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Il giallo Pasolini di Massimo Lugli

Newton Compton

 

Il ricordo dei primi passi nel mondo, tanto desiderato, del giornalismo, la semi ossessione per il caso Pasolini ed i difficili anni '70. Un tenero sguardo sulla sua vita di giovane politicamente schierato che inizia ad intravedere il gioco sporco della politica. Ideali che scoloriscono e verità che vengono adeguate alle necessità politiche di quel tempo. Oggi come allora, pregiudizi, malavita, sembra che niente sia cambiato. Scorrevole, interessante, buona la tensione e buona suspense. Il caso Pasolini non trova la giusta soluzione, molte teorie non dimostrabili, la verità scomoda.

Barbara Belletti

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Con un taglio schietto e realistico, Lugli conduce il lettore nella Roma del 1975, quando la città e l’Italia intera fu sconvolta dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi intellettuali del XX secolo. Il protagonista del romanzo, Marco Corvino, è un giovane giornalista che lavora per il quotidiano Paese Sera che, tra peripezie varie, cercherà di gettare luce su un delitto ancora irrisolto. Lugli si cimenta con un thriller basato su fatti realmente accaduti che allarga lo sguardo sulla condizione sociale e politica dell’Italia degli anni ‘70.

Cristina Cantiani

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Il caso Pasolini di Massimo Lugli

La mia scelta è caduta su questo romanzo che ho trovato avvincente sia dal punto di vista della ricostruzione storica dell’omicidio perpetrato ai danni di Pasolini che dal punto di vista della storia del protagonista che viene descritto mentre tenta di essere confermato in via definitiva al quotidiano Paese Sera intraprendendo una sua indagine personale nel tentativo di giungere inutilmente alla verità nascosta dietro ad una versione di comodo sostenuta da molti soggetti in causa. Il fatto che il protagonista abbia un gatto ha rappresentato un ulteriore motivo a conferma della mia scelta.

Domenico Sermarini

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Terminato il romanzo “Il giallo Pasolini” di Massimo Lugli, di cui a volte ho trovato faticosa la lettura a causa dei forti temi trattati, sentimenti come tristezza, amarezza e una profonda malinconia, si sono impadroniti di me. Ho trovato la scrittura di Lugli più dinamica in alcune scene rispetto ad altre, ma comunque molto vera, a tratti brutale, sincera, e coinvolgente nella ricostruzione di quella che era la realtà romana negli anni Settanta. I personaggi storici sono ben caratterizzati, tanto che potresti dire, a lettura finita, di averli realmente conosciuti. Concludo dicendo che è un libro che ti rimane dentro.

Eleonora Belli

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Un romanzo di formazione sullo sfondo di un grande fatto di cronaca nera della storia italiana. Quest’ultimo, seppure fa solo da cornice alla storia principale, insieme alla presenza di personaggio realmente esistiti (un esempio su tutti quello di Oriana Fallaci), permette di inquadrare bene il contesto storico in cui si svolge la vicenda.

Impossibile non affezionarsi al protagonista, un giovane Pereira che fa tanta tenerezza.

Ritmo serrato e incalzante; un flusso continuo di pensieri, incessante come quello del protagonista.

Martina Occhialini

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Ottima ricostruzione dei fatti (quelli risaputi) che hanno caratterizzato la vicenda Pasolini.

Eccellente capacità di far vivere il lettore gli anni Settanta con gli scontri politici e la tensione latente e la redazione di un quotidiano con le gerarchie, i ritmi e i protocolli di comportamento del tempo.

Interessante l’idea di raccontare la vicenda dal punto di vista di un giornalista che, prima di tutto, è un ragazzo di poco più di vent’anno con un grande sogno nel cassetto e una reale passione per il suo lavoro.

Monia Mancinelli

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Con linguaggio immediato e asciutto, il romanzo di Lugli ci catapulta nel clima degli anni ’70 attraverso il vissuto del protagonista, un giornalista alle prime armi, che non accetta di liquidare il delitto di Pasolini come l’esito di frequentazioni di ambienti torbidi. Una sorta di indagine parallela, rispetto a quella intrapresa anche dal suo giornale, “Paese Sera”, offre l’occasione di ripensare alla vicenda umana di un intellettuale scomodo al punto che sulla sua tragica fine non è mai stata fatta chiarezza.

Paola Chiucchi

 

 

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