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I sette frammenti di Maicol Guerra

Il Rio

 

Il viaggio onirico del protagonista in sette paesi fantastici, rappresentati graficamente in uno schema iniziale, ha origine nella realtà e in un disagio dell’adolescente dovuto a diversi fattori: un padre ricco e autoritario, una caduta da un albero, un viaggio riparatore nel nord Europa, una sconvolgente tempesta in mare. Sfugge però il rapporto tra queste due dimensioni, che magari si sovrappongono e si confondono, ma senza giustificarsi reciprocamente.

La narrazione procede nel susseguirsi casuale di fantastiche e incredibili vicende fondate sull’incontro tra i tre viaggiatori ed altri personaggi (re, tiranni) alla ricerca di non si sa bene che cosa (la stanza degli Arcani, in cui c’è tutto il sapere del nostro mondo), tra paure, incubi, prove da affrontare.

Il linguaggio è semplificato al massimo: frasi brevissime, uso del presente narrativo, lessico scontato.

Una lettura per nulla coinvolgente.

Annamaria De Palma

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La vita monotona e soffocante di un ragazzino insofferente della figura paterna e dei suoi modelli educativi viene misteriosamente interrotta da una straordinaria avventura in regni fantastici, tra prove di coraggio e di saggezza, mostri, guerrieri valorosi o traditori, creature fiabesche, incantesimi e oggetti magici … Insomma, tutto il repertorio del genere fantasy, intrecciato nel racconto secondo schemi piuttosto prevedibili e ingenui, compreso il finale, che non riesce a sorprendere. Non manca, forse, l’ambizione dell’apologo edificante che tuttavia è sviluppato in modo schematico e banale.

Valeria Rossetti

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Romanzo fantasy.

 Apprezzabile come “opera prima”.

Ho trovato le varie avventure del personaggio poco coinvolgenti e ripetitive nel loro svolgimento

La fantasia risulta un po’ imbrigliata nell’aspetto descrittivo delle cose.

Elisabetta Nicolazzi

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Un volume con illustrazioni (alcune belle, altre meno); una trama vivace e di tensione. Dopo le prime pagine la vicenda si apre al fantasy e Michael accompagna il lettore in mondi fantastici, meravigliosi. Una storiellona in cui ne accadono di tutti i colori. Ogni tanto una caduta di stile, qualche ripetizione, qualche ingenuità, ma nel complesso un romanzo godibile soprattutto da un pubblico giovane. Sicuramente non è il più bel libro di narrativa del 2019, né verrà ricordato come pietra miliare del genere fantasy, ma per l'ombrellone, o il treno può soddisfare.

Maria Zioni

 

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