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I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin
Sur

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Civitanova “Scriptorama”
coordinato da Luca Pantanetti
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Ritmo incalzane e prosa asciutta incatenano il lettore alla lettura de “I ragazzi venuti dal Brasile”, impedendogli di mollare la presa prima di essere giunto alla fine.

Bene e male si fronteggiano nei due grandi protagonisti di questa storia: Lieberman, “Il cacciatore di nazisti”, da una parte, e il dottore Mengele, un nome capace da solo di evocare i peggiori incubi della persecuzione nazista, dall’altra.

La trama si dipana piano piano, la tensione rimane sempre alta e culmina in uno scontro in cui sembra che il piano del perfido dottore nazista si possa davvero realizzare.

Ottimo thriller, che innesca anche non poche riflessioni di natura etica (data la presenza del tema della clonazione) nel lettore.

Andreina Carnuccio

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La vicenda inizia quando alcuni superstiti potenti nazisti, ormai esiliati in Sudamerica, si incontrano per decidere i dettagli di un’operazione segreta. Sotto la guida del dottor Mengele, i nazisti avranno la missione di uccidere ben 94 uomini in diverse parti del mondo, tutti con età uguali. Colui che cercherà di ostacolare il piano sarà l’ebreo Liebermann, cacciatore di nazisti, che cercherà di investigare su questa missione degli ex seguaci di Hitler. In questo thriller fantasioso il ritmo serrato rende la vicenda piena di suspense e permette comunque al lettore di riflettere nel contempo sui limiti della scienza, della politica e della religione.

Cristina Cantiani

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Il libro ha per tema il folle esperimento del dottor Joseph Mengele di clonare 

Adolf Hitler...

Un bel romanzo è sia per lo stile che per l’ironia di Levin che dimostra un’ottima conoscenza dell’uomo.

Stefano Calzola

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Una storia intrigante che trae spunto da una delle pagine più nere della storia umana. Dal corpo centrale del racconto, innestato sull’antagonismo dei due protagonisti, l’ebreo a caccia di ex nazisti e l’Angelo della Morte, sul finale si staglia la figura del rabbino che non esita a considerare come necessaria l’uccisione dei replicanti di Hitler. Ecco allora che il confine tra il bene e il male non è mai così netto poiché l’animo umano contiene in sé germi capaci di creare mostri, anche quando le azioni e i comportamenti sono mossi dalle più nobili intenzioni. Un romanzo, dunque, che fa riflettere.

Paola Chiucchi

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In questo romanzo che direi di ‘fantagenetica’, Levin ha anticipato di venti anni la pecora Dolly.

La narrazione della sfida tra Lieberman, ebreo scampato ad Auschwitz e il dottor Mengele, criminale nazista che vuole replicare Hitler in 94 ragazzi, al fine di realizzare una missione di sopravvivenza della razza ariana, che la sua mente malata ritiene ispirata dalla volontà di Dio, si snoda tra una molteplicità di personaggi e luoghi che spesso creano confusione. La scrupolosa descrizione dei minimi particolari che accompagnano le azioni e i movimenti dei personaggi ci forza ad entrare nella loro realtà.

 Impossibile non avere sempre davanti agli occhi Gregory Peck e Lawrence Olivier, interpreti del film di successo tratto dal romanzo.

Patrizia Lucarini

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Un libro che è quasi un noir, con una grande componente di spionaggio. Storia di complotti e intrecci sullo sfondo di un mondo ancora ferito da un evento di così grande portata come l’olocausto. Parallelamente c’è la storia di una sfida fra due uomini che hanno grandi sogni, anche se in ambiti molto diversi: da un lato una grande scoperta scientifica (anche se a discapito di tante vite umane), dall’altro l’utopia di un mondo più consapevole e giusto.

Martina Occhialini

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Si racconta per far pensare ...

Si racconta per ricordare ...

Si racconta per non dimenticare. È questo quello che emerge dalla storia scritta da Ira Levin, un romanzo che intreccia storia, immaginazione e personaggi storici.

Siamo nel 1974 e ci troviamo in brasile, dove il dottor Mengele, medico delle Ss è intento a mettere in atto il suo diabolico piano di creare dei cloni di Hitler, per poter dare inizio al quarto reich. Liebermann indagherà su questa vicenda portando a galla una serie di omicidi, adozioni misteriose e bambini dagli occhi azzurri. L’indagine li farà incontrare in un incontro-scontro ed un finale che ci farà riflettere. Non ci rimane che immergerci nella lettura e raccontare per...

Marco Moretti

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Mi è piaciuto tantissimo, mi ha presa dalla prima all’ultima parola. Una tensione continua senza tregua, senza mai dare un momento di relax. Una narrazione veloce che non confonde, nonostante i tanti personaggi, gli ambienti, la storia di Mengele e i suoi folli esperimenti. Avevo visto il film, ricordavo la trama ma devo dire che leggerlo è stato un piacere.

