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Il codice dei cavalieri di Cristo Carmelo Nicolosi De Luca

Newton Compton

 

I libri a me assegnati per la valutazione per il torneo di Robinson sono stati Cronaca di una passione argentina e Il codice dei cavalieri di Cristo. Il primo l’ho trovato ben scritto e dalla trama interessante imperniata sulla storia d’amore tra una donna trascurata dal marito ed un insegnante di tango

ma il libro a cui va il mio voto è il secondo, Il Codice dei cavalieri di Cristo. Mi ha subito affascinato la trama con i suoi rimandi medioevali ai Templari, all’esoterismo e con l’intrecciarsi degli avvenimenti tra Italia, in Sicilia, ed il Portogallo, con l’immettersi nel racconto di sempre nuovi personaggi fino all’imprevisto epilogo. Ben scritto e avvincente un romanzo che ti prende e ti tiene con il fiato sospeso fino alla fine, ben disegnati anche i protagonisti. Voto il Codice dei cavalieri di Cristo

Francesco Cesolani

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Ho scelto il Codice dei cavalieri di Cristo.

La trama è avvincente, gli eventi si susseguono con un ritmo incalzante, la suspense invoglia a non staccare. Accurate le descrizioni dei luoghi e intriganti le scene sul monte Pellegrino e nell'abbazia con le stanze segrete.

La struttura è molto articolata e coinvolge parecchi personaggi, forse troppi, e mi lascia appeso sul destino di alcuni di essi. Frederico, suo padre, l’agente corrotto…

L’atmosfera misteriosa e affascinante del mondo dei templari con i loro tesori nascosti e quello dei monaci con i codici misteriosi scritti sulle pergamene, fatica ad amalgamarsi, a mio avviso, con i traffici di diamanti.

In ogni caso considero che la scelta dell’autore sia originale nel suo complesso il libro offre spunti interessanti.

Sandro Medei

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Devo dire che il libro è stato scritto in ritardo. Prima di Carmelo Nicolosi De Luca ad affrontare l’argomento ci hanno pensato ben altre penne italiane e straniere. Il romanzo inizia come un poliziesco alla maniera di Camilleri, ma si ingarbuglia subito in una storia di numeri magici che aprono la porta per un'altra dimensione, frati, nobili portoghesi, templari e cavalieri di Cristo. Non manca nulla al feuilletton persino un tesoro e la mafia marsigliese. Il tutto infarcito da assassinii misteriosi, codici incisi sui petti e conflitti a fuoco, tutto sommato un po’ troppo.

Mi ha colpito il modo curioso e confusionario con cui l’autore chiama i personaggi, soprattutto nei dialoghi. Nel giro di poche righe può definire lo stesso personaggio Barraco, vicequestore, italiano, uomo, ecc. La stessa cosa vale per tutti i personaggi del romanzo con grande confusione per il lettore. Infine un appunto sulla descrizione del rapporto tra Barraco e Célia: i due vanno spesso a dormire insieme, ma cosa succede su quel letto è misterioso. L’attrazione tra di loro, così repentina, avrebbe potuto essere raccontata come travolgente e sensuale, invece niente. Sembra che i due condividano docce e colazioni e nient’altro. D’altra parte, in tutto il romanzo prevale una certa ingenuità, sia nel racconto dei rapporti tra i personaggi sia, tutto sommato, nella trama. Non nego che, in certi momenti, il libro possa essere avvincente ma non basta per definirlo libro un romanzo, addirittura un best seller.

Rosaria Distefano

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Il secondo libro risulta divertente per come è scritto e contiene anche spunti di scrittura interessanti ma lascia un po' inespresse alcune vicende dei protagonisti e anche alla vicenda principale, intorno a cui ruota tutto il racconto, non viene data la potenza deflagrante che ci si potrebbe attendere.

Cesare Formigoni

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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