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Idda di Michela Marzano

Einaudi

 

Romanzo che tratta in modo parallelo il desiderio di dimenticare un'infanzia e una adolescenza che fanno soffrire e la malattia che ci può colpire da anziani e che non ci permette di ricordare il passato più o meno remoto. Offre molti spunti interessanti di riflessione su come affrontare, riuscire a comunicare le nostre sofferenze passate.

Sandra Musian

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“Idda” è voce dialettale, significa “lei”. Lega indissolubilmente Alessandra a un passato che lei vuole rimuovere. La malattia di Annie, la madre del suo compagno, la porta inizialmente a cercare una chiave per aprire la serratura del passato della donna e trovare così una via per accedere al mondo in cui si trova. Alessandra ripercorre idealmente le tappe della storia d’amore di Annie e Jean, la mette in parallelo con quella dei suoi genitori e tutto questo le impone di confrontarsi con il suo passato, con il padre e la zia (Idda) che vivono in Puglia, luogo da cui è fuggita dopo la tragica morte della madre a cui lei era profondamente legata.

Il passato non può essere rimosso, Alessandra se ne rende conto un passo alla volta, e il percorso di indagine intrapreso per fare luce sull’esistenza delle persone che sono importanti nella sua vita, la spinge ad affrontare un viaggio che mai avrebbe immaginato di fare. Il ritorno in Puglia consente ad Alessandra di stemperare il risentimento che nutre nei confronti del padre, di perdonarlo e di trovare finalmente la serenità che aveva cercato andandosene via molti anni prima.

È una storia che coinvolge, il lettore può ritrovarsi nei dubbi, nelle presunte certezze e nella fragilità di Alessandra, che proprio per questo è un personaggio vicino a ognuno di noi.

Lucia Duca

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Una storia molto toccante, in cui all'inizio la protagonista cerca di ricostruire il passato della suocera, colpita da una malattia neurodegenerativa, e incapace ormai di mettere in ordine i propri ricordi (in un racconto parzialmente autobiografico).

Orientandosi con documenti, lettere, fotografie, Alessandra ripercorre l'esistenza della suocera anche per cercare di conoscerla meglio, ma nella ricerca del passato di un'altra famiglia, si rende conto di avere bisogno di indagare anche sul passato della propria.

La narrazione prosegue per buona parte con un ritmo incalzante (domande risposte degli interlocutori che si susseguono senza soluzione di continuità: paragrafi che iniziano con il discorso indiretto per addentrarsi poi nel diretto, e poi tornare all'indiretto, in un testo agile, fluido, ma sempre lineare e ordinato, organizzato, chiaro), per rallentare poi nell'ultima parte, quando la protagonista comincia a trovare risposta alle proprie domande, rimette in ordine alcuni tasselli della propria esistenza e capisce che il futuro può essere diverso da come si aspettava.

L'indagine della protagonista rimane sempre e comunque una ricerca sull'amore, sulla sua origine, sulla sua forza, sulla sua capacità di mantenere una coppia unita e di determinare il destino di una famiglia. Le risposte che Alessandra trova nell'ultima parte del romanzo le confermano che l'amore è possibile ed è quello che ci da la motivazione su cui costruire il nostro futuro.

Michela Bogar

 

 

 

 

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