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I delitti di via Margutta di Giancarlo Capaldo
Chiarelettere

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Aprila “Le Bucoliche”
coordinato da Antonella Proietto
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Il principe Gian Maria Ildebrando Del Monte di Tarquinia, sua moglie Gloria Pazzoli (“una borghese di una bellezza liliale”) e il maggiordomo Oliver Worthington indagano sulla morte della contessa Maria Ludovica della Gherardesca avvenuta durate un vernissage nella centralissima via romana del titolo...

La lettura risulta scorrevole e piacevole, il romanzo è sicuramente ben scritto, con un vocabolario ampio e un uso interessante di termini desueti che aiutano a delineare gli ambienti nobiliari, dei vertici istituzionali e delle alte gerarchie ecclesiastiche in cui si sviluppa la storia.

Resta però un esercizio di stile, rimangono abbozzate alcune tematiche come il costante do ut des dei protagonisti esponenti dei tanti poteri forti rappresentati, così endogeno al sistema da essere proposto come modalità anche per un’indagine personale che, in ultima istanza, risulta velleitaria e priva di emozioni, quasi un passatempo. Manca la crescita dei protagonisti, l’approfondimento degli aspetti psicologici accennati nelle prime righe (e non recuperati): che tutto questo voglia simboleggiare la superficialità del Paese e/o, chissà, far scattare in futuro altre “indagini”?

Chiara Mantovani

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Ho trovato questo giallo estremamente noioso... una trama tanto ovvia, (ricchi principi con annesso maggiordomo che si trasformano in abilissimi detective) poteva essere compensata da uno stile letterario accattivante: invece il modo di raccontare gli eventi l’ho trovato scialbo... noioso appunto!

Francesca Di Nardo

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Forse si voleva stizzire il lettore con un inutile elenco di titoli nobiliari o semplicemente annoiare con una scrittura claudicante e forzata. La storia fatica a decollare, il protagonista infastidisce non per la sua esistenza sfacciatamente ricca, è un nobile, ma perché simula una profondità d’animo che non convince. Gli attori sono ospitati in una capitale senza fascino, La Roma bene dei soldi, dei meschini poteri, Vaticano, Procura Polizia e nobiltà si intrecciano e finalmente la storia prende un po’ di slancio.

Arrivare alla fine del libro è stato un vero atto eroico. Altro che Gian Maria Ildebrando Monte Tarquinia ed il suo “Campagnino”.

Paola Guzzi

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Un giallo che si snoda nella Roma bene, irraggiungibile e lontana agli occhi di persone “normali”.

Il primo omicidio avviene durante una mostra in via Margutta. Una nobildonna viene uccisa e sembra un delitto difficile da risolvere. La coppia di nobili, amici della donna, aiutati dal fedele maggiordomo riescono a dipanare la “matassa”, anche perché un personaggio misterioso viene loro in aiuto. Una lettura piacevole, anche se verso la metà del libro rallenta.

Paola Parrella

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La lettura di questo racconto giallo è godibilissima.

La coppia principesca e il loro maggiordomo sono i detectives della cronaca nera romana dove efferati delitti e atmosfere misteriose attraggono a sé il lettore. Una scrittura elegante e divertente fa il resto così che ci si dispiace a dover lasciare i personaggi quando tutto volge alla risoluzione.

Il racconto ci consegna, tra suggestioni cardinalizie e spunti filosofici, anche la possibilità di riflettere: quante volte dobbiamo districarci tra ipotesi verosimili per giungere alla verità? Che differenza c’è tra giustizia, vendetta e verità? Quanto cambia il valore del nostro comportamento se è una o un’altra a guidarci? Leggiamo divertendoci e pensiamo.

Valeria Belardi

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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