< Libri e lettori

Il sangue e la sua memoria di Claudio Mattia Serafin
Linea

 

***
Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Roma 1 “Biblioteche di Roma”
coordinato da Simona Cives
***

 

Opera prima di Claudio Mattia Serafin scritta benissimo, l’autore con sapiente talento costruisce un giallo dove coesistono noir, splatter e atmosfere gotiche. La storia è ambientata a Roma, Enrico, uno dei due protagonisti è un trentenne laureato e frustrato che vive con la madre ingombrante e bipolare. Enrico vuole fare lo scrittore ma nel frattempo sviluppa la tendenza al serial killer, l’assassinio infatti nasce nel demi-monde letterario della capitale. L’altro personaggio è Roberto 45 anni giornalista affermato, editor di successo, buone frequentazioni nella “società che conta” e nella politica e professionista del ghost writer. La vita dei due personaggi scorre parallela fino ad un inatteso intreccio (un pugno allo stomaco) che racconta lo spirito del nostro tempo e fotografa i nuovi “Indifferenti” che uccidono senza un movente, senza concause ne finalità cancellando differenze tra assassini e vittime.

Maria Annunziata Saba

***

Dichiaro vincitore del confronto il romanzo Il sangue e la sua memoria di Claudio Mattia Serafin. Perché non è un thriller, né un noir, ma è davvero un piccolo gioiellino che travolge il lettore trascinandolo con bizzarro distacco attraverso le pagine dall’inizio fino alla fine. Forte questo “Il sangue e la sua memoria” di Claudio Mattia Serafin. Nella post-fazione del testo l’autore definisce il romanzo un thriller e afferma che i thriller non gli piacciono e poi dice che si è divertito a scrivere un noir e che invece il noir gli piace. Il romanzo è un piccolo gioiellino di stile e non è ne un thriller, ne un noir, ma un semplice pretesto per dipingere un affresco caricaturale di una Roma che, dalle ceneri della Roma descritta in mucchio di altre opere da un mucchio di altri autori, diviene strumento per raccontare le mille meschinità dell’umanità che la popola. C’è un mucchio di roba in questo romanzo: un dottorando in lettere e un editor sulla quarantina sospesi nel giudizio critico della solita vita di tutti i giorni in primis e, a corredo, anche un elemento fantastico che squarcia il velo del reale, un Orco, che non si capisce bene perché ci sta, ma vi assicuro che è una trovata geniale. Ma il romanzo è davvero ricco di trovate geniali e di piccoli colpi di scena che paiono messi lì quasi per noia e si fa leggere trascinando il lettore in un intesa che vi farà amare questo autore. Spero che a breve scriva altro.

Alessio Di Simone

***

Una storia che ci racconta di una Roma da abbattere da sterminare, storia di un omicida maniacale, e di come la mente umana può far innescare in ognuno di noi degli Orchi, degli alter-ego che ci accompagnano che diventano imbarazzanti ed invadenti capaci di tanta brutalità. Il protagonista di questo romanzo è cresciuto nei salotti letterari, nelle università e delle istituzioni prendendosene gioco consapevolmente o inconsapevolmente, con la speranza di far parte di quella alta percentuale di probabilità di assoluzioni dalla giustizia. Il protagonista è affetto da un disturbo dissociativo di personalità riconducibile alla sua infanzia disastrosa, complici disturbi psichiatrici presenti nella famiglia. È sia un carnefice che vittima ma dal quale ambisce ad un progetto di riscatto e di affermazione. Entrambi i personaggi, sia Enrico studioso di letteratura e umanesimo che Roberto giornalista di mezza età editor di successo, con una vita sregolata e piena di vizi, contemplano mondi interni che determinano la concretezza delle azioni. Mi trovo concorde nel ritenere giusto l’approccio “umanitario” della scuola di criminologia in Italia, riconosciuta nel mondo, per una visione del criminale come essere da curare prima ancora che punire. Mi unisco alla speranza di trovare terapie senza sterminio che possa tornare ad essere una Roma, senza spargimento di sangue e con giorni migliori. Ne consiglio la lettura.

Giuseppe Meffe

***

Questo romanzo come potrebbe apparire non è la storia di un serial killer. Il personaggio è si un omicida, un soggetto dissociato mentalmente e con sdoppiamento di personalità ma è anche uomo di cultura che si muove in ambienti frequentati da letterati e universitari. È scritto bene e con originalità. (voto 7)

Paola Cisternino

***

Questo thriller noir ambientato a Roma si apre con un omicidio. Due i personaggi principali, Enrico e Roberto, e ogni capitolo è incentrato proprio un personaggio. Enrico è un giovane dottorando che vive con una madre bipolare che non lo lascia in pace, Roberto lavora come editor e conduce una vita sregolata, piena di vizi. Tra i “personaggi” da menzionare anche un orco che osserva Roberto mentre dorme. Qual è il legame tra gli eventi narrati e i due personaggi? Attraverso una scrittura sperimentale, usata per descrivere una cruda realtà contemporanea, arriveremo a scoprire cosa lega Enrico a Roberto.

Alessandra Chiappini

***

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
L'iniziativa è riservata agli utenti maggiorenni. Questo sito non usa cookies.
Dubbi, problemi: torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com
Vedi anche Il Blog di Giorgio Dell'Arti su Repubblica.it