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Il ciarlatano di Isaac B. Singer
Adelphi

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Aprilia “Le Bucoliche”
coordinato da Antonella Proietto
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Singer con la sua arte del racconto, con i sui personaggi a tutto tondo, ci porta nel mondo degli ebrei

polacchi a New York e a noi sembra di camminare insieme a loro, di percorrere quelle strade prima

ostili, poi pian piano sempre più familiari, vediamo la vita con i loro occhi, assumiamo il loro punto

di vista. Al contempo ce ne discostiamo, stiamo a guardare questa umanità con la consapevolezza di chi conosce le miserie umane, a tratti con un sorriso bonario, a tratti con il fastidio di chi in queste

debolezze può riconoscersi.

Lidia Romagnoli

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Minsker, il protagonista di Singer, arranca. Vive sulle vite degli altri, ama per dipendenza e non per scelta. Minsker non è un eroe. Egli necessita di commedie quanto di drammi e si beve letteralmente l’esistenza. Siamo nella Grande Mela e sono i primi anni della guerra e questo intellettuale buffo è pressocché incapace di relazionarsi. Tra gelosia di mariti ed amanti, tra crisi e falsità, il comico ed il grottesco procedono all’unisono nello stile tipico dell’autore, Woody Allen della scrittura. Il protagonista non più giovane, però, si guarda allo specchio e forse è tutto qui il senso dell’opera.

Lucia Nardi

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 “Appena arrivati dicevano tutti la stessa cosa: l’America non fa per me. Ma poi, a poco a poco, si sistemavano, e non peggio che a Varsavia”. È con questa affermazione che comincia Il Ciarlatanodi Singer e che racchiude in sé tutta la storia del romanzo. Le vicende narrate ruotano attorno ai due principali protagonisti nonché amici Morris Kalisher e Hertz Minsker, ebrei emigrati negli Usa per sfuggire ad Hitler. Il primo diverrà un americano modello, dedito agli affari e al denaro; il secondo vivrà sulle spalle della moglie e dell’amico. Entrambi si allontaneranno così dalle leggi ebraiche per darsi interamente alla nuova vita, ma se Morris cercherà in ogni maniera di farsi strada nella nuova società, l’inettitudine radicale e profonda di Herts farà si che egli non farà altro che godersi tutto ciò che lo circonda e le donne in particolar modo. Due amici e due stili di vita completamente diversi, il primo che anche nei momenti più bui cercherà di rimanere fedele ai suoi ideali e il secondo che anche di fronte alla morte e agli insulti altrui cercherà un porto sicuro dove galleggiare oziando.

Ilaria Sabbatini

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Mentre in Europa imperversa la Seconda guerra mondiale, alcuni ebrei di Varsavia cercano di riprendere in mano le loro vite in un’America vitale e piena di opportunità, restando tuttavia travolti dallo squallore di esistenze ipocrite. Il protagonista, Hertz Minsker, è un burattinaio (o almeno ci prova) e incarna più di tutti lo spirito del “ciarlatano”, disposto a utilizzare ogni strategia di seduzione pur di rimanere a galla: flirta con le donne, si costruisce un’aurea da intellettuale impegnato, inizia amicizie relazioni e collaborazioni per pura convenienza ed è persino un (falso) sostenitore della parapsicologia – non a caso una disciplina oggetto di scetticismo e ironia tra i più. La vita di ciascuno si impiglia in una rete di menzogne, tra scelte ingenue e calcolate, rimpianti, rimorsi, rancori, disillusioni che continuamente costruiscono e demoliscono i rapporti relazionali, scalfiscono le certezze circa i valori personali senza tuttavia portare a una revisione dei propri automatismi comportamentali. Alla fine tutti esaudiscono non i propri desideri, bensì la propria condanna, restando impigliati nella rete.

