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Il fantasma dei fatti di Bruno Arpaia
Guanda

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario
di Robinson di Palermo 3 “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo:

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Recensione uno

Il fantasma dei fatti è un libro che mi ha rapito, tocca delle corde importanti. Suggerisco di regalarsi due giorni di lettura per un libro dalla forma giornalistica avvincente ed argomenti che ci sono molto vicini, trattati con rigore e notevole spirito civile.

Giuseppe Riccio

 

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Fra il1961 e il 1963 c’è stata o no una cospirazione contro l’Italia per farle perdere il treno dell’autonomia energetica e scientifica e relegarla, come sempre, a un ruolo di comparsa del palcoscenico mondiale? Questo si domanda Bruno Arpaia quando intraprende la stesura de Il fantasma dei fatti. Attraverso la costruzione di un personaggio controverso, quello di Thomas Karamessines, americano di origine ellenica e vicedirettore della CIA in stanza a Roma proprio in quegli anni, Arpaia prova a riannodare i fili -invisibili ma robusti- che collegano il “Greco” alla morte di Mario Chou, ingegnere dell’Olivetti e vittima di un incidente stradale nel 1961, e a quella di Enrico Mattei, a capo dell’ENI negli stessi anni e morto in un disastro aereo nel 1963 (Mattei era un uomo “da contenere”, per l’establishment americano): si trattò di morti accidentali o di sabotaggio americano? E che ruolo ebbe la CIA, e quindi lo stesso Karamessines, nelle vicende politiche italiane di quegli anni? In bilico tra giornalismo d’inchiesta e diario personale, e attraverso una scrittura ragionata, precisa e chirurgica ma intrisa di emozione, Bruno Arpaia tenta di dipanare un gomitolo intricatissimo di vicende oscure, fatti conclamati, sospetti mai sopiti, grazie anche al corposo supporto documentale fornitogli post mortem dal collega ed amico Giuseppe D’Avanzo, a cui l’autore dedica tra le pagine un epitaffio commosso. Viene quasi naturale accostare la prosa di Arpaia a quella di un altro autore di fiction storiche, Javier Cercas (L’impostore, Soldati di Salamina). E proprio Cercas, nella parte finale del libro, dice la sua con entusiasmo sul progetto narrativo dell’autore: “Meraviglioso. Fantastico. Da una parte i fatti e dall’altra la fiction, il ‘fantasma dei fatti’? Meraviglioso. Fantastico.”

Neva Galioto

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Fra romanzo e realtà, invenzione (o libera interpretazione) e ricostruzione di legami e nessi logici fra documenti e fatti storici.Bruno Arpaia ci conduce con due piani temporali ad interrogarci su alcuni fatti storici accaduti in Italia e nel mondo nei primi anni ’60 ed una possibile (verosimile?) ricostruzione romanzesca. Protagonista assoluto, sia nei fatti storici e ancor più dell’immaginato, è Thomas Karamessines, detto Tom il Greco, presente nei luoghi dove accadono alcuni fatti misteriosi del ‘900, quali la morte di Kennedy, la cattura di Che Guevara ed il golpe in Cile, ed a capo della stazione CIA a Roma dal 1961 al ’63.Qual è stato il ruolo della CIA, ed in particolare di Tom il Greco, nella morte di Mattei (all’epoca della sua morte l’uomo più influente d’Italia), e quale nella morte di Mario Tchou, collaboratore di Adriano Olivetti? E può essere ipotizzata la sua azione dietro le incriminazioni e le condanne di Felice Ippolito e di Domenico Marotta. Quanto, questi fatti, hanno influito nel bloccare l’ascesa economica e tecnologica dell’Italia degli anni 60 e quanto, e se, questi accadimenti sono stati casuali o guidati da mani occulte.Nel piano documentale l’autore ci guida con l’esposizione dei fatti e dei testi storici e giornalistici, nel piano romanzesco narra l’incontro, e la lunga intervista, fra Thomas Karamessines e due uomini della CIA: ……. «Vi hanno mandato loro?» chiede Tom il Greco ai due sconosciuti che bussano alla porta della sua casa di vacanza in Québec. «Loro» sono gli uomini della Cia, l’Agenzia che Thomas Karamessines, detto il Greco, ha servito per tutta la vita. Le storie si intrecciano, si evidenziano i dubbi e questi diventano i nostri, le questioni, che nei fatti storici rimangono avvolte nel dubbio, trovano, nella finzione, una logica “verosimile”. Con uno stile asciutto ed un ritmo da spy story Bruno Arpaia ci regala una storia che ha una verità documentata ed una storia romanzata che solleva dubbi ed interrogativi che non trovano risposta se non nella finzione del romanzo. Appassionante, scorrevole, imperdibile.

Salvatore Balsamo

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Cosa accomuna l’attentato a Enrico Mattei (visionario e carismatico presidente dell’Eni) il tragico incidente stradale di Mario Tchou (direttore del laboratorio elettronico della Olivetti) e le severe e ingiuste condanne a Felice Ippolito (direttore dell’Ente nucleare italiano) e a Domenico Marotta (direttore dell’Istituto Superiore di Sanità)? Secondo Bruno Arpaia la strategica scomparsa di questi 4 personaggi chiave nell’Italia degli anni ‘60 è riconducibile ai servizi segreti internazionali con la connivenza del sistema politico nazionale e internazionale. Obiettivo primario era liberarsi di questi quattro personaggi scomodi per favorire il sistema industriale statunitense, relegando l’Italia a una posizione secondaria nel campo della ricerca scientifica e dello sviluppo energetico e segnando quindi la fine del fermento che aveva caratterizzato quegli anni. Il romanzo ruota intorno a un personaggio misterioso e ambiguo realmente esistito: Thomas H. Karamessines, detto Tom il Greco, capo della stazione di Roma della Cia nei primi anni '60. L’abilità narrativa di Arpaia nella costruzione del suo romanzo colpisce più della trama, di per sé fitta di intrighi e segreti, a metà strada tra un thriller spionistico e un romanzo d’inchiesta. E' come se l’Arpaia giornalista e l’Arpaia scrittore si alternassero in un equilibrato gioco tra fiction e metaromanzo. Da un capitolo all’altro si avvicendano i piani narrativi, gli stili, l’ambientazione nello spazio e nel tempo, i narratori. Un capitolo presenta la complicata vicenda storica, il successivo descrive il lungo e impervio percorso che ha condotto Arpaia alla stesura del suo travagliato romanzo. Un capitolo narra i fatti, l’altro il fantasma dei fatti. Ma come egli stesso scrive nella postfazione: “..., anche molti altri eventi raccontati nel romanzo sono frutto di invenzione. Forse.”

Laura Guercio

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Il fantasma dei fatti i fatti e ciò che si ricostruisce intorno ai fatti, ciò che rimane di ciò che non è stato detto o scritto dopo un libro - fatto costruito per dare verità ai fatti anche e soprattutto a quelli scomodi. In Italia, “il paese più esposto alla sovversione rossa, con i socialisti alle porte del governo”, le cose illegali o anche immorali giustificate dalla “sicurezza dello stato” quella sicurezza che a lungo andare devia. Sullo sfondo i fatti oscuri dell’Eni, i legami, veri o presunti, con la CIA, l’omicidio Mattei a un soffio dalla firma degli accordi… Sono i fatti o i fantasmi dei fatti a rimanere dopo i fatti? “Signor Arpaia, io non esisto”. E sembra che nella non esistenza i fatti perdano consistenza reale per trasformarsi nei fantasmi dove finiscono i fatti e dove inizia la finzione.

Angela Falcone

 

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