Il
codice Debussy di Lorenzo Della Fonte
Elliot
Montagna,
amicizia, musica, guerra, resistenza: tanti i fili della narrazione di questo
romanzo che intreccia storie vere di uomini con il giallo della morte di due
donne. Tutto si svolge nello scenario delle montagne valtellinesi ove si
consumano i drammi dei partigiani e degli abitanti di quelle montagne, di
quella gente che non ha voluto cedere al nazifascismo. I capitoli che
illustrano le azioni della resistenza partigiana a volte costringono a
divagazioni che fanno perdere un po’ il ritmo della narrazione senza peraltro
che venga veno l’atmosfera da “thriller”. Questo romanzo tiene con il fiato
sospeso fino in fondo ed avvincenti sono le storie dei personaggi
magistralmente raccontate. Per questi motivi, trai due libri assegnati, questo
è quello che mi è piaciuto di più.
Costanza
D.
***
Una
storia vincente ed avvincente ... Sono stata immediatamente affascinata dalla
trama e dalla liricità delle sue pagine. L'autore riesce a raccontare
l'indagine di un carabiniere incastonandola nel contesto della Seconda Guerra
Mondiale; la vicenda inventata si mescola ad una realtà storica che fa parte
della nostra Italia e che non possiamo dimenticare. Con un linguaggio ricercato
ma chiaro ed efficace, il libro scorre tra personaggi caratteristici e fatti
ben dettagliati, avvolti in un “ensemble” di elementi come avventura, suspense,
sentimento, emozione, poesia. La montagna e la musica sono protagoniste; di
quel terribile periodo emergono i ruoli importanti e difficili del Movimento
Partigiano e dell'Arma dei Carabinieri. Traspare tutta la sensibilità
dell'autore, che riesce a “tramandare” alcune importanti testimonianze, aiutato
certamente dalla sua capacità di ascolto. Un'opera meravigliosa! Grazie...
Angela
Palmieri
***
Sono
due libri in uno: un romanzo giallo ambientato nel 1944 ed uno storico che
narra le vicissitudini di chi ha tentato di rifugiarsi in Svizzera perché
ebreo, disertore o antifascista scappando attraverso le montagne aiutato dai
passatori. La vicenda ad un certo punto si intreccia con la storia della
Resistenza in Valtellina, l’odio per i fascisti, la passione per la musica e
l’alpinismo e anche se la storia è di fantasia, coinvolge personaggi realmente esistiti
ed è imperniata su fatti accaduti realmente, di cui alcuni ancora irrisolti. L’autore
ha utilizzato due registri narrativi distinti all’alternarsi dei capitoli:
quello in prima persona che racconta il procedere delle indagini e quello in
terza persona che descrive invece le vicende dei partigiani con due tematiche
centrali del romanzo: la morte e la guerra. Il lettore si trova subito
coinvolto nel racconto, lo stile è curato, delicato e in qualche modo romantico
nelle descrizioni; ha il ritmo di un giallo ricco di colpi di scena e di
personaggi indimenticabili lasciando spazi di riflessione. Il tema della musica
e della montagna è molto presente e questa altalena di leggerezza e durezza ma
anche accoglienza rende la storia molto avvincente. Malgrado le vicissitudini
dei protagonisti, ritornano persino le sensazioni più intime e perdute nel
tempo perché c’è il silenzio giusto per ascoltarle. La montagna è il nascondiglio
perfetto come la musica. C’è la speranza che può nascondersi in chi coltiva la
propria mente e il proprio cuore con l’arte. Al tutto fa da sfondo la musica,
nello specifico quella di Debussy, che è una sorta di “codice segreto”, una caccia
al tesoro e i preludi di Debussy sono paragonati a dipinti. È un romanzo per
chi ama risolvere misteri, ma anche per chi ama la storia e non vuole
dimenticare. Un viaggio attraverso i luoghi che hanno segnato la storia di
personaggi, ma anche di tutti quei ragazzi in cerca di un porto sicuro, degli
ebrei in fuga dal loro destino e dei perseguitati politici. Il libro mi è
piaciuto moltissimo: ho trovato ideali, pensieri, emozioni; tra le righe ho
scoperto armonia e il Direttore d’orchestra ha saputo far vibrare la sua bacchetta
in modo tale che i personaggi dessero il meglio di sé. Debussy ne sarà
contento. “… la montagna come uno smisurato spartito, scritto solo per chi lo
sappia interpretare …”.
