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Io sono l’abisso di Donato Carrisi
Longanesi

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Piacenza 3 “I ragazzi del Liceo Gioia”
coordinato da Annalisa Trabacchi
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Nonostate Carrisi sia uno scrittore di altissimo calibro, devo ammettere, Donato, che questo tuo capolavoro non mi ha colpito. La trama era piuttosto scontata, così come i colpi di scena capitolo dopo capitolo, anche se devo darti un grande merito: la costruzione del personaggio principale era ineccepibile, quasi perfetta in ogni suo dettaglio, a mio parere si muoveva semplicemente male. Quel “fare le pulizie era la cosa che lo rappresentava meglio” proprio non mi ha convinto e mi è rimasto impresso per tutta la lettura; non ho percepito la parte non lavorativa dell’uomo, non capendo come non potesse solamente levarsi quella divisa e vivere come coloro che lo circondavano; semplicemente si muoveva con discrezione quasi non volesse disturbare; una sola presenza lo renderà parzialmente visibile: la ragazza con il ciuffo viola.

Beatrice Eusebio

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Ci troviamo a Como. Una città che sembra entrare nelle ossa di chi ci è nato, proprio come l’umidità del suo lago, per trattenerlo a sé e non lasciarlo più andare. In questa cornice, incontriamo i personaggi principali della storia: “l’uomo delle pulizie”, un misterioso disadattato invisibile agli occhi del mondo, “la cacciatrice di mosche”, una donna con un passato difficile alle spalle, e una giovane ragazza dal ciuffo viola. Figure volutamente indefinite che si inseriscono e si incrociano in una vicenda torbida. Sullo sfondo, un lago che diventa il simbolo del lato più oscuro dell’uomo, di quella zona buia del nostro passato che trova sempre il modo di bussare puntualmente alla nostra porta, per quanto ci chiudiamo in casa nella speranza che non ci venga a trovare. Si tratta di un romanzo che piacerà di certo agli amanti del thriller, ma che rimane piuttosto chiuso nei confini del genere. A parte qualche elemento interessante, come l’ambientazione e la rappresentazione che viene fatta del Lago di Como, ho faticato a trovare qualcosa che mi facesse davvero affezionare alla storia e ai suoi personaggi. Anche se il finale è sicuramente una nota positiva.

Martina Gjika

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Il bullismo, il cyberbullismo, la violenza sulle donne e sui minori, lo sfruttamento alla prostituzione, l’omicidio e la violenza in generale. Questi sono alcuni dei temi centrali nell’attuale lotta alla violenza e l’autore pensa e decide di metterli al centro di questo romanzo. Un romanzo che si può definire a due ritmi: un adagio rappresentato dalla descrizione di questi a dir poco turbolenti personaggi, dotati di psicologie contorte ma mancanti di nome o di tratti distintivi (a parte qualche piccola ma grande eccezione), con vite travagliate e vicissitudini spaventosamente realistiche; un andante che rappresenta le molteplici azioni concitate, i dozzinali colpi di scena e i continui momenti di suspence che portano ad un finale esplosivo dalle mille emozioni. A tutto ciò si contrappone quella sensazione che il lettore prova a causa della mancanza di nomi all’interno del romanzo, cioè che chiunque potrebbe essere coinvolto in una vicenda simile, anche chi ci sta molto vicino. La cornice scelta ad hoc è un ambiente come il Lago di Como, rivisitato in questo caso come una palude nebulosa dalle acque plumbee che nasconde le insidie degli abissi che la mente umana può raggiungere.

Michele Pisani

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L’uomo che pulisce, figura dalla personalità disturbata, e la cacciatrice di mosche, donna che ha deciso di dedicare la propria vita ad aiutare le vittime di violenza domestica, due personaggi apparentemente lontani, i cui destini appaiono, però, intrecciati, sono i protagonisti del romanzo “Io sono l’abisso”, pubblicato da Donato Carrisi nel 2020. Un’opera coinvolgente, tesa, ricca di colpi di scena, la cui lettura scorre veloce nel tentativo di scoprire il sottile filo che tutto unisce. Un racconto che tiene il lettore con il fiato sospeso, ma che, al tempo stesso, gli mostra l’influenza che l’esperienza della violenza, nelle sue varie e molteplici forme, esercita sugli esseri umani.

Daniela Tanzi

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Un personaggio all’apparenza normale, un uomo che pulisce, che cerca di non dare nell’occhio e di sembrare invisibile, ma nella stanza di casa sua nasconde un segreto sinistro. Un uomo segnato da un passato doloroso, che pensa di poter fare solo il male e nient’altro, è incapace di relazionarsi con il mondo che lo circonda. L’uomo che pulisce pensa che rimanendo invisibile tutti i delitti che compie passino inosservati, questa invisibilità che diventa per lui quasi un’ossessione. Il vero protagonista dell’opera è però il male, che unisce tutti i personaggi, sia che lo subiscano sia che lo provochino. Ciò che dalla vita non può essere estirpato ma è necessario imparare a conviverci.

Camilla Nani

 

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