Letizia Antico

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Ne “Il ciarlatano” emerge il contrasto tra la vita che Minsker vive in America durante la II°GM e l’Europa sconvolta dalla guerra e dallo sterminio degli ebrei.

Il protagonista, uomo intelligente, dotato di grandi capacità è in realtà incapace di portare avanti un’idea, un progetto, una storia d’amore. È un uomo perennemente sopraffatto dai dubbi.

Ho trovato interessanti le riflessioni filosofico esistenziali sull’esistenza di Dio, sull’origine del mondo, su chi siamo e da dove veniamo. Il romanzo diviso in due parti, narra nella prima la vita di Misken, le relazioni con le donne, con il suo amico che da sempre lo aiuta... nella seconda ho pensato che il cambiamento e il trasferimento in una nuova città, con prospettive nuove di lavoro avrebbero

finalmente portato ad un cambiamento ma nulla è cambiato. Minsker è sempre

attanagliato dai dubbi, le sue scelte durano solo breve lasso di tempo, poi di nuovo i dubbi         .

Monotono.

Silvana Petrelli

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Adelphi pubblica per la prima volta questo romanzo che uscì a puntate in lingua yiddish alla fine degli anni ’60. Una narrazione brillante, tradotta in italiano da Elena Loewenthal. Ci troviamo a New York, durante la Seconda Guerra Mondiale ed entriamo nelle vite di alcuni ebrei polacchi che sono riusciti a sfuggire a una guerra dilagante a Varsavia per cercare fortuna oltreoceano. In Europa hanno lasciato persecuzione, bombardamenti, morte. Ma anche affetti, lavoro, quotidianità. Tutto. In America hanno trovato un luogo diverso, a tratti ostile, in cui ognuno si adatta come può. E così Herz Minsker cerca di rifarsi una vita come (non) gli riesce meglio. È un letterato lui, con un libro incompiuto sulla scrivania che ben rappresenta una personalità ricca di inconcludenti contraddizioni. Intellettuale, seduttore, ciarlatano. Tra le altre, ha una relazione anche con la moglie del suo migliore amico, l’unico che lo aiuta ad arrivare alla fine del mese e gli consiglia di scegliere gli affari e abbandonare la psicologia per farsi una posizione a New York. Singer tratta i grandi temi dell’olocausto, delle questioni esistenziali, del mondo ebraico con tono profondo e ironico insieme.

Ilaria Francioni

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È il libro degli intrecci, dei rapporti degli immigrati ebrei polacchi durante la seconda guerra mondiale nella terra delle infinite possibilità, l’America. Il protagonista, l’erudito Hertz Minsker, si barcamena, vive grazie alle sue capacità seduttive, poco importa se verso i suoi amici (che di fatto lo mantengono) o verso le innumerevoli donne (che lo sostengono, ma comunque gli complicano la vita). Ambivalente il rapporto con la fede, pur essendo figlio di un rabbino ha formalmente abbandonato la religione per la scienza, ma a dio si rivolge ogni volta. Infiniti intrecci e infinite bugie, forse un’unica verità, quella di piacere

Teresa Catenaro

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In una New York vista con gli occhi di una comunità ebraica, nel periodo della Seconda guerra mondiale, incontriamo un personaggio, Hertz Minsker, che è davvero un buono a nulla senza forza di volontà, e il suo alter ego Morris Kalisher, che è un suo grande amico e mecenate e che, al contrario di Minsker, è un signore tutto d’un pezzo, gran lavoratore, marito fedele e devoto uomo di fede. Minsker non è solo un ciarlatano: è anche un erudito di grande fascino culturale, che ogni tanto tiene conferenze e che riceve addirittura incarichi di insegnamento universitario. Di religione disillusa, con un libro sempre incompleto e instancabile dongiovanni, non riesce a non rovinare qualsiasi cosa cominci. Minsker, ça va sans dire, è anche l’amante della moglie del suo grande amico. Sempre in bilico sul baratro dell’inconcludenza e della disperazione, gli capita ogni volta qualcosa che tutto sommato lo salva. Evidenzio due punti ricorrenti circa il potere irresistibile della seduzione: la seduzione delle donne, nessuna delle quali lo completa, ognuna delle quali gli serve per non impegnarsi mai a fondo; la seduzione di Dio, che, seppure in senso tendenzialmente scettico, alimenta la tensione esistenziale di Minsker. Propongo di trattare il libro come un test: empatizziamo o no con il protagonista? A seconda della risposta potremmo avere un punto di vista

