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L'ombra di Iside di Marco  Buticchi
Longanesi

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Piacenza 3 “I ragazzi del Liceo Gioia”
coordinato da Annalisa Trabacchi
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Tra passato e presente, tra l’Egitto di I secolo a.c. e la massoneria ottocentesca, L’Ombra di Iside è una storia enigmatica, con una serie di intrecci narrativi capaci di appassionare e di immergere il lettore nella narrazione. Il fil rouge di mondi ed epoche così distanti tra loro è la tavoletta d’argilla trovata dall’archeologa Sara Terracini, originariamente appartenuta a Teie, la guardia del corpo di Cleopatra, e nell’Ottocento passata nelle mani di Giovanni Battista Belzoni, anch’esso attratto dai tesori del passato. Tra misteri e rivalità si sviluppa il libro di Buticchi, alla ricerca della tavoletta di Cleopatra.

Alice Gogni

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Mistero e antichità sono i due elementi principali che “L’ombra di Iside” di Marco Buticchi tratta. Siamo in Egitto, una nuova scoperta è stata fatta di alcune tavolette di argilla che raccontano una storia singolare. L’archeologa Sara Terracini viene chiamata per svelare il mistero attorno a questo ritrovamento, venendo lanciata nella storia di Teie, la guardia del corpo di una delle faraonese più famose della storia. Ma il lettore segue solo queste due storie, ma anche quella di un certo Giovanni Battista Belzoni, un uomo che arrivato in Egitto decise di prendere con sé una tavoletta d’argilla, lasciando così la storia incompiuta. Le tre storie si intrecciano per tutto il libro, forse creando troppa confusione nel lettore, che deve ricordarsi allo stesso tempo i filoni narrativi di 3 storie cronologicamente distanti tra loro.

Camilla Nani

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Le vicende e le avventure di personaggi provenienti da tre epoche diverse si intrecciano a formare un unico grande racconto che svela le connessioni tra il nostro presente e il passato. Tra il caldo ambiente dell’Egitto al tempo di Cleopatra, i misteriosi intrighi della massoneria di inizio ‘800 e il curioso sguardo rivolto all’antichità da parte di avventurosi contemporanei, L’ombra di Iside risponde al gusto esotico ed evasivo tipico dell’oggi, costituendo per il lettore una piacevole via di fuga dalla propria ordinaria quotidianità.

Francesca Sabia

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Quando dalle sabbie d’Egitto affiorano delle tavole d’argilla, l’archeologa Sara Terracini si mette subito all’opera per portare alla luce la vicenda intrigante e misteriosa di Cleopatra e della sua guardia del corpo, ma anche quella di un italiano trasferitosi in Egitto nell’Ottocento alla ricerca di reperti archeologici. L’ombra di Iside di Marco Buticchi parla di tre storie lontane, apparentemente distinte ma strettamente correlate, e di tre donne forti, determinate e coraggiose. Il continuo cambio di ambientazione, i salti temporali, i colpi di scena e le descrizioni avvincenti sicuramente tengono desta l’attenzione del lettore durante la lettura di questo giallo storico, tuttavia il tono della narrazione e i motivi appaiono un po’ banali e ridondanti.

Luce Senaldi

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L’ombra di Iside è un romanzo che, a dispetto delle cinquecento pagine, si consuma rapidamente, se si ama il genere: la trama è avvincente, la scrittura è scorrevole e fluida. La narrazione procede su tre livelli temporali: al presente, costruito come un thriller, si alternano due epoche del passato, in cui agiscono, amano, discutono, muoiono personaggi consacrati dalla storia e dal mito. Nel primo secolo avanti Cristo si narra di Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto, l’amante di Giulio Cesare, la moglie di Marco Antonio, ma un altro segmento narrativo, che si intreccia con i primi due e agisce come collante, è ambientato ne 1815 ed ha come protagonista il cercatore di tesori Giovanni Battista Belzoni, un Idiana Jones ante litteram. Il ritmo è sostenuto e al lettore manca il tempo per annoiarsi, ma i personaggi, in particolare quelli che vivono nell’epoca contemporanea, hanno qualcosa di stereotipato e di finto. Sono tutti “troppo”: troppo intelligenti, troppo belli, troppo ricchi, troppo spregiudicati. Anche i colpi di scena, che non mancano, non stupiscono il lettore, perché sembrano attesi. Alla fine della vicenda la morale rimane la stessa che ha reso la saga di Indiana Jones così popolare: ciò che la storia avvolge nell’oblio la scienza non deve e non può svelarlo. Ci sono segreti che devono rimanere sepolti nella sabbia, chiusi nel cuore degli uomini e delle donne a cui appartenevano.

Isa Bacchi

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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