I
demoni di Salvini di Claudio Gatti
Chiarelettere
Se fosse di
cinquanta pagine sarebbe un corrosivo pamphlet. Se fosse di un centinaio
sarebbe un temibile dossier. ...Ma «I demoni di Salvini»
sfiora le 300 pagine e rischia di non essere sempre avvincente e, soprattutto,
di odorare di fumo persecutorio.
La
filigrana della ricostruzione storico-politica è finissima, anche troppo: era
il caso di indagare sulla vita di Salvini liceale con
tanta meticolosità? Non potremmo riconoscere pacificamente a tutti gli
adolescenti il diritto a dire e a fare delle cose non eccelse? I momenti non
sempre esaltanti del suo apprendistato nello staff di Bossi non sono poi così
diversi dai primi passi di quasi tutti i politici di lungo corso...
Mi viene in
mente lo scontro di Scalfaro e Totò....
È interessante
la parte retrospettiva (e non) sulle figure della destra italiana post-bellica che
gravitano nell'orbita del Carroccio (si spera che sia tutto verificato), ma
credo che alcuni rami di quell'arbusto intricato siano completamente ignoti
alla maggior parte dei lettori, che avrà difficoltà a dare un giudizio di
valore (politico), se non per petizione di principio.
Il saggio
di Gatti è un buon esempio di ricerca nell'attualità politica, ma rischia di
restare confinato nei limiti della stessa attualità. Sembra poi ignorare la
componente emozionale che gioca da sempre un ruolo nella scelta elettorale: gli
haters (usiamo un brutto anglicismo) continueranno a
lanciare strali infuocati e i sostenitori continueranno a mettere la croce
sulla scheda nella privacy della gabina.
Giuseppe Goria
***
L'altro
libro "I demoni di Salvini" di Claudio
Gatti se, per tanti punti di vista è interessante e ben documentato, non fa
parte del genere letterario a me più congeniale. È quindi stato per me
abbastanza faticoso da seguire, sia per la sua lunghezza, sia per il numero di
personaggi che vi compaiono, alcuni dei quali da me noti, molti altri no.
Piacevole
interludio nel libro sono le memorie di guerra della Prof.ssa Silvana
Sacerdoti.
Maria Cristina Gaja
***
L’autore è
un giornalista politico e questo testo, infatti, non è né un romanzo né un
lavoro letterario.
L’utilizzo,
poi, già nelle prime righe di parole non italiane (ad es. takeover
o, peggio, del verbo supportare) mi convince che la lettura non mi si addice.
Maria Teresa Reineri
***
I Demoni di
Salvini. Più che una inchiesta sembra un’ossessione.
Tutto troppo: troppo lungo, troppo voltato e rivoltato, troppo noioso, troppo a
tesi, troppo scontato…perde ogni efficacia e interesse.
Albina Malerba
***
I demoni di
Salvini tratta un argomento per cui non ho trovato
alcun interesse.
Franca Caon