su noi stessi e farci qualche domanda su come e perché gestiamo la nostra vita in un senso oppure in un altro.

Andrea Ferroni

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Il protagonista de “il Ciarlatano” è Hertz Minsker, di origine ebraica, sfugge dalle persecuzioni naziste e sbarca a New York, dove vivrà alle spalle dei suoi amici ricchi o delle donne che sedurrà nel suo cammino.

Devo dire che, “il ciarlatano” come nome calza a pennello al nostro protagonista che non sa esattamente cosa fare della sua vita.

È un personaggio Hertz estremamente contraddittorio a parer mio, il cui scopo è approfondire in un certo senso le debolezze umane.

Roberta Bucci

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Di I.B.Singer, premio Nobel 1978, conoscevo Keyea la rossa e La famiglia Moskat.

Rispetto a questi due libri, la trama mi sembra più debole e ripetitiva, forse conseguenza della pubblicazione a puntate.

La scrittura affascinante è semplice, l’autore riesce a trattare con leggerezza ed ironia i grandi temi a lui cari: “la religione, la tradizione del mondo ebraico, la guerra e le persecuzioni degli ebrei polacchi”.

Il personaggio principale Hers Minker è descritto sia dal punto di vista fisico che caratteriale in maniera mirabile.

Cialtrone lo è sempre, ma risulta simpatico nelle sue contraddizioni, erudito, ma incapace di portare avanti i suoi progetti, distolto dal suo perenne correre dietro alle donne.

Francesca Patuelli

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Una New York degli anni Quaranta vivida e dolente. Personaggi incredibilmente sfaccettati che ti conquistano fin dalla prima pagina. Il ciarlatano racconta degli Ebrei polacchi negli Stati Uniti e delle vite che riescono a (ri)costruirsi lontano da casa. Una girandola di eventi tragicomici,

piccole vite che si incontrano, storie che si intrecciano, catastrofi annunciate che aspettano di accadere. Una scrittura comica e grottesca così come comiche e grottesche sono le vite che racconta. Il classico libro che vorresti non dovesse mai finire: impossibile non sentire la mancanza di Hertz Minsker dopo aver voltato a malincuore l’ultima pagina.

Teresa Iannotta

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Filosofia, religione, storia e letteratura, tradimento, perversione, menzogna e contraddizione. Sacro e profano in salsa ebraico-americana. Isaac Bashevis Singer, grazie al suo stile unico ed un linguaggio sarcastico, restituisce con sottile ironia un quadro perfettamente delineato di una New York vista dagli occhi di alcuni profughi ebrei in fuga da Varsavia durante la Seconda Guerra Mondiale. Hertz Minsker, protagonista di avventurose vicende amorose e frammenti di vita quotidiana, è il “ciarlatano” per antonomasia in un racconto in cui ogni personaggio è la rappresentazione stereotipata di un qualche “tipo” di individuo, di un qualche particolare vizio o di qualche virtù nella quale ad ognuno di noi è probabilmente capitato in inciampare. Ciascun personaggio, ben delineato e confuso allo stesso tempo, ci viene mostrato nei suoi lati oscuri così come negli aspetti più accattivanti. “Il ciarlatano” è un romanzo spumeggiante, in cui ogni personaggio è se’ stesso e molto altro, in cui ognuno di noi riscopre che tutti son santi e tutti son ciarlatani.

Maria Chiara Recchi

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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