La ragazza che non sapeva piangere di Massimiliano Gizzi
Nero Press
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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Palermo 1 “Gli amici del Venerdì”
coordinato da Paola Ardizzone:
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Più nero di così non si può, più crudo di così è difficile.
Sembra di guardare lo storyboard di un fumetto leggendo “La ragazza che non sapeva piangere”. I tre protagonisti hanno tanti di quei buchi neri e tanti di quei mostri da dover affrontare da tenere il lettore in apnea e con una continua sensazione di dolore. Forse troppo.
Serenella Tinaglia
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Trovo davvero difficile giudicare un libro di un genere totalmente estraneo alle proprie preferenze di lettura, la mia quindi è una recensione emotiva, priva di quei parametri letterari che possano aiutarmi nel giudizio. Ci si imbatte immediatamente in un prologo “horror-sado-erotico”, si procede spaesati in un alternarsi di presente e passato, nell’atmosfera di una spessa coltre di fumo che offusca la visibilità dei personaggi, tra un professore pedofilo l’amico guardone e il killer psicotico. I continui rimandi ai film e ai serial preferiti dalla protagonista Carotina, e alle tecniche di scrittura, appesantiscono il testo. Se “nell’opera di Lovecraft, classificata come horror, non è l’orrore quanto l’attrazione a risultare essenziale” come scrive Mark Fisher, in questa opera l’orrore, gratuito e senza alcuna giustificazione letteraria, è l’unica sensazione che accompagna il lettore fino alla fine.
Francesca Messina
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È un classico libro horror, nel senso cinematografico della parola e del genere. Dai protagonisti, l’eroina e i due fidati accompagnatori, al gruppo antagonista, fino allo psicopatico in pieno Norman Bates style. Non c’è molto di originale nella storia, molti rimandi ai classici horror, da Nightmare a Psycho passando per Halloween e Venerdì 13. Apprezzabile il modo in cui viene descritta la protagonista e come viene raccontata la storia del maniaco. Ma non ci sono molti colpi di scena. Non riesce a inquietare.
Claudia Casano
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