I
sette frammenti di
Maicol Guerra
Il Rio
Il viaggio onirico del protagonista in
sette paesi fantastici, rappresentati graficamente in uno schema iniziale, ha
origine nella realtà e in un disagio dell’adolescente dovuto a diversi fattori:
un padre ricco e autoritario, una caduta da un albero, un viaggio riparatore
nel nord Europa, una sconvolgente tempesta in mare. Sfugge però il rapporto tra
queste due dimensioni, che magari si sovrappongono e si confondono, ma senza
giustificarsi reciprocamente.
La narrazione procede nel susseguirsi
casuale di fantastiche e incredibili vicende fondate sull’incontro tra i tre
viaggiatori ed altri personaggi (re, tiranni) alla ricerca di non si sa bene che
cosa (la stanza degli Arcani, in cui c’è tutto il sapere del nostro mondo), tra
paure, incubi, prove da affrontare.
Il linguaggio è semplificato al massimo: frasi
brevissime, uso del presente narrativo, lessico scontato.
Una lettura per nulla coinvolgente.
Annamaria De Palma
***
La vita monotona e
soffocante di un ragazzino insofferente della figura paterna e dei suoi modelli
educativi viene misteriosamente interrotta da una straordinaria avventura in
regni fantastici, tra prove di coraggio e di saggezza, mostri, guerrieri
valorosi o traditori, creature fiabesche, incantesimi e oggetti magici …
Insomma, tutto il repertorio del genere fantasy, intrecciato nel racconto
secondo schemi piuttosto prevedibili e ingenui, compreso il finale, che non
riesce a sorprendere. Non manca, forse, l’ambizione dell’apologo edificante che
tuttavia è sviluppato in modo schematico e banale.
Valeria Rossetti
***
Romanzo
fantasy.
Apprezzabile come “opera prima”.
Ho
trovato le varie avventure del personaggio poco coinvolgenti e ripetitive nel
loro svolgimento
La
fantasia risulta un po’ imbrigliata nell’aspetto descrittivo delle cose.
Elisabetta Nicolazzi
***
Un volume con
illustrazioni (alcune belle, altre meno); una trama vivace e di tensione. Dopo
le prime pagine la vicenda si apre al fantasy e Michael accompagna il lettore in
mondi fantastici, meravigliosi. Una storiellona in
cui ne accadono di tutti i colori. Ogni tanto una caduta di stile, qualche
ripetizione, qualche ingenuità, ma nel complesso un romanzo godibile
soprattutto da un pubblico giovane. Sicuramente non è il più bel libro di
narrativa del 2019, né verrà ricordato come pietra miliare del genere fantasy,
ma per l'ombrellone, o il treno può soddisfare.
Maria Zioni