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Il codice Debussy di Lorenzo Della Fonte

Elliot

 

Montagna, amicizia, musica, guerra, resistenza: tanti i fili della narrazione di questo romanzo che intreccia storie vere di uomini con il giallo della morte di due donne. Tutto si svolge nello scenario delle montagne valtellinesi ove si consumano i drammi dei partigiani e degli abitanti di quelle montagne, di quella gente che non ha voluto cedere al nazifascismo. I capitoli che illustrano le azioni della resistenza partigiana a volte costringono a divagazioni che fanno perdere un po’ il ritmo della narrazione senza peraltro che venga veno l’atmosfera da “thriller”. Questo romanzo tiene con il fiato sospeso fino in fondo ed avvincenti sono le storie dei personaggi magistralmente raccontate. Per questi motivi, trai due libri assegnati, questo è quello che mi è piaciuto di più.

Costanza D.

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Una storia vincente ed avvincente ... Sono stata immediatamente affascinata dalla trama e dalla liricità delle sue pagine. L'autore riesce a raccontare l'indagine di un carabiniere incastonandola nel contesto della Seconda Guerra Mondiale; la vicenda inventata si mescola ad una realtà storica che fa parte della nostra Italia e che non possiamo dimenticare. Con un linguaggio ricercato ma chiaro ed efficace, il libro scorre tra personaggi caratteristici e fatti ben dettagliati, avvolti in un “ensemble” di elementi come avventura, suspense, sentimento, emozione, poesia. La montagna e la musica sono protagoniste; di quel terribile periodo emergono i ruoli importanti e difficili del Movimento Partigiano e dell'Arma dei Carabinieri. Traspare tutta la sensibilità dell'autore, che riesce a “tramandare” alcune importanti testimonianze, aiutato certamente dalla sua capacità di ascolto. Un'opera meravigliosa! Grazie...

Angela Palmieri

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Sono due libri in uno: un romanzo giallo ambientato nel 1944 ed uno storico che narra le vicissitudini di chi ha tentato di rifugiarsi in Svizzera perché ebreo, disertore o antifascista scappando attraverso le montagne aiutato dai passatori. La vicenda ad un certo punto si intreccia con la storia della Resistenza in Valtellina, l’odio per i fascisti, la passione per la musica e l’alpinismo e anche se la storia è di fantasia, coinvolge personaggi realmente esistiti ed è imperniata su fatti accaduti realmente, di cui alcuni ancora irrisolti. L’autore ha utilizzato due registri narrativi distinti all’alternarsi dei capitoli: quello in prima persona che racconta il procedere delle indagini e quello in terza persona che descrive invece le vicende dei partigiani con due tematiche centrali del romanzo: la morte e la guerra. Il lettore si trova subito coinvolto nel racconto, lo stile è curato, delicato e in qualche modo romantico nelle descrizioni; ha il ritmo di un giallo ricco di colpi di scena e di personaggi indimenticabili lasciando spazi di riflessione. Il tema della musica e della montagna è molto presente e questa altalena di leggerezza e durezza ma anche accoglienza rende la storia molto avvincente. Malgrado le vicissitudini dei protagonisti, ritornano persino le sensazioni più intime e perdute nel tempo perché c’è il silenzio giusto per ascoltarle. La montagna è il nascondiglio perfetto come la musica. C’è la speranza che può nascondersi in chi coltiva la propria mente e il proprio cuore con l’arte. Al tutto fa da sfondo la musica, nello specifico quella di Debussy, che è una sorta di “codice segreto”, una caccia al tesoro e i preludi di Debussy sono paragonati a dipinti. È un romanzo per chi ama risolvere misteri, ma anche per chi ama la storia e non vuole dimenticare. Un viaggio attraverso i luoghi che hanno segnato la storia di personaggi, ma anche di tutti quei ragazzi in cerca di un porto sicuro, degli ebrei in fuga dal loro destino e dei perseguitati politici. Il libro mi è piaciuto moltissimo: ho trovato ideali, pensieri, emozioni; tra le righe ho scoperto armonia e il Direttore d’orchestra ha saputo far vibrare la sua bacchetta in modo tale che i personaggi dessero il meglio di sé. Debussy ne sarà contento. “… la montagna come uno smisurato spartito, scritto solo per chi lo sappia interpretare …”.