Gisella
Marcellino
***
È
un romanzo completo e molto bello, a mio parere, perché c’è tutto quello che
può servire ad una lettura profonda e insieme avventurosa: la suspense, la fuga
dei probabili colpevoli e gli scontri, la grande natura delle montagne
valtellinesi, personaggi dall’umanità semplice eppure eroica (alcuni, come ci
comunicherà al termine l’autore, realmente esistiti) e, last but not least, la
grande musica di Claude Debussy, con i suoi Preludi (del resto l’autore è un
musicista di fama) e alcune rime sue e addirittura di Paul Verlaine, di cui fu amico.
È davvero un romanzo di ampio respiro che ti pervade l’anima. La natura ne è
parte integrante e protagonista anch’essa, durante la lettura sembra di
trovarsi con i nostri eroi che si inerpicano su per le montagne, guidati da
Fritz, cane quasi più umano degli umani. Infine, mi piace lo sguardo
misericordioso che il protagonista capitano Bassan rivolge persino ai Tedeschi,
riflettendo, davanti al caporale estasiato che suona il pianoforte, sul perché
giovani come lui debbano andare alla guerra. Un interrogativo rimasto ancora e
sempre senza risposta.
In
questa seconda fase del torneo, do la mia preferenza a “Il Codice Debussy”,
perché è un vero e proprio romanzo, mentre “A via Della Mercede c’era un
razzista. Lo strano caso di Telesio Interlandi” è una cronaca di fatti del
ventennio, seppur dettagliatissimi e molto interessanti, che passano attraverso
la vita e il lavoro di Telesio Interlandi. Entrami i romanzi si svolgono nello
stesso periodo storico, sicuramente non per un caso. Quello di Giampiero
Mughini rivede l’intero ventennio sino al primo dopoguerra e alla morte di
Interlandi, avvenuta a metà anni sessanta. Quello di Lorenzo Della Fonte
ripercorre le ultime fasi della seconda guerra mondiale, nello specifico del
libro, la parte che riguarda più da vicino noi Italiani, l’epilogo quindi del
fascismo e del nazismo, che non possono sicuramente essere disgiunti da quella
tragedia, anzi ne sono stati, sebbene in misure diverse, la causa.
Cinzia
Sfolcini
***
Il
libro che ho preferito questa settimana è stato Il Codice Debussy di Lorenzo
della Fonte. Un racconto affascinante tra resistenza, montagna e musica ben
descritto nel sottotitolo del romanzo: Il Codice Debussy – Storia di una
resistenza montana e della musica che l’ha accompagnata. Sono stata conquistata
da questo romanzo/thriller ambientato ai tempi della seconda guerra mondiale in
cui si alternano capitoli che raccontano l’indagine per un omicidio e capitoli
sulle vicende dei partigiani. All’inizio non capivo bene dove volesse arrivare
questo parallelismo, ma tutto mi è stato chiaro quando le due storie si sono
intrecciate ed è diventato un unico racconto. Il personaggio del Capitano
Giovanni Bassan mi è piaciuto particolarmente per i suoi valori e per la sua
morale, il quale, nonostante la guerra e le difficoltà incontrate, non ha mai
deviato il suo percorso.
Cindy
Prado
***
Il
codice Debussy è la storia di un capitano dei carabinieri, Giovanni Bassan, che
si trova implicato in una serie di omicidi: entrambi hanno in comune la
scomparsa di una misteriosa valigetta che sembra contenere importanti segreti
di Stato, il tutto ambientato negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.
Ci si sente subito catapultati nella storia, che si dimostra dinamica e
accattivante nella prima parte- come in qualsiasi giallo- soprattutto perché si
comprende che la musica ha un ruolo importante nello sviluppo della trama; superata
questa parte, però, si avverte un brusco rallentamento e si fa fatica a
proseguire. La presenza di capitoli che testimoniano fatti storici realmente
accaduti si impongono sulla finzione della trama e, per quanto sia stato
interessante leggerli, ne oscurano totalmente lo svolgimento finale. Quando sei
sul punto di capire come si sono svolti realmente i fatti e cosa racchiude la
valigetta, ti ritrovi a frenare bruscamente e ad adattarti al nuovo tipo di
narrazione.
