Il codice dei cavalieri di Cristo Carmelo Nicolosi De Luca
Newton Compton
I libri a me
assegnati per la valutazione per il torneo di Robinson sono stati Cronaca di
una passione argentina e Il codice dei cavalieri di Cristo. Il primo l’ho
trovato ben scritto e dalla trama interessante imperniata sulla storia d’amore
tra una donna trascurata dal marito ed un insegnante di tango
ma il libro a cui
va il mio voto è il secondo, Il Codice dei cavalieri di Cristo. Mi ha subito
affascinato la trama con i suoi rimandi medioevali ai Templari, all’esoterismo
e con l’intrecciarsi degli avvenimenti tra Italia, in Sicilia, ed il
Portogallo, con l’immettersi nel racconto di sempre nuovi personaggi fino
all’imprevisto epilogo. Ben scritto e avvincente un romanzo che ti prende e ti
tiene con il fiato sospeso fino alla fine, ben disegnati anche i protagonisti.
Voto il Codice dei cavalieri di Cristo
Francesco Cesolani
***
Ho scelto il
Codice dei cavalieri di Cristo.
La trama è
avvincente, gli eventi si susseguono con un ritmo incalzante, la suspense
invoglia a non staccare. Accurate le descrizioni dei luoghi e intriganti le
scene sul monte Pellegrino e nell'abbazia con le stanze segrete.
La struttura è
molto articolata e coinvolge parecchi personaggi, forse troppi, e mi lascia
appeso sul destino di alcuni di essi. Frederico, suo
padre, l’agente corrotto…
L’atmosfera
misteriosa e affascinante del mondo dei templari con i loro tesori nascosti e
quello dei monaci con i codici misteriosi scritti sulle pergamene, fatica ad
amalgamarsi, a mio avviso, con i traffici di diamanti.
In ogni caso
considero che la scelta dell’autore sia originale nel suo complesso il libro
offre spunti interessanti.
Sandro Medei
***
Devo dire che il
libro è stato scritto in ritardo. Prima di Carmelo Nicolosi De Luca ad
affrontare l’argomento ci hanno pensato ben altre penne italiane e straniere.
Il romanzo inizia come un poliziesco alla maniera di Camilleri, ma si
ingarbuglia subito in una storia di numeri magici che aprono la porta per
un'altra dimensione, frati, nobili portoghesi, templari e cavalieri di Cristo.
Non manca nulla al feuilletton persino un tesoro e la
mafia marsigliese. Il tutto infarcito da assassinii misteriosi, codici incisi
sui petti e conflitti a fuoco, tutto sommato un po’ troppo.
Mi ha colpito il
modo curioso e confusionario con cui l’autore chiama i personaggi, soprattutto
nei dialoghi. Nel giro di poche righe può definire lo stesso personaggio Barraco, vicequestore, italiano, uomo, ecc. La stessa cosa
vale per tutti i personaggi del romanzo con grande confusione per il lettore.
Infine un appunto sulla descrizione del rapporto tra Barraco
e Célia: i due vanno spesso a dormire insieme, ma
cosa succede su quel letto è misterioso. L’attrazione tra di loro, così
repentina, avrebbe potuto essere raccontata come travolgente e sensuale, invece
niente. Sembra che i due condividano docce e colazioni e nient’altro. D’altra
parte, in tutto il romanzo prevale una certa ingenuità, sia nel racconto dei
rapporti tra i personaggi sia, tutto sommato, nella trama. Non nego che, in
certi momenti, il libro possa essere avvincente ma non basta per definirlo
libro un romanzo, addirittura un best seller.
Rosaria Distefano
***
Il secondo libro
risulta divertente per come è scritto e contiene anche spunti di scrittura
interessanti ma lascia un po' inespresse alcune vicende dei protagonisti e
anche alla vicenda principale, intorno a cui ruota tutto il racconto, non viene
data la potenza deflagrante che ci si potrebbe attendere.
Cesare Formigoni