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Lettere alla moglie di Hagenbach di Giuseppe Aloe
Rubbettino

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Sezze “Lettera Ventidue”
coordinato da Maria Gabriella Tomei:
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Questo romanzo mi ha lasciato a più riprese perplesso. La prosa e la storia sono abbastanza buone ma oltre alla descrizione dell’evolversi della malattia di Alzheimer (descritta molto bene e arriva dritta a smuovere i sentimenti) e alcuni dialoghi tra i vari personaggi molto veri ed intensi, per il resto ho faticato a seguire lo sviluppo della storia. Il finale anche se abbastanza prevedibile è comunque buono.

Leopoldo Tomei

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Ho letto con molto interesse questo racconto, mi sono immersa nella storia fin dalle prime pagine e mi ha intrigato l’intreccio delle storie di vita dei protagonisti, ho anche curiosato sulla strana morte di Rosa Luxemburg, una donna molto determinata, vissuta purtroppo in un paese e in un periodo letale per lei. La scrittura è scorrevole e ho letto con piacere anche nei momenti tristi descritti.

Fabiola Damiani

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Un noto criminologo, ormai avanti negli anni viene chiamato in Germania per risolvere un caso di un ritrovamento di uno scheletro che pare porti ad appartenere allo scrittore Hagembach. Ma questa ricerca gli dà lo spunto per fare un po’ il punto sulla sua vita che ormai per colpa della demenza senile, che sempre più fa buio sui suoi ricordi. Affronta infatti in un modo molto introspettivo la questione. Ma quando nella sua vita compare una prostituta, giovane, intelligente, studentessa in giurisprudenza, la situazione cambia è lei che prende in mano la storia. Nel libro è comunque il senso di umanità che prevale sulla malattia, è la gratitudine del gesto del compagno di viaggio che vince sul decadimento soggettivo.

Anna Maria De Renzi

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Si realizza un viaggio attento nella dimensione della demenza senile che sconvolge la mente, il tutto riconduce alla tematica della fragilità umana. Ne scaturisce un sentimento di compassione da parte del lettore che comunque si affianca alla speranza per ciò che avverrà. Il linguaggio usato è estremamente simbolico, affascina da un punto di vista estetico e la scrittura è raffinata.

Maria Carlevale

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Il mondo si sgretola e perde consistenza, la forma rassicurante della vita quotidiana si distorce, le conoscenze svaniscono, la malattia (subdolamente e inevitabilmente) frantuma la coscienza e rende l’uomo un guscio vuoto, privo di sostanza. Il mondo del protagonista viene distrutto e torna ad esistere attraverso le sue lettere, traccia tangibile del suo essere, del suo pensiero, delle sue azioni; l’uomo che con il suo ingegno ha risolto intricati casi giudiziari in qualità di criminologo, è chiamato a risolvere il più grande degli enigmi, a ritrovare se stesso nel buio dell’anima, a cercare l’essenza della vita, a capire cosa resta della nostra umanità senza la certezza della ragione, la lucidità del pensiero, la consolazione della riflessione i periodi brevi, ordinati e divisi da una solida punteggiatura sembrano accompagnarci e guidarci in questa ricerca di certezze in un mondo che non ne offre abbastanza.

Giuseppina Salvatori

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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