Irene
Cambriglia
***
Un
libro per chi ama la montagna, la musica, i misteri o tutte queste cose
insieme. Due omicidi, una valigia misteriosa a cui danno la caccia sia i
nazisti sia i partigiani, un codice in musica da decifrare. Un romanzo
avvincente che ha il ritmo di un giallo ricco di colpi di scena e di personaggi
indimenticabili. Sulla storia aleggia la musica di Debussy, una sorta di codice
per scoprire non solo il segreto del grande alpinista Ettore Castiglioni, ma
anche per avvicinarsi al mistero eterno della montagna. A rendere ancora più
interessante il romanzo, per me, è il fatto che la vicenda prende inizio proprio
ad Asti. Lorenzo Della Fonte è – oltre che narratore - musicista, direttore
d’orchestra e compositore, docente presso il Conservatorio di Torino, partecipa
di due universi espressivi, quello della parola e quello del suono. Così è possibile
spiegare il titolo del romanzo: Il codice Debussy. I Preludi di Debussy fungono
da codice nel senso di ‘chiave’ per disbrogliare un segreto, e sono anche una
‘mappa’ segreta che può condurre alla individuazione del luogo nel quale
parrebbe occultata la valigia.
Maria
Frisa
***
Sul finire
della seconda guerra mondiale, il capitano dei Carabinieri di Asti indaga sulla
morte di una giovane ebrea. Gli indizi lo porteranno in Valtellina, su quel
confine tra Italia e Svizzera che rappresentava la salvezza per moltissimi
perseguitati dai repubblichini. Un romanzo avventuroso e ricco di colpi di
scena, in cui la storia dei protagonisti di fantasia si lega a quella di
persone realmente esistite in un intreccio appassionante e coinvolgente.
Marco Buttignol
***
Mischia
finzione con realtà con personaggi veri e altri di fantasia ,scritto in maniera
semplice ma coinvolgente ed emozionante , si ripercorre con il protagonista che
racconta in prima persona la ricerca di una valigia tra i sentieri delle
montagne che hanno percorso i giovani ,ragazzi e ragazze per trovare la
salvezza .Un romanzo d'amore per la vita e per la musica il codice Debussy
appunto che è il filo conduttore di questa bella storia ,un libro per non
dimenticare cosa hanno vissuto questi giovani durante la guerra , perché come
dice il protagonista di questo romanzo "ragazzi che avrebbero meritato un
momento migliore per avere vent'anni ".
Debora Cinti
***
Nel Codice
Debussy l'autore Intreccia la Resistenza in Valtellina contro i nazisti e
fascisti, il fascino della musica e dell’alpinismo, la montagna, dilemmi morali
e il dibattito su partigiani dalle idee politiche anche totalmente discordanti
come i comunisti e i cattolici ma consapevoli che era necessario unirsi per
sconfiggere il nemico comune
Serena Anselma
***
La strada
più lunga è un libro paradossale, la volontà di comporre un libro da adulti con
la scrittura di una preadolescente. Personaggi vuoti e prevedibili, trama
scontata a livello dell'inutile. Nessuna maturazione dei personaggi, nessuna
svolta, niente crescita, molta noia.
Il Codice
Debussy è un libro maturo, di un autore che, almeno, ha cercato di trovare una
storia avvincente. Lo stile è però piatto e poco incisivo
Gabriele Pieroni
***
"Il
codice Debussy". Due storie, un giallo di fantasia e una reale che si
intrecciano a metà del libro. Intrigante la parte di invenzione che aiuta a
coinvolgere di più il lettore e che, attraverso le riflessioni dei
protagonisti, aiuta a comprendere meglio quanto affrontato da alcuni italiani
durante il periodo della resistenza e quanto sia costato credere nell'ideale di
libertà. Un tributo, per me originale, a nomi che rischiamo di dimenticare, ma
che insieme a tanti altri ci hanno permesso di poter vivere in una nazione
unita e libera. Le descrizioni dei paesaggi sono così nitide, mai sdolcinate,
viene voglia di appassionarsi alla montagna.
Rosanna Ferrero