che succeda niente di male. Si tratta di un fatto vero quello che sembra essere successo o è solo immaginato?

Mentre il lettore continua a leggere i fatti si delineano meglio e allora, accanto all’incanto di cui si parla, sembra prendere forma la trama di un romanzo, di situazioni e ed emozioni a cui non ci si può sottrarre.

Un giardiniere di nome Guido scopre un cadavere e da lì il suo pensiero va a ritroso alla ricerca del suo passato della sua vita, di ricordi e di situazioni che nel riportarlo indietro gli fanno venire il desiderio di scoprire ora come il presente sia legato alla sua vita.

È interessante l’osservazione dell’autrice: il bello del lavoro del giardiniere è che si ha molto tempo per pensare e che alcuni gesti di lavoro avvengono seguendo un accompagnamento metrico che favorisce la concentrazione. Rastrellare aiuta a fare programmi pratici, zappare aiuta a riflettere sulla vita, vangare porta a pensieri metafisici. Il protagonista decide di piantare dei bulbi e inizia a credere che questo gli sembra adatto per riflettere sull’indagine di cui è stato testimone. Per trovare il colpevole bisogna perdere il filo del pensiero o essere sempre fedeli ad un ragionamento senza dubbi?

La morta aveva un profumo antico, un vestito antico e sulla mano una rosa antica. Intorno a lei una foglia di un albero molto raro. Tutti indizi interessanti. E mentre le parole scorrono, a chi legge viene la voglia di saperne di più sul delitto, sulla storia che c’è dietro e su quelle piante. Sono andata a cercare l’immagine di questo albero millenario. Il Ginkgo biloba che ha origini che risalgono a 250 milioni di anni fa è bellissimo e prezioso. Vedere come è mi ha permesso di inquadrare meglio la vicenda e di percepirne direttamente la sua particolarità. Sono molto presa dal racconto quando Guido inizia a piantare i bulbi in sequenza e con una precisione così certosina da mostrarne il gesto spontaneo e naturale. Mentre si adopera per questo lavoro, già immagina quando sarebbero fioriti regalando agli occhi colori e forme da ammirare.

I pensieri che passano per la testa al protagonista, i fiori che abbelliscono il panorama, l’intreccio dei fatti rendono la storia narrata reale su uno sfondo di fantasia e immaginazione, che lascia spazio alla libera interpretazione. I romanzi dove sai e non sai e puoi crearne tu la scena, mi stimolano perché li riesco ad avvicinare al mio quotidiano.

Il delitto che viene esaminato e a cui Guido ha assistito, ha fatto riaffiorare tanti ricordi e rischia di distruggere il precario equilibrio che lui aveva trovato con la sua attuale vita semplice. La curiosità porta l’uomo a saperne di più con il rischio di trovarsi in mezzo e sembrare lui il colpevole. Ma la verità vince sempre alla fine. L’unica cosa a cui tutti sperano di dare risposta è: ma la verità qual è in fondo? Quella che appare o quella che rimane comunque segreta? E la colpa è di chi agisce o di chi ci fa reagire in un certo modo? Se gli altri ci impediscono di realizzare i nostri desideri è giusto agire male? L’errore dopo di chi è?

Suggestioni, magia, favola, entusiasmo, gioia e ansie. Un giallo che si tinge di rosso come amore blu di fantasia e dei colori dell’arcobaleno che mi dà speranza. La lettura ci permette di superare tutto, ogni momento buio. Basta lasciarsi coinvolgere.

Patrizia Politano

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Il romanzo d’esordio di Linda Tugnoli è un giallo classico che, senza divagazioni, introduce subito il mistero di una ragazza uccisa brutalmente ed un assassino da scovare.

A trovare il cadavere è Guido, il protagonista della storia, un giardiniere che nota un particolare importante: vicino al corpo della vittima c’è una foglia di un albero raro che non è piantato nelle vicinanze del luogo del delitto.

“Tra le impronte fangose sul pavimento spiccava una foglia dalla forma bizzarra, un piccolo ventaglio di un giallo luminoso: una foglia di Ginkgo Biloba. Ma nel giardino non c’era nessun albero di Ginkgo Biloba.”

Guido intuisce come capire da dove arrivi quella foglia sia determinante per individuare il killer. Inizia una sua personale indagine che viaggia parallela a quella delle forze dell’ordine.

Mentre il protagonista raccoglie indizi per risolvere il caso, il romanzo inizia a fornire informazioni sulla sua vita, portando il lettore a comprendere i motivi per i quali è così ossessionato da questo omicidio.

Violando la legge e correndo rischi sempre maggiori, Guido si mette alla ricerca della verità, nel tentativo di chiudere definitivamente i conti con il suo doloroso passato, combattendo contro il riaffiorare di vecchi fantasmi ed i dolori di ferite mai del tutto guarite.

Il romanzo è ambientato a Valle Cervo, una valle alpina in provincia di Biella, che è da considerarsi a pieno titolo uno dei protagonisti della vicenda: con i suoi spazi, il suo isolamento e la sua malinconica solitudine. Un luogo piovoso, soffocante e quasi disabitato, dove tutti si conoscono, si osservano e si dedicano incessantemente al lavoro, riservando ai rapporti sociali solo le poche parole necessarie per non risultare eccessivamente scortesi.

Valle Cervo. Anche Valle Cervo ha degli inconfessabili segreti da nascondere e questo omicidio sembra volerli riportare a galla, riaprendo vecchie storie piene di odio e di rancore, il cui dolore è ancora vivido nonostante il passare del tempo.

“È una bella storia, molto romantica. Come la sua indole d’altra parte. Ma è una menzogna.”

“Vuole conoscere la storia vera ?”

“Le colpe degli altri”, pur scontando una trama non particolarmente innovativa, si legge piacevolmente grazie ad uno stile ben definito, con molto spazio lasciato ai pensieri ed alle immagini ed un uso minimo dei dialoghi.

Linda Tugnoli sa disegnare dei personaggi complessi, interessanti e mai banali: ci si affeziona facilmente alla ragazza sognatrice che spera di innamorarsi, all’anziano guardiano con i suoi modi burberi ed al commissario siciliano che non sopporta i piemontesi.

“Ma che avete in testa voi piemontesi ? Testardi come muli. Sempre zitti poi, sempre muti.”

La forza del libro risiede principalmente nella capacità della scrittrice di far immergere nel viaggio introspettivo di Guido, nel riaffiorare dei suoi vecchi ricordi e nel suo disperato tentativo di chiudere i conti con il passato.

Un’interessante opera prima, un convincente esordio per una scrittrice di cui sentiremo ancora parlare.

Valerio Tatarella

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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