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Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
Baldini+Castoldi

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Arco di Trento “LibriCitando”
coordinato da Cristiana Bresciani:
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Non lo avevo ancora letto nonostante ne avessi sentito parlare tantissimo. Tema principale non è solo lo sfarzo, la ricchezza dei ruggenti anni Venti americani ma soprattutto la solitudine di chi vive in questo mondo nascosto dietro alle apparenze. Il Grande Gatsby è triste, non partecipa praticamente a nessun evento da lui organizzato, pensa di non avere amici veri ma solo interessati, si strugge per una donna del suo passato che una volta ritrovata, sembra essere più attenta alla sua condizione economica che a lui personalmente. Donna da lui idealizzata talmente tanto che non riesce a riconoscerne la mediocrità e arriva addirittura a sacrificarsi per salvarla. Non riesce nemmeno a percepire il valore dell’amicizia di Nick che era l’unico che gli stava vicino per affetto e che aveva capito la sua grande solitudine e che alla fine si rende conto delle conseguenze miserabili di un successo che non si basa sui veri valori della vita e sull’inutilità di voler rivivere un passato ormai andato.

 

Emanuela Prandi

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Il grande Gatsby: mai letto ma ne ho sentito parlare e intravisto anche una parte di film.

Giuro che avevo la sicurezza di trovarmi davanti un capolavoro ma non sono capace di leggerlo non mi piace come è scritto il contenuto (fino a dove sono arrivata). Non mi ha entusiasmato, ho provato a rileggerlo ma non va. Ho sospeso la lettura.

(Credo che nella mia vita non sono arrivata a dieci libri di cui non ho finito la lettura, ora tra questi c’è “Il grande Gatsby”).

Anna Maria Tavernini

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Romanzo ambientato nell’America anni Venti la cui trama, anche se ben costruita, prevale meno rispetto alla forte caratterizzazione dei diversi personaggi. Ognuno di loro è ben descritto, a volte con riferimenti quasi poetici (Daisy: “...la sua voce aveva il suono dei soldi...”), mentre, per contro, il personaggio principale viene svelato a poco a poco lasciando qualche incognita anche alla fine del libro. La trama evidenzia il contrasto delle personalità messe a confronto in un contesto di lusso effimero nel quali tutti appaiono amici e sembrano legati tra loro. Ma solo il protagonista conosce nel dettaglio le vite degli altri che, invece, conoscono molto poco sia del suo passato che del presente, ma lo frequentano unicamente per le lussuose feste che dà nella sua villa. Il tragico epilogo è reso ancor più triste dal fatto che nessuno dei suoi “presunti amici” parteciperà al suo funerale: un finale che appare come un monito verso una società basata principalmente sull’esteriorità e sui valori effimeri di denaro e successo. Mi viene da dire “...dopo la festa, quel che resta...”.

Scrittura scorrevole, ricca di particolari che consentono di entrare appieno nell’epoca e nei personaggi. Un grande classico, che si conferma una buona lettura.

Marialuisa Bozzato

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Il grande Gatsby: un racconto emblema di una società in cui quello che appare è diverso da ciò che è realmente. Un uomo, ricco e potente, quanto misterioso, circondato all’inizio da tantissime persone che poi, al momento della sua morte, si troverà solo, con un unico amico conosciuto solo qualche mese prima. Il libro lascia una sensazione di solitudine e povertà emotiva.

Valeria Gallini

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Ambientato in un folle e spensierato dopoguerra circondato dal lusso e dalle apparenze che permettono di dimostrare che si è arrivati, che si è qualcuno. Ma la lotta interna alle varie classi sociali è impari: non potrai mai essere accettato nonostante tutto il tuo denaro se le tue origini sono umili. Poco importa che dietro questo sfavillante mondo nessuno sia in realtà felice e soddisfatto di quello che ha. L’amore vero è per pochi. La solitudine è la caratteristica principale di questi personaggi, quasi tutti con poco spessore, talmente soli da voler essere circondati sempre da qualcuno, per non pensare, per non ricordare. Ciò che si percepisce è che a nulla servono allora lo sfarzo, i soldi, le feste se non riescono nemmeno a rendere i rimpianti sopportabili. Anzi si sottolinea quasi l’immaturità e l’ossessione di Gatsby che non riesce a fare a meno di rivivere un passato che non c’è più o che forse non c’è mai stato.

Claudia Prandi

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Il romanzo in sé non è scritto male; c’è anche una bella descrizione d’ambiente che risulta però abbastanza lezioso... con questi ambienti troppo patinati, troppo raffinati e questo personaggio che alla fine suona un po’ falso. Sicuramente la scrittura merita attenzione, ma il lettore, dopo un po’, si trova invischiato in questa atmosfera melensa dalla quale non riesce ad uscire e nella quale non riesce ad orientarsi.

Barbara Tamburini

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I due libri scritti negli anni 40 e ambientati negli anni 20/30 nella vita americana di allora, mi hanno fatto riflettere e pensare.

Le due vicende pur diverse mi hanno riportato alla mente una realtà odierna e con sgomento ho dedotto che nulla è cambiato in 100 anni.

In “Furore” dove una famiglia emigra fuggendo dalla povertà mi fa pensare all’attuale migrazione di popoli che scappano da guerre e miseria alla ricerca di un luogo migliore dove vivere.

Nel “Il grande Gatsby” l’indifferenza totale tra le persone e la vita che per i ricchi scorre monotona e insulsa tra lussi e feste mentre, tra le righe, si intravede la vita dura per altri e tutto questo lo possiamo tranquillamente vedere anche ai giorni nostri.

Forse nulla è cambiato in 100 anni di storia, ci può salvare solo la consapevolezza di ciò, la nostra coscienza e la voglia di avere un mondo migliore.

Sono libri che normalmente non mi sarei mai apprestata a leggere dato che non fanno parte del mio genere di lettura.

 

Maria Emanuela Rossi

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Le contraddizioni del sogno americano sono tutte descritte in questo libro, il sottofondo del Jazz apre le porte alla vita di Gatsby in una New York nel pieno degli sfavillanti anni venti, gli anni della diffusione delle auto, del telefono, della pubblicità e delle prime speculazioni finanziarie che scatenano le migrazioni dall’Europa alla ricerca di una nuova vita. Gatsby incarna gli anni 20 in maniera impressionante.

Il sogno americano, l’eccesso e lo sfarzo a tutti i costi, la ricchezza intesa quasi come un valore. E tutto per cosa? Per amore.

Chiara Bertolini

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Non mi ha entusiasmato.

