Operazione Athena di Luigi Irdi
Nutrimenti
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Circolo
dei lettori del torneo letterario
di Robinson di Palermo 3 “Eutropia”
coordinato da Rosana Rizzo:
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Al già vasto ed eterogeneo panorama della produzione giallistica
italiana si aggiunge anche Operazione Athena, di
Luigi Irdi. E anche qui, come in ogni giallo che si
rispetti, c’è un cadavere, quello del giovane Francesco Ramarri, trovato sopra
un’impalcatura di un cantiere navale nella sonnacchiosa cittadina di Torre
Piccola. E c’è un sostituto procuratore, Sara Malerba, che utilizza la sua
sterminata conoscenza cinematografica come codice interpretativo di fatti e
persone, e che d’abitudine intreccia dialoghi surreali con la madre morta.
Malerba è giovane, intraprendente, determinata e, come molti giustizieri del
giallo, colleziona fallimenti nella sua vita personale. Lei e l’ispettore
Berardi, con il quale si instaura un immediato feeling professionale, dopo
avere spostato il loro campo di indagini nella vicina Matera scopriranno: 1)
che la vittima non è un semplice operaio ma anche uno studioso di storia
dell’arte, appassionato in particolare dei Macchiaioli; 2) che esiste un legame
tra Ramarri, un dipinto di Carlo Levi le cui tracce si erano perse nel tempo, e
un torbido giro di affari che ha al centro proprio la nave da crociera Athena, su cui Ramarri stava lavorando. E’
un libro che promette e però non mantiene, neppure quando la vicenda si apre
velocemente ad una soluzione: manca di densità, di suspense, e difetta di
un’approfondita introspezione dei personaggi, fermandosi, per così dire, a pelo
d’acqua. Peccato.
Neva Galioto
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Athena Museal è il nome di una grande nave da crociera,
teatro di un incidente sul lavoro: un saldatore giovane e bello, Francesco
Ramazzi è precipitato da un'impalcatura, innescando una serie di interrogativi
discordanti: suicidio? Che cosa significano i tatuaggi sul suo corpo? Il volto
di donna allude ad un amore? E la casa che significa? La giovane Sara Malerba,
pubblico ministero e il maresciallo Berardi, non si fermano alle apparenze,
percepiscono, oltre alle parole dei colleghi anche il "non detto",
hanno la netta intuizione che il ruolo di saldatore sia, pirandellianamente,
solo una maschera. Sicuramente da parte di molti c'è fretta di archiviare il
caso, ma Sara decide di andare in Lucania, luogo d'origine del giovane per
capire, ed a poco a poco i tasselli del mosaico prendono la giusta posizione:
Ramazzi è un superdotato fisicamente, si può definire uno sciupafemmine, il
volto tatuato riproduce un quadro di Carlo Levi, conservato dalla pasticcera
Caterina Ramazzi. Dietro quella morte che potrebbe sembrare frutto della
vendetta di un marito o di un padre geloso, affiorano interessi grandissimi ed
un traffico clandestino di opere d'arte.
Sara scopre piano piano il marciume che c'è, molti i
riferimenti cinematografici che definiscono il suo carattere, ostinato,
Cocciuto, tenero nel rapporto con la madre morta. Diversi i temi accennati: le
morti sul lavoro, il problema degli immigrati, i possibili compromessi legati
ai poteri finanziari, il ruolo della magistratura (vedi la teoria degli
interruttori), la pateticità della vecchiaia (vedi la prof. Domenica Quintiliano vedova Randazzi,
ossessionata dalla raccolta bollini) il femminismo. Tuttavia il romanzo per me
non decolla, è stato letto, ma non mi ha presa.
Gemma
Alfano
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Il romanzo non decolla. È un giallo con poca suspense in cui la
protagonista ricorda un po’ Petra Delicado anche se
magistrato invece di commissario. È una donna insoddisfatta con un fallimento
matrimoniale che ha scelto il suo lavoro per non entrare in dissenso con la sua
vita. Guidata dal suo istinto intuisce che qualcosa non è chiaro nella morte di
un operaio trovato morto in una impalcatura di un cantiere navale in una
piccola città di provincia ma non riesce a trovare la chiave fino a quando L’
assassino non confessa spontaneamente sospinto dai sensi di colpa. A questo
punto Malerba riesce a tirare le fila della sua indagine smascherando un
illegale traffico di opere d’arte dietro il delitto. Il romanzo vorrebbe Sottolineare il rapporto tra potere
finanziario e malaffare ma non riesce a suscitarti indignazione perché
improbabile nella sua trama. Considerazioni sulla magistratura, su uomini
superdotati, sull’arte spesso sfiorano la banalità. Inutile la vicenda parallela
di una professoressa che denuncia un impiegato di un supermercato che le ha
negato i bollini e che va fuori di testa.
