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I passi di Bianca di Nicola Viceconti

Emersioni

 

Il libro nasce dalla sceneggiatura di una produzione cinematografica e ne risente: la storia è commovente e tragica ma lo stile e alcuni passaggi della trama non mi hanno convinto. Racconta il dramma delle identità rubate ai figli dei desaparecidos argentini, strappati alle madri al momento della nascita e dati illegalmente in adozione a coppie legate da rapporti di amicizia o di affari ai militari golpisti durante la dittatura. Lo stile usato è quello della narrazione in terza persona: il lettore così diventa solo uno spettatore della storia e il risultato è freddo e distaccato. Io non mi sono mai sentita coinvolta nella storia. I sentimenti dei protagonisti e gli accadimenti da loro vissuti, positivi o negativi, vengono descritti dal narratore in modo quasi didascalico. Non ho trovato l'approfondimento nei personaggi che una storia del genere dovrebbe invece avere; ciò ha portato anche a qualche piccola falla nella trama: non ho trovato spiegazione ad alcune mosse e decisioni prese dai protagonisti. Peccato perché è invece una storia straziante e di coraggio, che meritava di essere raccontata.

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Mi è piaciuto per la scorrevolezza dell’esposizione e la personalità del personaggio.

Flora Azzolini

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I passi di Bianca: la storia narrata da Viceconti prende spunto da una sceneggiatura e si rifá ad avvenimenti del recente passato. Bianca, la protagonista, é una giovane donna infelice ed insoddisfatta della sua vita, dell’ambiente familiare oppressivo e soffocante che le impedisce di essere se stessa e seguire le sue inclinazioni. Determinata a seguire la sua strada, contro il volere dei genitori, cambia città, inizia a svolgere la professione che ama e s’innamora di Giulio, anche lui architetto. Si avvicina l’ora della verità. Bianca aspetta un figlio: la gioia della coppia è però turbata da una rivelazione. Le analisi mettono in luce un fatto apparentemente incredibile: Bianca non è stata concepita dai suoi genitori. E qui comincia una lunga sequenza che porterà i due giovani in Argentina alla scoperta della verità. I personaggi della vicenda sono verosimili ma i fatti narrati appartengono alla storia, e questo rende emotivamente più appassionante l’intreccio. Quindi nel complesso una lettura interessante, consigliata, che apre insoliti scenari sulle drammatiche conseguenze dei conflitti politici anche nell’ambito privato. Tuttavia vanno rimarcati anche i limiti del testo che, innanzitutto, risente dell’impronta iniziale della sceneggiatura per cui i fatti, gli eventi hanno il sopravvento e il fluire della storia, a parer mio, ne risente. Inoltre ho rilevato una certa mancanza di armonia direi tra la prima e la seconda parte del testo. Certamente il limite maggiore è stato quello di scontrarsi con la maestria di Di Giovanni e con il mondo dei Bastardi di Pizzofalcone.

Annamaria Barletta

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Alla fine della lettura viene spontaneo ritornare alle prime pagine del libro per ricomporre una storia drammatica del nostro tempo, raccontata con mano leggera con discrezione e delicatezza, senza indulgere alle facili commozioni né ai particolari truculenti: la si legge quasi come un giallo. La scrittura è a tratti ingenua e sempre pudica, capace di comunicare sentimenti, domande, possibilità di relazioni autentiche. L’argomento affrontato è una delle vicende più tragiche legate alle dittature, e tra quelle forse meno conosciute, emerse grazie agli sforzi eroici, non instancabili di persone semplici, ma capaci di scelte etiche, di coraggio e di amore.

Anna Grattarola Romano

 

 

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