IlGiardinoDeiMostri
Il
giardino dei mostri di Lorenza Pieri
e/o
Il Giardino dei Mostri è un romanzo che si legge con facilità,
e questo rappresenta, nello stesso tempo, il suo pregio e il suo difetto.
Le pagine scorrono veloci, senza intoppi; il lettore può entrare
agevolmente nella storia e nei luoghi, evidentemente cari all'autrice. La stessa
scorrevolezza, però, a volte diventa eccessiva, a scapito della sostanza della narrazione.
I personaggi sono ben definiti, rispondenti alle aspettative che
chi legge nutre verso di loro. Se ha un difetto, mi sembra sia l'eccessiva verbosità
e l'indugiare su particolari che, se omessi, avrebbero fatto guadagnare allo scritto
in leggerezza.
Elisabetta Cafardi
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Personaggi antropologicamente diversi intrecciano i propri destini,
personali e familiari, sullo sfondo della costa maremmana. La famiglia locale del
buttero Sauro, detto il Re e quella di Filippo Sanfilippi
politico romano, trovano un'improbabile intesa nella gestione di un ristorante alla
moda. Impresa che fa da cornice a un confronto serrato, fatto di seduzione, tradimenti
reciproci, aggressività e un'incolmabile distanza umana.
Su tutto, come una divinità, sta la figura dell'Artista Niki de Saint Phalle, ideatrice del Giardino dei Tarocchi a indicare la via del destino di ciascuno.
Laura Calderaro
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La scrittrice sfugge al rischio di riproporre
due mondi due culture due classi sociali già
ampiamente stigmatizzati introducendo
nella trama della storia Niki Saint Phalle.
L'Artista assume su di sé il compito
di testimone di come sia possibile uscire dalla" forma" assunta per fedeltà
al sistema familiare e aprirsi, anche drammaticamente, all'ascolto di sé stessi
e dei propri sogni
L'originalità del libro è tutta centrata
nella felice creazione del rapporto fra Annamaria e la creatrice del Giardino dei
Tarocchi, luogo magico in cui la giovane buttera scoprirà di indossare una maschera
e troverà il coraggio di cercare la sua vera identità e la sua nuova "Forma".
Antonella Riccio Cobucci
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Mi sono appassionata al GIARDINO DEI MOSTRI per la sua originalità (a cominciare dai capitoli che hanno il nome dei tarocchi). Un romanzo che mette a confronto due famiglie agli antipodi e la complessa ma edificante storia di Annamaria.
Livia Carchella
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Capalbio trent’anni fa: è il tramonto del PCI, il comunismo duro e puro lascia spazio ad un progressismo facile e "pettinato". L'accoppiata buttero-deputato, amici e soci in affari, fa la fortuna dei luoghi e afferma una nuova mondanità. Le relazioni rivelano l'ipocrisia di una parità finta, innesco di sicura esplosione. Sullo sfondo le vedute ampie della Maremma e la costruzione del Giardino dei Tarocchi. Saga di due famiglie e storia dell’emancipazione della giovane Annamaria grazie all’ influenza della visionaria artista Niki de Saint Phalle. Bello e fluido lo stile, fedelissime alla realtà le atmosfere di un'epoca. La lettura è scorrevole e piacevole.
Marica Buttarelli