Gisella Marcellino

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È un romanzo completo e molto bello, a mio parere, perché c’è tutto quello che può servire ad una lettura profonda e insieme avventurosa: la suspense, la fuga dei probabili colpevoli e gli scontri, la grande natura delle montagne valtellinesi, personaggi dall’umanità semplice eppure eroica (alcuni, come ci comunicherà al termine l’autore, realmente esistiti) e, last but not least, la grande musica di Claude Debussy, con i suoi Preludi (del resto l’autore è un musicista di fama) e alcune rime sue e addirittura di Paul Verlaine, di cui fu amico. È davvero un romanzo di ampio respiro che ti pervade l’anima. La natura ne è parte integrante e protagonista anch’essa, durante la lettura sembra di trovarsi con i nostri eroi che si inerpicano su per le montagne, guidati da Fritz, cane quasi più umano degli umani. Infine, mi piace lo sguardo misericordioso che il protagonista capitano Bassan rivolge persino ai Tedeschi, riflettendo, davanti al caporale estasiato che suona il pianoforte, sul perché giovani come lui debbano andare alla guerra. Un interrogativo rimasto ancora e sempre senza risposta.

In questa seconda fase del torneo, do la mia preferenza a “Il Codice Debussy”, perché è un vero e proprio romanzo, mentre “A via Della Mercede c’era un razzista. Lo strano caso di Telesio Interlandi” è una cronaca di fatti del ventennio, seppur dettagliatissimi e molto interessanti, che passano attraverso la vita e il lavoro di Telesio Interlandi. Entrami i romanzi si svolgono nello stesso periodo storico, sicuramente non per un caso. Quello di Giampiero Mughini rivede l’intero ventennio sino al primo dopoguerra e alla morte di Interlandi, avvenuta a metà anni sessanta. Quello di Lorenzo Della Fonte ripercorre le ultime fasi della seconda guerra mondiale, nello specifico del libro, la parte che riguarda più da vicino noi Italiani, l’epilogo quindi del fascismo e del nazismo, che non possono sicuramente essere disgiunti da quella tragedia, anzi ne sono stati, sebbene in misure diverse, la causa.

Cinzia Sfolcini

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Il libro che ho preferito questa settimana è stato Il Codice Debussy di Lorenzo della Fonte. Un racconto affascinante tra resistenza, montagna e musica ben descritto nel sottotitolo del romanzo: Il Codice Debussy – Storia di una resistenza montana e della musica che l’ha accompagnata. Sono stata conquistata da questo romanzo/thriller ambientato ai tempi della seconda guerra mondiale in cui si alternano capitoli che raccontano l’indagine per un omicidio e capitoli sulle vicende dei partigiani. All’inizio non capivo bene dove volesse arrivare questo parallelismo, ma tutto mi è stato chiaro quando le due storie si sono intrecciate ed è diventato un unico racconto. Il personaggio del Capitano Giovanni Bassan mi è piaciuto particolarmente per i suoi valori e per la sua morale, il quale, nonostante la guerra e le difficoltà incontrate, non ha mai deviato il suo percorso.

Cindy Prado

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Il codice Debussy è la storia di un capitano dei carabinieri, Giovanni Bassan, che si trova implicato in una serie di omicidi: entrambi hanno in comune la scomparsa di una misteriosa valigetta che sembra contenere importanti segreti di Stato, il tutto ambientato negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Ci si sente subito catapultati nella storia, che si dimostra dinamica e accattivante nella prima parte- come in qualsiasi giallo- soprattutto perché si comprende che la musica ha un ruolo importante nello sviluppo della trama; superata questa parte, però, si avverte un brusco rallentamento e si fa fatica a proseguire. La presenza di capitoli che testimoniano fatti storici realmente accaduti si impongono sulla finzione della trama e, per quanto sia stato interessante leggerli, ne oscurano totalmente lo svolgimento finale. Quando sei sul punto di capire come si sono svolti realmente i fatti e cosa racchiude la valigetta, ti ritrovi a frenare bruscamente e ad adattarti al nuovo tipo di narrazione.