Laura Baldessari

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“Quando ti vien voglia di criticare qualcuno” mi disse “ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu” - esordisce così il libro di Fitzgerald

Ho letto questo libro con in testa il famoso film interpretato da Leonardo di Caprio e forse non mi sono goduta appieno la possibilità di lasciarmi trascinare completamente dall’immaginazione, come sempre faccio pagina dopo pagina, srotolando una mia pellicola personale.

Fitzgerald descrive con sapiente maestria la società americana di inizi 900 superficiale e svuotata di ogni valore, dedita alla frivolezza, alla corruzione e al godimento più stravagante.

Il “Grande Gatsby” è il rappresentante unico e autentico di un’umanità votata all’ostentazione più sfrenata, un uomo in fondo fragile che in nome dell’amore è disposto a distruggere tutto quanto ha costruito. Il prestigio conquistato a suon di lussuosi ricevimenti, non sana l’infelicità del protagonista che è disperatamente intenzionato a recuperare il ricordo di un grande sentimento. Daisy e Gatsby diventano così metafora del desiderio e della sua attesa, che spesso trova in sé stessa più che nel proprio compimento una ragione d’essere. Gatsby, l’uomo che nessun potere o sfavillante ricchezza o presunta compagnia potrà risarcire dall’immensa e fallimentare sensazione della solitudine. L’ uomo moderno naviga senza alcuna rotta verso un inesorabile sconfitta e il “mito americano” è solo un’effimera e passeggera illusione?

Un libro molto scorrevole e piacevole alla lettura ma ho apprezzato molto di più l’epopea di Steinbeck e il suo scandagliare l’animo umano “dal basso”. Nonostante tutto, ci lascia con un timido barlume di speranza verso il futuro.

 

Chiara Covi

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 Ho letto “Il grande Gatsby” un po’ prevenuta. Lo avevo già letto moltissimi anni fa nella versione in inglese per studenti e non lo avevo molto apprezzato, forse a causa del mio inglese non eccellente o forse a causa della versione scolastica “ridotta e adattata”. Il film con Di Caprio ha contribuito a pormi degli interrogativi sulle qualità del romanzo. In realtà la lettura si è rivelata una sorpresa. Gatsby è un personaggio misterioso. Poco si sa di lui, all’inizio. Ricchissimo e terribilmente solo. Un unico desiderio lo muove. Morirà solo, illuso di poter raggiungere il suo obbiettivo.
Lo ho molto apprezzato. Tuttavia nulla ha potuto nello scontro con “Furore”.

Cristiana Bresciani

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Nel Grande Gatsby lo scrittore ha creato un grande intreccio di avvenimenti vissuti nel presente dal personaggio principale con quelli del passato. La solitudine, la comunicazione difficile tra le persone vicine a Gatsby e l’indifferenza mi hanno ricordato un vecchio proverbio “ non è tutto oro quello che luccica”. Gatsby era riuscito a costruirsi attorno una cerchia di amici con cui trascorrere dei momenti festosi, una bella villa, un passato poco chiaro e poco credibile nonostante i suoi racconti, ma alla fine la sua speranza di riavere il suo vecchio amore Daisy non era stata raggiunta. Finale negativo, ma prevedibile.

Cristiana Chesani

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“Nessuna confusione è paragonabile alla confusione di una mente semplice”. Ho trovato affascinante la storia tragica di un uomo non straordinario, semplice, che ha reso la sua vita straordinaria grazie all’ostentazione sue ricchezze. Difficile scindere dalle immagini del film anche se le stesse hanno reso sicuramente più avvincente la lettura.

Chiara Marcozzi

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Ho preferito Furore, anche se significativamente ampio è stato d’impatto.

La questione più significativa mi sono resa conto nel tempo che non sono stati i contenuti o i vissuti di epoche che non mi attraggono particolarmente, neanche tanto per il contesto che ritorna un senso di completo immobilismo, che dapprima avevo considerato responsabile soprattutto nel non sentire affinità che potessero farmi immergere in maniera concreta nella lettura. C’era una data possibile per immergermi in località turistiche, ma del “nord” del Grande Gatsby? No, non ho trovato sintonia con la malattia endemica post bellica per di più, di piccole nicchie privilegiate che si illudono di essere isole, più che altro campane di vetro dove tutto resta uguale e ci si rassicura di avere in mano completamente la vita salvo poi essere sorpresi quando la realtà si riprende ciò che è suo.

In Furore, invece, la focalizzazione sui punti di vista mi ha colpita positivamente. Mi ha coinvolta, fatta sorridere. È la mia formazione che impatta per preferenza di tematiche. È la parte migliore di un testo per me presentare i punti di vista di tutti, trasfigurando una situazione, la verità, attraverso la percezione filosofica del termine. I fraintendimenti, la capacità della dialettica di convincere chi presenta la propria versione della verità di essere piuttosto in torto nel decodificarla, penso sia stata una scelta interessante e didatticamente importante per presentare metaforicamente un grandissimo spessore di analisi e grande capacità di far pervenire al pubblico queste criticità sociali.

 

Viviana Parisi

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La trama de “Il grande Gatsby” evolve lentamente per tutto il romanzo fino all’accelerazione finale. Il romanzo evidenzia grandi contraddizioni ed eccessi: la ricchezza sfrenata, i quartieri poveri, la città frenetica, le vite vuote di coloro che vivono a East Egg e, non esplicitata ma evidente, la malavita di Gatsby che però leggendo gli si perdona. Nonostante il regolare afflusso di gente alle feste di Gatsby in pochi lo conoscono. Gatsby è un uomo solo che ha dedicato la sua vita ad un sogno ed era dunque inevitabile che svanito quello se ne andasse pure lui.

Davide Zanin

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson

di Chiari “I Miserabili - Biblioteca di Chiari”

coordinato da Alice Raffaele:

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Adoro questo libro, esempio dei ruggenti anni Venti di un America scintillante e piena di speranze. Personaggio che Odio/amo è Daisy, personaggio femminile centrale, accattivante, interessante e fragile...Vorrei poterle parlare per dirle che io so cosa ha veramente fatto! So quale segreto nasconde, e che non la perdonerò mai. Un libro questo che ci mostra un lato malinconico dell’amore, dove chi ama non è mai veramente amato. Dove tutto luccica e appare meraviglioso, ma quello che veramente conta è quella lucina verde dall'altra parte della baia che Jay Gatsby tutte le sere contempla.

Moira Galli

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Romanzo apparentemente leggero, in realtà ricco di motivi di riflessione sul sogno americano del successo che tutti possono raggiungere, anche se non è chiaro a quali condizioni, sull’ipocrisia dei cortigiani che accorrono dove c’è denaro e successo, sul cinismo dell’abbandono e del compiacimento, cresciuto all’ombra dell'invidia, quando tutto finisce. Romando distopico, a mio modo di vedere, che comunque ti fa pensare che dovresti rileggerlo quando arrivi alla fine e hai la consapevolezza di quanti particolari non hai colto, sull’onda della leggerezza dello stile narrativo.

Germana Grazioli

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L’autore mostra una grande abilità narrativa: solo alla fine tutto risulterà chiaro e sarete allora desiderosi di rileggere il romanzo per apprezzare alcuni elementi che potrebbero esservi sfuggiti o che potrebbero inizialmente aver suscitato in voi dei dubbi. È un grande affresco dell’alta borghesia americana d’inizio Novecento: affascinante all’apparenza ma opportunista e cinica nella sostanza. Anche i personaggi si riveleranno alla fine diversi da come li avevate giudicati all’inizio.

Michele Torresani

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Nella New York degli anni venti, si respira a pieni polmoni il sogno americano, incarnato in Jay Gatsby, affascinante padrone di una villa, sede delle feste più riuscite di Long Island. Il misterioso passato di Gatsby aumenta il fascino a cui sono assoggettati i suoi ospiti; in realtà il protagonista ha raggiunto la sua posizione di successo con loschi traffici con il solo scopo di riconquistare Daisy, la donna di cui si era innamorato prima della guerra. Con lo scopo di far rivivere il suo vecchio amore, trova il modo di avvicinarla e riconquistarla, ma il suo oscuro passato, portato alla luce da Tom, il marito di Daisy, la allontanerà da lui definitivamente.

I personaggi secondari sono caratterizzati dal loro interesse per il potere, il denaro e il divertimento, tutte queste tematiche emergono in maniera dominante rispetto ai sentimenti e le relazioni. Una narrazione scorrevole e intensa, che cresce gradualmente per scivolare rapida nella desolazione del funerale quasi deserto.

Rachele Baresi

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“Era gente sbadata, Tom e Daisy, rompevano cose e persone e poi si ritiravano nei loro soldi e nella loro noncuranza o qualunque cosa fosse che li teneva insieme, e lasciavano che fossero altri a pulire lo sporco che lasciavano…”

Il Grande Gatsby, classico intramontabile della letteratura, è un libro che parla d’amore, ma anche di finzioni, ipocrisie, ideali e meschinità, il tutto sullo sfondo del mito americano di inizio secolo contornato dagli sfarzi e della ricchezza a seguito del primo conflitto mondiale.

La voce narrante di questo capolavoro è Nick Carraway, trasferitosi da poco a Long Island, viene subito affascinato dal suo vicino, Jay Gatsby, un uomo ricco e dal passato oscuro che organizza nella sua villa feste sfarzose a cui può partecipare chiunque, senza inviti, basta semplicemente andarci. Fra i due nasce una amicizia, dapprima basata su convenevoli e congetture, poi sempre più profonda e sincera. In seguito Nick scoprirà l’ossessione di Gatsby per Daisy, una donna amata in gioventù per un solo mese e poi perduta per via della guerra, ma di cui è ancora innamorato e per la quale organizza queste sontuose soireé. Fitzgerald ci svela questo personaggio e la sua ossessione in maniera graduale, smontando pagina dopo pagina la cortina di fumo attorno a lui e al suo modo di vivere la vita, per poi mostrarcelo nudo con il sogno verso la fine del libro. La necessità di un assolutismo amoroso per il protagonista fa il paio con la rivelazione di come questi sentimenti possano essere completamente calpestati, non compresi, buttati via. È il destino di Gatsby che decide di regalare il suo cuore e ogni azione compiuta nella sua vita a una ragazza viziata, che non comprende appieno quello che le è stato offerto e che, dall’alto della sua posizione sociale lo tratta esattamente come è abituata a fare con tutti quelli che gli capitano a tiro.

La storia d’amore tragica tra Jay e Daisy è la sfaccettatura di un pensiero molto più esteso che coinvolge gli Stati Uniti di inizio secolo scorso. Un paese che negli anni 20 fu caratterizzato da una crescita industriale enorme che portò a una divisione di classe decisamente netta. Il passato della guerra non ha più importanza e il presente viene vissuto con una leggerezza tale da rendere del tutto superficiali se non impossibili le relazioni umane. Fitzgerald ce lo racconta bene contrapponendo a quel mondo un Gatsby, che ha un passato oscuro di cui sembra non curarsi e un amore talmente folle che gli offusca la vista tanto da cancellare tutto il resto, e Carraway, l’unico che anche se riesce ad addentrarsi nelle dinamiche chi gli sta intorno e ad emozionarsi per qualcosa di assoluto, ne capisce la totale frivolezza e superficialità. Una lunga rincorsa verso il vuoto, esattamente come la macchina gialla del protagonista che in pochi chilometri riesce a distruggere tutto quello che trova, proprio come succederà all’America con il tracollo del ’29, che cambierà lo stato intero.

Lucrezia Uberti

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La storia di James Gatz, alias Jay Gatsby, narrata da Nick Carraway, che, pur disapprovandolo, ne rimase affascinato e fu il solo a restargli veramente vicino dopo la sua tragica morte. L’amore per Daisy e la sua riconquista dopo cinque anni di lontananza sono l’unico scopo della vita di Gatsby; il denaro, il successo, le feste, il circondarsi di tanta gente che sfrutta la sua generosità non sono che mezzi per ritornare ad un periodo felice con Daisy, che purtroppo non tornerà. Il sogno di Gatsby, la sua luce verde in fondo al molo si riveleranno irraggiungibili nonostante i suoi sforzi. Fa da sfondo a questa tristissima vicenda l’America prima del 29.

Vilma Tenchini

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La passione ardente, la delusione, il mito del denaro che è poi il potere che attrae (forse), i drammi, i crolli, fanno del romanzo una esagerata e arruffata storia (d’amore). Nel bugiardino delle medicine che sono rimedio letterario (Curarsi con i libri, Sellerio, 2013) Il grande Gatsby rientra nella cura dell’“Essere al verde”: l’illusione che il denaro porti a ciò che più si desidera è solo un inganno per rimediare il quale ci si butta in un altro sogno, in una spirale senza fine, velenosa. La cura è accettare il proprio stato e trovare qualcuno che ci ami per come siamo. Come fosse facile.

Emma Dovano

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Il Grande Gatsby è per me un libro meraviglioso, che ho riletto con passione e ovviamente con uno spirito diverso da quando lo lessi la prima volta, a 18 anni (adesso ne ho 57). E poi ho un debole per i Roaring Twenties, quindi per me non ci può essere nessun altro vincitore.

Chiara Rizzi

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Un libro intenso che descrive il mondo agiato dell’alta borghesia degli anni Venti americani. Feste chiassose, con sbronze, musica e risate, animate da personaggi anonimi attirati da baldorie continue illudendosi di partecipare al mondo, in realtà irraggiungibile, dell’aristocrazia. Il protagonista, Nick Carraway, ammaliato dal “Grande Gatsby” e lusingato della sua amicizia, diventa in realtà spettatore della frantumazione di un miraggio. La sua autenticità, la sua lealtà lo portano a seguire con amarezza l’amico e il suo crudele destino. Gatsby realizzato nel successo economico, pur conquistato con modalità poco chiare e non sempre lecite, è sfuggevole, enigmatico ma tenacemente proiettato verso il suo irraggiungibile obiettivo: l’amore perduto a causa della sua povertà. Daisy, che in gioventù lo respinse preferendogli il ricco e maligno Buchanan, è una figura opaca viziata e noiosa. Rimane sullo sfondo annebbiata dalla sua stessa superficialità. Mi è piaciuto l’aspetto descrittivo, sono stata colpita dalla crudeltà del racconto.

Daria Bottini

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Come dei splendidi fuochi d’artificio, le feste di Gatsby illuminano le notti di New York. Un pubblico di donne e uomini, famosi e non, rendono viva la grande villa! Ma quando lo spettacolo finisce, resta il cielo scuro, il destino crudele di un giovane che ha creduto di poter cambiare la propria vita con il denaro. Il fato lo ha punito per aver creduto di poter riavere l’amore della donna che lo ha amato, ingannata dal suo fascino e dalle sue bugie. La vita ha presentato il conto e, dopo lo spettacolo, è rimasto il buio dove si è persa la vita e la fama del grande Gatsby.

Carlo Alberto Basile

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Il grande Gatsby, è un grande classico della letteratura, ambientato nella New York degli anni '20 in pieno periodo del proibizionismo dove vede dipanarsi tra feste lussuose, sperpero di denaro e malavita una storia d'amore mai sopita. Nonostante tutto però ho sempre avuto qualche difficoltà nella lettura, trovandolo spesso poco fluido e a tratti noioso.

Chiaraluna Cinquini

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Fermo “Villa Vitali”
coordinato da Cinzia Centanni
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Scrittura fluida, storia conosciuta ma sempre attuale: gli amici, gli affetti e soprattutto l’amore non si possono mai comprare. L’ambientazione ha acceso un brivido di nostalgia per gli ambienti dei vecchi film americani, la lettura è stata accompagnata dal bianco e nero carico di sfumature delle pellicole cinematografiche.

Giorgio Ripani

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Uno stile che racconta in modo splendido lo sperpero che le donne e gli uomini riescono a compiere con i propri talenti, le relazioni, gli affetti e l’amore. Sempre alla ricerca di qualcosa di più e di altro. Scott Fitzgerald dipinge minuziosamente il vuoto e il bisogno di riempirlo offrendo una soluzione possibile alla desolazione, mascherata da divertimento, che accompagna tutta la storia.

Laura Stopponi

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Indubbiamente un bel libro, ma non mi ha coinvolto come mi aspettavo. Letto circa mezzo secolo fa, sulla scorta del film con Robert Redford, ne rimasi entusiasta. Ora, dopo tanto tempo trascorso, ho trovato la storia abbastanza banale. I personaggi sembrano più dei cliché che figure vere. Traspare solo una grande solitudine che non è paragonabile alla solitudine dei personaggi del libro di Anderson. Li si scava molto più in profondità ed il risultato è decisamente migliore. Unica nota positiva è la fluidità della scrittura. Fitzgerald ci sapeva fare, considerando poi che ha composto il romanzo quando era poco più che ventenne.

Paolo Antolini

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Lettura scorrevole, storia appassionante che ti tiene inchiodata a leggere nella speranza che tanta appassionante devozione possa portare a realizzare “il sogno” della vita. Il finale invece conferma un detto comune: i soldi non comprano la felicità, né l'amore, né tantomeno l’amicizia visto che alla sua morte Gatsby avrà solo la presenza del padre e di Nick che nel disperato tentativo di radunare qualche conoscente per il funerale si è riscattato parzialmente della sua mancanza di carattere.

Morena Pelosi

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Romanzo fantasioso e poco reale. Per me è stata una lettura difficoltosa, perché alle volte dovevo tornare indietro per capire chi parlava e a chi si riferiva. Racconto con delle coincidenze non casuali ma costruite in maniera artificiosa.

Giuseppe Natarella

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Il Grande Gatsby, sicuramente un classico della letteratura americana che non può non essere conosciuto. Un personaggio misterioso, ineffabile e molto ricco che mantiene viva la storia - di festa in festa – dell’amore giovanile, con Daisy. La storia è ambientata nell’America degli anni Venti del Novecento un periodo vivace ed esuberante che poi in breve svanirà con la crisi del 1929. Una lettura che non mi ha appassionato nonostante la scrittura sia scorrevole e piacevole per la gran parte del libro.

Alma Monelli

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È un romanzo molto triste, che si svolge sullo sfondo dell’età del Jazz, con tutte le sue contraddizioni. Nick Carraway racconta la storia di Jay Gatsby, misterioso personaggio che vive in un sontuoso palazzo a New York, di cui diventa vicino. Gatsby è diventato ricco e potente con mezzi non sempre leciti, che fa sfoggio della sua ricchezza tenendo feste a cui invita le persone più importanti e ricche della città. Il giovane Carraway si rende però conto che quello che si nasconde dietro il bisogno sfrenato di Gatsby di circondarsi di persone, da cui verrà poi abbandonato, è l’infelicità dell’uomo, la sua solitudine, il suo bisogno di riscatto e il voler richiamare l’attenzione di una donna, la giovane Daisy, di cui in gioventù era innamorato, non corrisposto in quanto povero. Quando Gatsby riuscirà a conquistarla, si accorgerà che la giovane non corrisponde al suo ideale, ma è attratta solo dalla sua ricchezza. Particolarmente triste è l’ultimo capitolo che descrive il funerale di Gatsby, a cui non partecipa nessuno dei suoi “amici”.

Primula Rosa Focaracci

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Il racconto dell’ascesa e della caduta di un personaggio, Gatsby, che ritrova una sua dignità nel finale di romanzo, riscattando una figura in grigio scuro, che dalle spire della povertà si eleva sino ad una ricchezza dirompente, ma tendenzialmente marcia come marci appaiono i diversi protagonisti che si affacciano lungo il percorso narrativo. C’è un’opacità diffusa che annebbia i personaggi, ad eccezione di chi sceglie, ad un certo punto, di rompere le righe, di dichiarare le proprie intenzioni, come Gatsby e Tom, rivali in amore, che rivendicano ognuno il cuore di Daisy. Meschini e romantici al tempo stesso, come meschino e romantico è Nick, il narratore della storia, anch’egli in grado, ad un certo punto, di rompere l’opacità dichiarandosi, magari senza una profonda convinzione ma di sicuro senza alcuna convenienza, amico di Gatsby, al punto d’essere l’unico, insieme ad “Occhi di Gufo”, a partecipare al suo funerale. Meschina soltanto Daisy, o forse terribilmente debole, o confusamente umana, come un fuscello d’erba soggetto ai flussi del vento, e costretto a modellarsi su di esso perché incapace di ergersi nella sua piena identità di donna autonoma e responsabile. Ma chi può dirsi senza peccato?

Carla Chiaramoni

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Il Grande Gatsby è una lettura tristemente interessante. Tristemente, perché colui che narra, e che vive le vicende dei protagonisti da non protagonista, sembra affondare in un’aura di sbiadimento identitario e sentimentale dove basta un’interruzione di linea telefonica a chiudere una potenziale storia d’amore. Tristemente, perché è triste, nonostante il clima di festa, l’atmosfera che si respira, tra ipocrisia e tradimenti, sporchi affari e amicizie di convenienza, in una New York dove la musica jazz fa da sfondo senza riuscire nell’incanto di una distrazione felice e spensierata… e ancora la tristezza emerge in tutta la sua forza nel personaggio Gatsby, nella solitudine di un uomo che insegue il sogno della ricchezza, per amore di una donna che poi lo rinnegherà, e che lui comunque salverà, a costo della propria vita, in nome di un sentimento vissuto e creduto sincero, e nella speranza di un futuro che non arriverà mai. La cronaca di un racconto fatta da uno “spettatore” che lentamente prende sempre più consapevolezza della grandezza di Gatsby nel suo essere comunque fuori dalle righe, un eroe destinato a perdere, meschino e grande al tempo stesso, e per questo esemplare nel ritrarre, in qualche modo, le altezze e le cadute della condizione umana. Interessante anche la qualità del linguaggio, delle metafore letterarie, degli scambi temporali del racconto, tra un prima e un dopo, ed anche un presente, che s’intersecano dando ritmo alla narrazione.

Carlo Pagliacci

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Piacenza 3 “Perino”
coordinato da Irina Turcanu
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Grande Romanzo Moderno. Il primo personaggio che ricordi ad aver realizzato il Sogno Americano da... contrabbandiere.  Icona del jet-set, ospite invisibile delle sue stesse faraoniche feste, uomo senza amici dopo aver perso l'unico riferimento, uomo senza amore perché tutto ciò che ha creato, la nuova creatura emersa dalle ceneri è troppo moderna perché l'amore della sua vita possa comprenderla. Romanzo in cui non manca mai il colore per dipingere luoghi, luci, anime. Tranne che per Daisy, bianca, sempre. Di vetro, come il castello sociale di Jay, che si sbriciolerà, rifrangendo la luce verde che lui non smette di cercare.  Grazie  a Nick Carraway per averci raccontato la storia di questo principe triste, senza mai giudicare, senza mai condannare.

Laura Derata

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Una lettura piacevole, è comunque un grande classico.

Mia Hudici

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Un romanzo intenso, iscritto nella grande tradizione della tragedia da cui trae ispirazione l’intero Occidente, dopo che gli antichi Greci hanno aperto la strada in questa direzione. Ha il tocco della sua epoca e colpisce per la nitidezza con cui i personaggi stanno da una parte o dall’altra, anche quando sembrano vacillare. Meno Nick.

Irina Turcanu

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Il grande Gatsby è sempre un piacere riscoprirlo e leggerlo. Immergersi nella lettura vuol dire immergersi in un periodo storico particolarissimo dove si mescolano profumi sapori costumi… tanto è stato scritto su questo romanzo e non posso che sottoscrivere tutti i giudizi positivi ed entusiasti.

Isabella Silenzi

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Un grande classico, mi è piaciuto per la visione che racconta gli anni del proibizionismo, in cui tutto ruota intorno al denaro a discapito dei valori.

Roberta  Sbolli

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Milano 9 “Le nostre anime di notte per la libreria Popolare di via Tadino”
coordinato da Michaela Molinari:
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Il Grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald è un romanzo ambientato nella New York degli anni Venti in piena Età del Jazz, e ritrae la società in un periodo di contraddizioni, di debolezza e decadenza.

Gatsby che dopo essere riuscito ad arricchirsi tramite espedienti e contrabbandi vari, è alla ricerca della ricostruzione di sé, non trova di meglio che circondarsi fra feste, balli e bollicine  di una società fatua e leggera tipica del periodo , contrassegnata dalla solitudine e dall’assenza e ricerca di affetti autentici, dove nessuno comunica niente al di là del trascorrere in compagnia il maggior tempo possibile. Il suo sogno è essere amato da Daisy, peraltro sposata a Tom, ma presto tutto questo si rivelerà una grande delusione e la sconfitta decisiva per Gatsby. La mancanza di trasparenza e la grande confusione imperante nel gruppo farà si che la tragedia si impadronisca della farsa, e, si concluda in una assordante solitudine.

Clara Zeppa

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Scrittura potente e vitale, riesce ad essere estremante descrittiva anche con poche parole. I personaggi escono dalla pagina e appaiono subito vividi e moderni nelle loro contraddizioni. La figura di Gatsby affascina per il suo mistero iniziale e diventa sempre più umana e tragica man mano che si dipana la storia e viene trascinata dagli eventi della sua vita. Le figure di contorno sono molto moderne nel loro doversi adeguare ai cliché imposti dalla vita di una grande metropoli come New York: appartengono all’età del jazz ma potrebbero vivere anche ai giorni nostri.

Andrea Missaglia

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Trovo questo libro come un vero pezzo di letteratura americana universale, ovvero a mio parere è un testo intramontabile che può essere letto da chiunque e in ogni tempo, senza perdere mai la propria “leggibilità”.

La storia è originale e esemplificativa di un determinato target americano dell’epoca, il personaggio principale è carismatico, la scrittura è davvero senza tempo per via del suo stile e della sua accessibilità, della sua scorrevolezza.

Cristina Norcia

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Il Grande Gatsby si è rivelato un romanzo sorprendentemente attuale e universale. Avrebbe potuto essere pubblicato un secolo dopo la sua effettiva uscita e la storia di successo e immensa solitudine del protagonista non avrebbe sorpreso nessuno. Luci ed ombre di un grande uomo “di successo”, che per arrivare in alto ha dovuto accettare molti compromessi e che considera il successo stesso e la ricchezza un mezzo e non il fine. Perché il fine è ancora più difficile da raggiungere…

Francesca Sardiello

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Il grande Gatsby, bellissimo romanzo! Narra del sogno americano, in una società vuota e falsa. Ho provato dolore. Dolore per le illusioni, la fragilità, il fallimento e la solitudine di Gatsby, questo uomo così misterioso e affascinante e all’apparenza così forte e sicuro pronto a qualsiasi cosa per essere accettato ed ammesso ad un livello superiore della società americana di quei tempi, lui nato da origini umili, solo per poter ritornare al passato e riconquistare l’amore della donna che aveva idealizzato e che per lui era diventata la cosa più importante della sua vita.

Erica Donzelli

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Un libro letto da adolescente, ricama un filo che unisce quello che ero e quello che sono. Immediato identificarsi con il protagonista, pensare ai sogni di quell’età che ancora abitano nel mio cuore. Sono loro la mia Daisy, insieme al mio primo amore. E sono i miei fantasmi come lo sono per il protagonista. Un libro che racconta la vita nel suo offrire speranze a cui fanno seguito delusioni, a volte ricchezza è successo, ma mai la felicità.

Il romanzo è, però, molto altro ancora, in particolare un feroce satira della seconda rivoluzione industriale, dell’America convinta di un progresso infinito, che non si accorgeva delle enormi disparità sociali. Lo stile è affascinante e moderno.

Alfredo Petitto

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Il Grande Gatsby rappresenta i “Roaring Twenties”, anni in cui l’originale “purezza” americana viene corrotta dalla corsa verso il successo materiale e sociale.

In particolare Daisy e Tom Buchanan incarnano il materialismo e l’insensibilità della loro ricca classe sociale. Questa decadenza di valori è rappresentata dal comportamento immorale ed adultero dei protagonisti, dalle scene rumorose e superficiali di grandi parties, frequentati in massa da ospiti improvvisati e spesso sconosciuti, feste pervase da chiacchiericcio inutile, da consumo eccessivo di alcool e da un enorme vuoto esistenziale.

Nick Carraway è il narratore in prima persona e il suo punto di vista è quello di Fitzgerald (moltissimi aspetti della biografia dello scrittore coincidono con quello di Gatsby).

I personaggi sono incisivi, penetranti, ben delineati e così pure l’immediatezza dei dialoghi in questa “swinging society”.

Il romanzo è un monito contro il sistema capitalistico di quegli anni e un incitamento a ritrovare i valori culturale e morali ormai smarriti nell’est degli Stati Uniti.

Mary Zacco

 

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Circolo dei lettori di Robinson
di Roma2 “Passaparola”
coordinato da Giulia Alberico
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Letto e riletto, sempre con piacere (pur preferendogli Tenera è la notte), Il Grande Gatsby mantiene tutto il suo fascino sia per la storia sia per la scelta di narrare attraverso un’angolatura particolare: l’amico e vicino di casa di Gatsby. La spacconeria fragile di Gatsby, la vacuità di Daisy, tutto il mondo ricco e indolente della Long Island degli anni Venti sono fotografati con amara malinconia. Un mondo di cartapesta e di grandi solitudini umane.

Giulia Alberico

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Il Gatsby di Fitzgerald, nonostante il passato oscuro, appare come il migliore tra i personaggi del romanzo. Commuove il suo essere un sognatore che non smette di sperare, è vivo perché sogna (la luce verde) Fitzgerald ci fa sentire l’infelicità di una società, quella dei Roaming Twenty, che ha sostituito gli ideali con i beni materiali e ci fa arrivare il vuoto, l’ipocrisia che ciò provoca (Daisy) fino alla volgarità (Tom tutto istinto). “Persone negligenti” che vivono una vita senza senso, privi di pietà. Ma Gasby non vincerà, simbolo di una felicità che fallisce, il suo sogno di riconquistare il passato ricollocandolo nel presente sarà annientato anticipando metaforicamente quello del Sogno Americano con il crollo del 1929. “La festa è finita per sempre…E così continuammo a remare, barche contro la corrente, riportati senza posa nel passato”. Struggente.

Antonia Santilli

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Impossibile recensire e dire qualcosa di originale sul Grande Gatsby dopo che nell’ultimo secolo il mondo intero ne ha tessuto le lodi e sottolineato tutti gli aspetti di contenuto e di stile. Credo si possa solo aggiungere che il fascino del libro resiste nel tempo e che, forse anche grazie alle numerose trasposizioni cinematografiche che hanno indubbiamente lasciato tracce nella nostra memoria, la sua lettura ci riporta in una dimensione quasi fiabesca della società di allora e dei personaggi che la popolavano. Vittoria a mio parere scontata, mi auguro che più in là il libro venga messo a confronto con testi più recenti e di analogo impatto sull’immaginario dei lettori.

Cristina Merlo

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Il Grande Gatsby, nella semplicità della vicenda narrata, non ha perso la freschezza e la capacità di suscitare emozioni. Lo stile di Fitzgerald, ricco, fluido, raffinato e moderno nella tecnica narrativa, restituisce un’accurata immagine di un mondo abbagliante e scintillante di bellezza, futilità e incomunicabilità, colto in un momento di transizione. Nick, il narratore affascinato dal misterioso Gatsby, è un testimone della sua grandezza e del suo tramonto, ma anche un’istanza morale, voce dell’America puritana. Diviso tra potere e desiderio, Gatsby, a volte poco credibile nel non comprendere i motivi degli altri, è un uomo solo che insegue il suo sogno senza mai fermarsi, come lo swing travolgente alle sue feste. Per questo credere fermamente nell’illusione, nella “luce verde” del tramonto, finisce per rappresentare la stessa America o meglio quell’America prospera e soddisfatta della sua artificiosità e dei suoi long drinks da non accorgersi del marcio che nasconde e che la corrode. Un romanzo da ri-leggere, ancora molto attuale.

Alfredo Menichelli

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Notissimo romanzo, che avevo letto una prima volta molti anni fa, quando avevo appena finito l’università e su cui si è già detto tantissimo. Accenno allora brevemente solo a cosa mi è rimasto dentro dalla prima lettura. Con la premessa che la memoria è un filtro e che la lettura di un libro è spesso assoggettata al vissuto del lettore, il personaggio che ho portato nei miei ricordi è stato l’io narrante, un ragazzo alle prese con il suo ingresso nel mondo adulto professionale, che non si lascia abbagliare dall’ambiente sfavillante con cui casualmente viene a contatto, ma che è in grado di giudicare e di avere pietà dei personaggi decadenti, anche se in apparenza gaudenti, che incontra: era la persona matura a cui volevo somigliare.

Amina Vocaturo

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Il Grande Gatsby narra con una prosa ora poetica, ora cruda con inaspettato realismo, la fine tragica del sogno americano. Attraverso gli occhi affascinati e attoniti di Nick, il vicino di casa, scopriamo a poco a poco la vita del protagonista. Gatsby, apparentemente amante del lusso e delle feste chiassose nella sua mastodontica villa, aperta anche agli sconosciuti, nasconde una incessante ricerca di affermazione di sé attraverso la forza del danaro. Le sue origini modeste non sembrano essere un ostacolo alla possibilità individuale di ascesa sociale. Lo rende grande l’intensità con cui crede nella realizzazione di un sogno che si scontra con la realtà di una società dominata da una subdola corruzione che permea tutti gli aspetti della vita, anche quelli più intimi e nascosti. Gatsby è l’emblema di questo mondo corrotto e sognatore allo stesso tempo. In questo romanzo il paese dell’immoralità e della dissolutezza non è più l’Europa di Henry James. Attraverso le osservazioni di Nick, Est e Ovest mostrano due facce dell’America, quella della corruzione e quella della speranza. Nick, Tom, Daisy, Jordan sono tutti dell’Ovest, “inadatti” alla vita dell’Est come Gatsby, che ancora crede nella possibilità del cambiamento, nella “luce verde”. Ci sono libri che a distanza di tempo risultano datati, non riescono più a rendere il lettore partecipe della storia, personaggio tra i personaggi. Questo non accade mai con Il Grande Gatsby.

Livia Tucceri

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Riletto dopo anni sia la storia narrata che la scrittura di Fitzgerald mantengono il fascino che mi aveva colpito in passato. Le atmosfere di questo privilegiato angolo di mondo americano degli anni ruggenti sono dense di suggestioni che anche le trasposizioni cinematografiche hanno reso molto bene.

Luca Schiavino

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È la storia di un grande e tragico amore: il personaggio principale è molto ricco, la sua vita è avvolta da mistero: nessuno sa chi sia veramente e come abbia accumulato tanta ricchezza ma al lettore sono forniti elementi per capire che è coinvolto in affari loschi. Egli inventa per sé una personalità, una sorta di figura di eroe, Jay Gatsby, e la “vive”, non perché ami la ricchezza, ma per amore, per conquistare la donna che ama sin dalla giovinezza, Daisy, ora sposata con un ricco ex-giocatore di polo, Tom Buchanan. Nello stesso tempo, questa storia esplora temi che si inseriscono in un contesto più ampio: può essere infatti letta anche come la storia americana della generazione dell’Età del Jazz, disillusa dalla Prima Guerra Mondiale, e dal crollo del Sogno Americano, corrotto dal crimine e dalla frode. I personaggi della storia: Gatsby, Daisy e Tom vengono presentati/narrati da un quarto personaggio, Nick Carraway, spettatore e osservatore delle dinamiche che si intrecciano tra i primi tre. Egli cerca di analizzarli senza dare su di essi pareri giudicanti, ma alla fine della storia si capirà che, dei tre personaggi, la persona più autentica e genuina è proprio Gatsby, poiché profondo e puro è il suo sentimento di amore per Daisy, mentre la coppia si rivelerà cinica, insensibile e calcolatrice, incurante dei destini delle persone a loro vicine, preoccupata solo di conservare la propria ricchezza e il proprio stato sociale. Dei vari personaggi vengono sottolineate varie caratteristiche, in particolare, l’uso della voce: quella del narratore Carraway, di Tom Buchanan e quella di Daisy, fatua, preziosa irraggiungibile, una sorta di divinità cui Gatsby sacrifica tutto. La voce di Daisy evidenzia l’elemento venale della sua personalità che viene “scolpito” nella celebre frase: “una voce piena di soldi”.

Raffaella Cammarano

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Ho letto questo libro quando ero al liceo e nel rileggerlo ho ritrovato tutte le motivazioni per cui non lo avevo amato. Ci troviamo nella New York dei ruggenti anni venti, piena di jazz, che l'autore descrive in tutta la sua bellezza. Gatsby è un arrivista, un nouveau riche che vuole riconquistare ad ogni costo una donna sciocca, Daisy, suo amore giovanile, abbagliandola con una vita spumeggiante e spensierata, dietro la quale tuttavia sembra esserci ben poco, oltre ai soldi e al divertimento. Il narratore, Nick temporaneo vicino di casa di Gatsby, è un testimone accurato ma non sempre credibile. Nick infine si convince che, di tutti, Gatsby è il più sincero, un vero eroe romantico, misterioso e tormentato, ma inevitabilmente rivolto al passato. Il romanzo risente di uno stile anche troppo ricercato e certamente datato.

Nathalie Guillorit

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Il Grande Gasby è la fotografia di un’epoca, gli anni Venti di una città New York e di un personaggio ambiguo, romantico, decadente, che finisce tragicamente. Anche l’ambiente di ricchi uomini d’affari, arrivisti, che operano al confine del lecito, risulta infine ambiguo oltre che sfarzoso. Le storie sono poco convincenti, ma l’atmosfera persuasiva con vari momenti lirici. Suggestive e coinvolgenti le immagini della città, dai quartieri di lusso agli squallidi sobborghi desolati con una umanità disperata. C’è su tutto un senso di morte, che colpirà alla fine il protagonista.

Margherita Masucci

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Il Grande Gatsby fa parte della mia biblioteca casalinga. Tuttavia la rilettura del libro di Francis Scott Fitzgerald mi ha riservato una piacevole sorpresa. Ho potuto apprezzare ancora di più lo stile narrativo asciutto, efficace e moderno, la trama coinvolgente e mai banale, la complessità dei personaggi che, nel dispiegarsi del racconto, delineano in modo sempre più approfondito la figura di Gatsby, un uomo pieno di contraddizioni spinto soprattutto dalla voglia di riscattare le umili origini familiari attraverso la ricerca della ricchezza a tutti i costi e con tutti i mezzi. Nel contempo, sarà proprio l’amore ossessivo e irraggiungibile per Daisy, unica verità nella vita misteriosa di Gatsby, che lo condurrà verso un epilogo inevitabilmente tragico.

Ho amato molto la scelta dell’autore di narrare la storia attraverso il punto di vista di Nick Carraway, unico personaggio positivo del romanzo, un agente di borsa trasferito a West Egg, Long Island, cugino di Daisy che conoscerà Gatsby e le sue sfarzose feste e diventerà il solo amico sincero rimanendo accanto a lui fino alla fine. Carraway, pur conscio che “Non si può ripetere il passato” e che l’amore tra Gatsby e Daisy sarà fonte di tragedia, rappresenta il tramite indispensabile per raggiungere la donna amata.

Gatsby vorrebbe riscattare il proprio passato e pensa che un sentimento forte come quello che lui prova per Daisy abbia il potere di cambiare a posteriori il corso della propria vita. Non sarà così. Il romanzo, attraverso il racconto della vita di Gatsby e degli altri protagonisti, affronta diversi temi. È ambientato negli anni del proibizionismo, anni in cui Fitzgerald ha vissuto, e rappresenta una spietata analisi di una classe sociale americana composta da ricchi e arricchiti: Fitzgerald non salva nessuno, forse perché non salva nemmeno sé stesso. La vita dissoluta di Gatsby è contornata da amici che partecipano asetticamente alle sue sfarzose feste senza alcuna compartecipazione umana. In questi incontri sociali l’incomunicabilità prevale, l’amicizia è forzata, basata esclusivamente sull’interesse materiale.

In tale contesto si dipanano i sentimenti di Gatsby. Il suo amore per Daisy, pur autentico e sincero, diventa egoistico e freddo nel momento in cui comprende di non essere corrisposto con la medesima intensità. I personaggi che ruotano intorno al protagonista sono tutti alla ricerca prevalente della ricchezza materiale, elemento determinante per ottenere una vita sopportabile: Da Wilson il meccanico a sua moglie Myrtle che, pur di distaccarsi da un ambiente insopportabile, diventa oggetto sessuale di Tom Buchanan, marito di Daisy. Daisy accetta l’amore di Gatsby quasi per ripicca, ma in fondo è sempre innamorata del marito e non riesce ad accettare di porre fine al suo matrimonio. Il grande Gatsby descrive in modo crudo un mondo senza scrupoli sottolineato da eccessi e assenza di regole, mondo cui appartiene Fitzgerald stesso e che porterà alla grave crisi americana del 1929, toccando temi scottanti, dall’uso eccessivo e devastante di alcol al sesso senza scrupoli. La controversa e negativa figura di Gatsby si contrappone a quella di Nick Carraway in cui l’autore forse racchiude la speranza di un riscatto dell’essere umano. Sarà solo lui che parteciperà al funerale, insieme al padre di Gatsby che, anche in un finale così tragico, ha la forza - che solo un genitore può avere - di pensare che il figlio “Se fosse vissuto, sarebbe diventato un grand’uomo.”       

Marcella Mottolese

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Il grande Gatsby, 1925, è stato ovviamente per me una rilettura, fatta dopo tanti anni ambientato nel Dopoguerra è il racconto partecipe e insieme distaccato, vero e insieme pieno di bugie, fatto dal protagonista Nick Carraway un giovane di trenta anni (li compirà il giorno dell’incidente), appartenente ad una famiglia importante e benestante del Mid-West. Nick arriva all’Est e va a vivere a West Egg, accanto alla misteriosa grande casa di G. La Guerra è finita ed essa è stata l'occasione per G, personaggio misterioso e ricchissimo, che dà il titolo al libro, di elevarsi dalla sua realtà familiare, dalla mediocrità, di diventare ufficiale e acquisire comportamenti e maniere diverse. E' lui il centro del romanzo, di tutte le curiosità e le ipotesi, di tutte le dicerie sul suo passato. Solo alla fine Tom (marito di Daisy) rivelerà l'origine dei suoi proventi da misteriosi empori, dalla vendita di alcol, dalle scommesse ma, finché è in auge, questo non interessa i parassiti ricchi e nullafacenti che approfittano della sua generosa ospitalità.

Restano però in lui la volgarità del parvenu di cui la grande casa è la dimostrazione, il suo cercare in tutti i modi di essere accettato, i suoi abiti color rosa. Eppure, esercita sul protagonista un fascino indiscusso.

Il suo aspetto più umano è il suo essere innamorato. E tutta la storia ruota intorno al suo amore per Daisy, bella, aristocratica, indifferente, bugiarda, che si fa amare e venerare da tutti. Lei e la sua amica Jordan sono diverse ma ugualmente inafferrabili, affascinanti e seducenti.

Il mondo che ci viene rappresentato nel romanzo presenta l'atmosfera decadente e raffinata dell’alta borghesia americana prima della Grande Crisi, un’atmosfera fatta di ville, macchine sportive, gioielli, donne bellissime, dominata però dalla noia e dall’indifferenza. Ricorda per certi versi l’atmosfera, che però sarà piccolo borghese, de “Gli indifferenti” di Moravia nel 1929.

Tutto prelude al pomeriggio dalla densa calura estiva che è al centro del romanzo e che determinerà la rivelazione drammatica nella Suite del Plaza a Central Park e, poi, la tragica conclusione con l'omicidio-suicidio. La violenza dell’incidente automobilistico, la scompostezza del cadavere di Myrtle W, la follia di Mr Wilson contrastano con il distacco di Daisy che, pur sapendo di aver provocato l’incidente, lascia che altri si preoccupino di risolvere il problema e di proteggerla. Questo faranno appunto Gatsby e suo marito Tom.

Gatsby è una figura “grande”, gigantesca, con i suoi vestiti, la sua ricchezza misteriosa, la sua ricerca di Daisy da cinque anni, ma averla ritrovata sarà la sua condanna. I due mondi, quello suo e quello della ricca borghesia americana cui appartengono la donna e il marito, non si possono unire, solo sfiorare per poco tempo. