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La doppia morte della compagna Sangalli

di Tita Prestini Barta

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Milano 4 “Club delle Argonne”
coordinato da Fabio Mantegazza
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Un gradevole giallone storico, ben documentato e scorrevole. La storia è ambientata nel primo dopoguerra, nei difficili mesi che seguono la caduta del fascismo. I luoghi sono il lago d’Iseo e in parte a Brescia. Il protagonista è un commissario di polizia che si trova a dover risolvere un intricato mistero, fra partigiani, fascisti, spie e gente qualunque. I personaggi sono ben delineati. L’unica critica è che l’autore, soprattutto da metà romanzo in poi, continua ad aggiungere carne al fuoco, come si suol dire. L’accumulo appesantisce, ma rimane una trama appassionante. Il colpo di scena finale è quasi d’obbligo.

Maria Zioni

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Due gialli, due gialli storici, due gialli storici ambientati nel passato di una Lombardia che non c’è ovviamente più ma che lancia ancora qualche riflesso sull’oggi.

Ho letto questi testi in sequenza ravvicinata, ne scrivo in tandem per due ragioni. La prima è che mi è richiesto di indicare quale dei due vince il confronto, la seconda sta nella difficoltà incontrata nel definire quale dei due sarebbe finito giù dalla torre.

Dal contesto della provincia lombarda, dalle sue zone montuose e quindi più defilate rispetto alla diffusa prospettiva urbanocentrica, emergono con decisione tratti del nostro passato recente: sono le origini del presente, mai sufficientemente raccontate alle nuove generazioni (salvo poi stupirsi se queste ci appaiono (si sentono?) senza radici). Le storie mi sembrano ben costruite, delineate a tutto tondo con le loro sfumature. La differenza per me più significativa sta nei toni del racconto, nel linguaggio che veicola i contenuti di cui è parte: la Ballata tenta un’operazione ambiziosa, immergendosi con convinzione nel periodo storico in cui si svolge la storia. Ma proprio questo mi è parso il suo limite: la scelta lessicale, la costruzione sintattica di una lingua italiana coeva agli eventi è certamente un’impresa complessa, che evidenzia la meticolosa ricerca e la non comune abilità dell’autore, ma ha appesantito la mia lettura e l’ha resa faticosa. Tanto razionalmente apprezzabile, quanto respingente - per me - sul piano dell’empatia lettore-storia-autore.

E quindi giù dalla torre. A tutto vantaggio della compagna Sangalli e della sua doppia morte.

Gabriella Zipoli

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Il vice commissario Fabio Settembrini viene mandato sul Lago d’Iseo a cercare di risolvere un caso di omicidio. Sui binari della ferrovia si trova infatti il cadavere di una donna, Cesarina Sangalli. Fin dai primi soccorsi appare chiaro che la donna sia morta altrove e lì portata nella speranza che il primo treno di passaggio la investisse: il caso sarebbe stato archiviato come suicidio e sono si sarebbe indagato ulteriormente. Invece il macchinista del treno riesce a fermare in tempo il convoglio dando avvio, di conseguenza, ad una indagine che pagina dopo pagina scoperchia intrallazzi politici e militari.

Il romanzo è ambientato nei primi giorni dopo a fine della Seconda Guerra mondiale, quando i parigiani e i fascisti sottendono ancora legami tra di loro e con la malavita con la quale in tempo di guerra si erano alleati.

Il vicecommissario non è nuovo a questo tipo di indagini ed è forse per questo che è stato mandato in una terra di confine, tra le cui montagne si sono nascosti i partigiani e dove ora i sostenitori della appena dissolta Repubblica di Salò tentano la fuga verso l’Austria e la Svizzera. Con un buon interessamento della Curia Romana che in nome della fede tenta di mettere le mani su patrimoni rimasti senza “padrone”.

Proprio per questa sua esperienza, il vicecommissario si accorge ben presto che la donna ritrovata sui binari non è la Cesarina Sangalli, come indicato nei documenti ritrovati nei pressi, ma un’altra donna della quale nessuno ha denunciato la scomparsa: ma in quei giorni nessuno era in grado di denunciare la scomparsa di un parente, tanto era grande la confusione del momento.

Le indagini sono volte non tanto a cercare di capire chi sia questa donna e perché sia morta, quanto piuttosto a capire chi sia Cesarina Sangalli e perché la si voglia far credere morta. La curiosità investigativa del vicecommissario “disturba” sia i vecchi gerarchi fascisti (che ora tentano di farsi passare per nuovi partigiani) sia i partigiani che hanno concorso alla liberazione della zona (che ora ambiscono a posizioni di rilievo nel nuovo governo in fase di costituzione) sia ai piccoli criminali che nel corso della guerra hanno fatto quello che hanno potuto per non morire di fame.

È un bel romanzo storico, accurato nelle descrizioni caratteriali, abbastanza aderente con quella che doveva essere la situazione del momento, quel contesto provinciale e popolare difficilmente riportato nei libri di scuola, ma ben presente nei ricordi dei nostri nonni che hanno vissuto la guerra e la liberazione: almeno mio nonno così mi ha raccontato i momenti successivi alla liberazione, quando non si capiva bene chi stava da una parte e chi dall’altra.

La trama investigava passa in secondo piano e diventa solo il pretesto per farci ricordare un passato sempre ancora molto attuale.

Alessandra Chiappa

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Il racconto manca completamente di ritmo. L’autore sembra più preoccupato di definire il contesto in cui si svolge la vicenda narrata che di imbastire una trama serrata che tenga vinto il lettore. La scrittura è piuttosto piatta e poco caratterizzata. Milano risulta assente.

Cesarina Tasselli

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Libro di discreto interesse sia come giallo che come racconto d’ambiente. La sua ambizione - e in parte il suo merito - è quella di collocare la vicenda poliziesca sullo sfondo storico di un periodo decisamente interessante; quello successivo alla liberazione dell’Italia dai tedeschi. I personaggi corrono quindi sul filo dell’ambiguità che non è solo determinata dai loro caratteri e dai loro comportamenti ma dalla incertezza del periodo, con tutto quello che comprende: cambi di casacca, ipocrisie, denunce anonime, manovre clandestine per occultare tesori illegali. La vicenda dell’assassinio di una giovane, sotto false spoglie, perde presto interesse rispetto alla descrizione di una ambiente e dei personaggi che lo animano

Fabio Mantegazza

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