Mario
cottone
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Luigi Irdi ci consegna un giallo ambientato
nel cantiere Ostro di Torre Piccola, un’immaginaria cittadina marittima del
centro Italia, dove è in costruzione una grande nave da crociera, l’”Athena Musèal”, destinata a
crociere per viaggiatori facoltosi. La nave è progettata per ospitare in varie sale anche un
esclusivo museo d’arte moderna. Una tragedia colpisce però il cantiere; un
operaio muore in un incidente e l’autore ci introduce subito nel classico
dubbio che dà il via alla breve e veloce narrazione: omicidio, suicidio o
incidente? Sono chiamati a risolvere l’enigma il sostituto procuratore Sara
Malerba, da poco arrivata a Torre Piccola da Gela, dove si era occupata di
mafia, e il maresciallo dei Carabineri Elvio Berardi.
L’indagine che man mano prende forma delinea una realtà molto diversa
dall’apparente tranquillità della vita nella piccola città, a cominciare dalla
storia personale della vittima che faceva, sì, il saldatore ma che l’indagine,
sorprendentemente rivela essere tutt’altro che un semplice operaio. L’esistenza
stessa della vittima, originaria di Matera, è infatti legata, tra l’altro, a un
dipinto di Levi, la cui copia è conservata dalla sua famiglia. Ecco che così la
narrazione ci trasporta a Matera, seguendo le varie fasi dell’indagine.
L’originale del dipinto, la sua ubicazione, la sua scoperta, diventa allora il
nucleo decisivo del giallo di Irdi che ritiene di attirare il lettore in una trama a due livelli. L’idea
guida di questa “Operazione Atena” è, infatti, quella di ancorare l’indagine
che viene raccontata al mondo della storia dell’arte che viene chiamato in
causa insieme ai numerosi richiami cinematografici della protagonista. Questo è
uno degli elementi che arricchiscono la trama del libro che intende, per altro,
non fare mancare al lettore riferimenti a certe dinamiche interne al mondo
della magistratura. Nonostante l’evidenza di queste intenzioni da parte
dell’autore, di questo giallo, tuttavia, le parti veramente piacevoli sono solo
i dialoghi tra i due maggiori protagonisti. Nel complesso siamo di fronte a una
lettura certo non impegnativa, da consumare magari sotto l’ombrellone ma che
lamenta un impianto ormai decisamente fin troppo abusato e alquanto scontato
nella sua articolazione.
Cinzia
marino
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A Torre Piccola nel cantiere Ostro è in
costruzione una nave da crociera, l’Athena Museal. Ma la vita tranquilla della cittadina viene turbata
dall’omicidio di un saldatore del cantiere, Francesco Ramarri, che cade da
un’impalcatura e muore trafitto da un tubo. Sulla scena del delitto giunge Sara
Malerba, intraprendente sostituto procuratore, consapevole della complessità
del suo ruolo, che da appassionata cinefila qual è, trova immediatamente
un’analogia tra la morte del Ramarri e una famosa scena del film “L’esorcista”.
Sara riceve non poche pressioni per risolvere il caso, dato che il cantiere
costituisce una risorsa importante per la comunità di Torre Piccola. La Malerba
è coadiuvata nelle indagini dal maresciallo Elvio Berardi, con il quale istaura
una buona intesa investigativa ed entrambi concordano, nonostante le apparenze,
sul fatto di non trovarsi davanti né ad un incidente sul lavoro né ad un
suicidio. Le indagini li condurranno a Matera, dove avverranno cruciali
scoperte sul passato dell’operaio: Ramarri era in realtà uno storico d’arte che
amava Picasso e i Macchiaioli, ed era a conoscenza di un dipinto di Carlo Levi
negli anni in cui era al confino. La trasferta a Matera svelerà quindi alla Malerba
non pochi misteri, che daranno una decisiva svolta alle indagini. Anche se
l’autore tratta temi importanti, come le morti sul lavoro per la mancata
applicazione delle norme di sicurezza e le condizioni di vita di molti
immigrati, nonostante l’omaggio a Carlo Levi e a Picasso e qualche tratto più
originale, come il dialogo aperto tra Sara e la madre defunta, il romanzo non
convince del tutto, neanche quando si giunge alla svolta finale. Una lettura
scorrevole, ma senza suspense né colpi di scena.
Caterina
Pietravalle