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Il cacciatore di miele e la tigre del Bengala di Davide Latini

Haiku

 

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Circolo dei lettori

di Bari “Le donne in corriera”

coordinato da Maria Gabriella Caruso:

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Si legge tutta d’un fiato la storia dei cacciatori di miele dei villaggi bengalesi delle Sundarbans.

Immersi nella realtà di un paese magico e terrificante per stile di vita e povertà... “la gente non ha neanche un posto dove morire”, l’autore regala emozione e stupore.

Leggendo si scopre una vita civilmente inaccettabile e si viaggia in posti sconosciuti che invitano alla riflessione... Le orme della tigre possono lasciare tracce indelebili nella memoria ...

Annamaria Barbone

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Un  libro che colpisce per la purezza dei sentimenti e l’intensità delle emozioni. Il lettore si immedesima nel protagonista un ragazzo che vive con la madre e la sorella nelle Sundarbans, nella foresta di mangrovie più grande del mondo tra Bangladesh e lo stato del Bengala occidentale. La sua sfida alla Tigre del Bengala, mangiatrice di uomini che ha già ucciso suo padre, è un invito alla riflessione sulle condizioni di vita di tante popolazioni del cosiddetto terzo mondo costrette a guadagnarsi la possibilità dell’esistenza in situazioni davvero al limite della dignità umana. Roni è un personaggio meraviglioso, la sua storia è intrisa di dolore e di speranza. Libro snello da leggere tutto d’un fiato.

Margherita Diana

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Davide Latini nel suo “Il cacciatore di miele e la tigre del Bengala” racconta di Roni che perde suo padre in una lotta contro la tigre nella foresta mentre cerca di recuperare il miele, fonte di guadagno per gli abitanti delle Sundarbans. La storia di Roni è la storia di una guerra di tutti contro tutti, il suo tentativo di vendicare la morte del padre contro la tigre e contro Kahil, l’uomo che non ha dato la ricompensa economica che spettava alla famiglia per la perdita del padre. È una storia che ci spinge a riflettere sui valori della vita e ci pone nelle condizioni di cogliere le tradizioni culturali di un mondo a noi lontano. E’ una guerra che assume una forma brutale per i più poveri in un contesto che è la foresta, simbolo dei pericoli della vita che ciascun giovane deve affrontare, ma è anche una riflessione sui valori morali, sulle ingiustizie della vita, sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla impossibilità di sfuggire al destino, sulla rabbia, sul silenzio.

Patrizia Ripa

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Si narra della vita della popolazione del Sundarbans, località geografica al confine tra India del nord e Bangladesh; una vita resa difficile dalle condizioni di miseria ed ambientali. Il protagonista, Roni, è un giovane che vive, con la sua famiglia, in un villaggio dove, a causa della morte del padre, si vede costretto, pur di mantenere la famiglia, ad intraprendere il lavoro paterno cioè quello di cacciatore di miele. Viene descritto il travaglio interiore del giovane, prima di arrivare ad emulare il padre e la sua voglia feroce di vendicarlo. Il suo lavoro è irto di pericoli perché si tratta di cercare il miele all’interno della foresta, popolata di bestie feroci e mortali. La ricerca della tigre che ha ucciso suo padre lo porterà a scelte molto coraggiose e pericolose. Il libro di Davide Latini si fa leggere volentieri ed è pieno di spunti di riflessione per noi uomini e donne dell’opulente occidente. Molto interessante da diversi punti di vista tra cui la capacità di raccontare una realtà così lontana da quella nostra, ma nello stesso tempo affascinante.

Roberto Grosso

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Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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