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Io sono il mare di Caterina Mazzuccato
Saggiatore

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Bologna 5 “Circolo del giallo di Salaborsa”
coordinato da Rosalia Ragusa
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Tutto il racconto si sviluppa intorno ai ricordi che legano il protagonista alla sua amata e, soprattutto, intorno alla descrizione del mare di cui egli sottolinea spesso esserne parte. Sono molteplici, infatti, i riferimenti all’ambiente marino che, in realtà, risulta essere il reale protagonista del romanzo: le acque del mare e gli animali che ci vivono vengono intesi come elementi e figure in cui ogni essere umano può identificarsi. Il libro risulta piacevole nella lettura ma le descrizioni relative agli animali che popolano il mare per quanto interessanti, risultano spesso prolisse e, a mio parere, spostano l’attenzione da quello che dovrebbe essere il centro del romanzo: il giallo della ragazzina scomparsa il cui ritrovamento porterà ad un riscatto emotivo del protagonista.

Natascia Guarducci

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Si narra di una relazione di coppia terminata, di un aborto, del cadavere di una ragazza da recuperare sul fondale.

La storia è il pretesto per parlare di: tunicati, la vita sessuale dei balani, brozioi, bonellia, aurelia aurita, rhizostoma pulmo, physalia physalis, astrospartus, haliotis, cystoseira, actinotrichia rosa, alicia mirabilis, arthrocnemum, thunnus thynnus, pakicetus, physeter macrocephalus, balaenoptera physalus. calamaro gigante architeuthis, murena helena, pseudolithophyllum expansum, axinella, calyx nicaeensis, clathrina, Spirastrella, eunicella paramuricea, myriapora truncata, coralium rubrum, pteria hirundo, pseudolithophyllum expansum, chondrosia reniformis, antozoi e schifozoi, celènteron, idiacanthus e il chauliodus sloani, saccopharynx flagellum, euphausiacea, osedax, cipree, luria, carcharodon carcharias, nauplius, Aporrhais pespelecani, crassopleura incrassata, acteon tornatilis, oliva porphyria, tonna galea, cymbiola imperialis. Macoma cumana, tellina fabula, pulchella, gastrana fragilis, turtonia minuta, thracia gracilis, venus antigonia, pitar rudis, irus irus, danax trunculus.

Un compendio sulla tecnica di immersione subacquea ed etologia ittica su cui si filosofeggia, e dove ogni donna adorerebbe sentirsi dire dal proprio amato: “tu, che sei sempre stata per me un bolinus brandaris, ermafrodita”.

Carla Zoni

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Per capire cosa vuole comunicarci davvero “Io sono il mare”, riflettiamo prima di tutto su cosa il romanzo non è: non è un giallo, perché la morte misteriosa della ragazza non è il principale interesse del narratore e di lei non sappiamo né sapremo mai quasi nulla. Non è una romanzo d’avventura, perché si parla sì di un viaggio negli abissi irto di ostacoli, ma l’azione viene continuamente spezzata dalle descrizioni (in più punti eccessive e spesso troppo didascaliche) degli innumerevoli esseri viventi (… ma quanti sono?) che popolano i fondali marini. Non ci rimane, quindi, che parlare di un romanzo a sfondo psicologico, la pericolosa immersione diviene così metafora di un viaggio diverso, un viaggio dell’anima, alla ricerca di se stessi, del proprio riscatto, della propria rinascita. Il protagonista deve toccare il fondo, ricordando tutti i passaggi di un amore infelice, devastante, ed incontrarsi a tu per tu con la morte, per sentire il desiderio di risalire (o meglio nuotare) pian piano verso la vita. Il tema è stimolante, ma la lettura faticosa, a distrarre il lettore contribuiscono le innumerevoli descrizioni e le tante altre piccole storie parallele (per la verità a volte più interessanti di quella principale).

Raffaella Bertagnoni

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Il mare è il vero protagonista del libro.

Il giallo e la tensione si sciolgono nell’acqua e si perde la curiosità.

Roberta Panunzio

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Il romanzo Io Sono il Mare, ha un inizio molto interessante, quello di sviluppare intrecciando insieme, la ricerca di una ragazza scomparsa, o meglio la ricerca del suo corpo, e la vicenda personale del protagonista in una immersione subacquea nelle profondità del mare. Così l’immersione negli abissi marini diventa la metafora dell’immersione nel proprio inconscio, alla scoperta del vero motivo della fallimento della relazione con la sua compagna e la perdita del figlio che aspettavano. La scoperta del corpo della ragazza potrebbe diventare un riscatto/espiazione della perdita del figlio. Ma purtroppo a questa buona idea iniziale non tiene dietro lo sviluppo del romanzo che si perde in flashback, continue ripetizioni e in prolisse digressioni e descrizioni pseudo-scientifiche di decine e decine di specie marine, noiosamente indicate con i nomi latini, con una volontà erudita senza senso in questo contesto. Emerge per pesantezza, tra le altre, la descrizione della decomposizione della balena. Anche il finale lascia perplessi e pieni di dubbi. Potremmo ironicamente definirlo un incrocio, malriuscito, tra Geo end Geo e un dramma psicologico.

Angela Lorenzoni

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