Barbara Belletti

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Questo romanzo per me ha il grande dono di catapultarti sulla scena. Le descrizioni sono minuziose e mai noiose, si è sulla scena con i personaggi, si vede e si sente quello che sentono loro. L’idea della storia è geniale e terrificante allo stesso tempo. Il finale ci pone di fronte a una questione etica e umana, in cui viene da chiedersi “e io, che avrei fatto?”.

Di fronte alla possibilità che il male ritorni, cosa saremmo disposti a fare per impedirlo?

Valeria Scarlato

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Scrittura chiara e scorrevole, storia avvincente costruita sui binari dei due protagonisti principali, le cui vicende si intrecciano a causa di un passato comune che torna ad essere presente per via di una telefonata che fa partire una doppia “caccia all’uomo”. I temi centrali del libro aprono alla riflessione sulla riconciliazione e la pacificazione con il passato rappresentato dal nazismo, sulla vendetta, sulla giustizia e sulla responsabilità personale per la costruzione del presente e, soprattutto, del futuro. Consigliato a chi ha a cuore la condizione ebraica successiva alla Shoah.  

Monia Mancinelli

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Agghiacciante. Bellissimo il ritmo della narrazione, incalzante e senza alcuno sbadiglio. Una storia terribile e geniale raccontata con una dovizia di particolari capaci di trasportare il lettore dentro alla scena come se stesse accadendo davanti ai suoi occhi (dalla cravatta gialla iniziale si é dentro alla storia come risucchiati in un set cinematografico). Molto ben scritto.

Francesca Scarlato

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Un thriller, libro d’azione. 1974, Josef Mengele, famigerato medico dei lager nazisti, dopo aver trovato scampo in Sudamerica, cercherà di attuare il suo piano: la clonazione di Hitler, per far sì che il nazismo si ripresenti ancora una volta nella storia; riunirà dei sicari per raggiungere il suo scopo. D’altra parte, Lieberman, un giovane ebreo, cercherà a tutti i costi di porre fine a questo progetto, sovvenzionandosi in tutte le ricerche e attività che intraprenderà. 

Nell’arco di due anni e mezzo, 94 funzionari statali di tutto il mondo, che non hanno nulla in comune se non la loro età, dovranno essere uccisi senza destare sospetti, e, poco alla volta, il mistero verrà svelato

Quello che ho apprezzato del libro, è la caparbietà dei protagonisti, questo spirito di abnegazione e determinazione nel perseguire i propri scopi.

Il libro riesce a tenere la tensione sempre alta, il tema è originale e la scrittura coinvolgente e scorrevole.

Flavia Cappelli

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Ogni storia ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale o comunque collegata a questo evento mi affascina sempre tanto perché è in grado di mostrare il bene e il male di cui l’uomo è potenzialmente capace. Ho apprezzato molto il confronto tra i due uomini così ambiziosi ed i loro tentativi di affermarsi.

Chiara Principi

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Roncave “Le Kamikaze”
 coordinato da Elena Bassetto
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Il libro ha inizio nel 1974 e racconta l’improbabile (ma non impossibile) impresa di ridare vita a un fantomatico “Quarto Reich” da parte di un gruppo di criminali nazisti scampato alla cattura e stabilitosi sotto falsa identità in Sud America; a questo inquietante progetto si contrappone un ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio e diventato cacciatore di nazisti.

Lorena

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San Paolo (Brasile), Settembre 1974, tre decenni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

In una sala riservata al piano superiore di un ristorante giapponese, un distinto signore in completo bianco attende, scortato dalle proprie guardie del corpo, sei ospiti. La cena è strettamente riservata e lo scopo è affidare ai convenuti una missione di estrema importanza: viene infatti consegnata una lista con i nomi di 94 precisi individui di sesso maschile, sparsi tra Stati Uniti, Canada e Europa, che dovranno essere uccisi nell'arco dei due anni successivi e secondo un preciso calendario. Per quale ragione proprio quegli uomini e in quell’ordine? Ai sei sicari, appartenenti ad una potente organizzazione nazista ancora operante, basti sapere che la loro missione è parte di un progetto più ampio volto alla definitiva affermazione della razza ariana. Tutto è stato organizzato con la precisione di un meccanismo ad orologeria senza badare a spese e tutto dovrà far sì che le morti sembrino casuali. Una falla nel sistema però è rappresentata da un registratore nascosto nel contenitore per il riso e da una telefonata che quella sera stessa attraverserà l’Oceano raggiungendo Vienna e svegliando in piena notte il cacciatore di nazisti Liebermann. “I ragazzi venuti dal Brasile” romanzo di Ira Levin è un misto di thriller e fantapolitica, è molto bello e avvincente e coinvolge fino all'ultima riga. Mai banale, suscita più di un interrogativo sulla natura umana.

Elena Bassetto

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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