Irene Cambriglia

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Un libro per chi ama la montagna, la musica, i misteri o tutte queste cose insieme. Due omicidi, una valigia misteriosa a cui danno la caccia sia i nazisti sia i partigiani, un codice in musica da decifrare. Un romanzo avvincente che ha il ritmo di un giallo ricco di colpi di scena e di personaggi indimenticabili. Sulla storia aleggia la musica di Debussy, una sorta di codice per scoprire non solo il segreto del grande alpinista Ettore Castiglioni, ma anche per avvicinarsi al mistero eterno della montagna. A rendere ancora più interessante il romanzo, per me, è il fatto che la vicenda prende inizio proprio ad Asti. Lorenzo Della Fonte è – oltre che narratore - musicista, direttore d’orchestra e compositore, docente presso il Conservatorio di Torino, partecipa di due universi espressivi, quello della parola e quello del suono. Così è possibile spiegare il titolo del romanzo: Il codice Debussy. I Preludi di Debussy fungono da codice nel senso di ‘chiave’ per disbrogliare un segreto, e sono anche una ‘mappa’ segreta che può condurre alla individuazione del luogo nel quale parrebbe occultata la valigia.

Maria Frisa

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Sul finire della seconda guerra mondiale, il capitano dei Carabinieri di Asti indaga sulla morte di una giovane ebrea. Gli indizi lo porteranno in Valtellina, su quel confine tra Italia e Svizzera che rappresentava la salvezza per moltissimi perseguitati dai repubblichini. Un romanzo avventuroso e ricco di colpi di scena, in cui la storia dei protagonisti di fantasia si lega a quella di persone realmente esistite in un intreccio appassionante e coinvolgente.

Marco Buttignol

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Mischia finzione con realtà con personaggi veri e altri di fantasia ,scritto in maniera semplice ma coinvolgente ed emozionante , si ripercorre con il protagonista che racconta in prima persona la ricerca di una valigia tra i sentieri delle montagne che hanno percorso i giovani ,ragazzi e ragazze per trovare la salvezza .Un romanzo d'amore per la vita e per la musica il codice Debussy appunto che è il filo conduttore di questa bella storia ,un libro per non dimenticare cosa hanno vissuto questi giovani durante la guerra , perché come dice il protagonista di questo romanzo "ragazzi che avrebbero meritato un momento migliore per avere vent'anni ".

Debora Cinti

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Nel Codice Debussy l'autore Intreccia la Resistenza in Valtellina contro i nazisti e fascisti, il fascino della musica e dell’alpinismo, la montagna, dilemmi morali e il dibattito su partigiani dalle idee politiche anche totalmente discordanti come i comunisti e i cattolici ma consapevoli che era necessario unirsi per sconfiggere il nemico comune

Serena Anselma

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La strada più lunga è un libro paradossale, la volontà di comporre un libro da adulti con la scrittura di una preadolescente. Personaggi vuoti e prevedibili, trama scontata a livello dell'inutile. Nessuna maturazione dei personaggi, nessuna svolta, niente crescita, molta noia.

Il Codice Debussy è un libro maturo, di un autore che, almeno, ha cercato di trovare una storia avvincente. Lo stile è però piatto e poco incisivo

Gabriele Pieroni

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"Il codice Debussy". Due storie, un giallo di fantasia e una reale che si intrecciano a metà del libro. Intrigante la parte di invenzione che aiuta a coinvolgere di più il lettore e che, attraverso le riflessioni dei protagonisti, aiuta a comprendere meglio quanto affrontato da alcuni italiani durante il periodo della resistenza e quanto sia costato credere nell'ideale di libertà. Un tributo, per me originale, a nomi che rischiamo di dimenticare, ma che insieme a tanti altri ci hanno permesso di poter vivere in una nazione unita e libera. Le descrizioni dei paesaggi sono così nitide, mai sdolcinate, viene voglia di appassionarsi alla montagna.

Rosanna Ferrero

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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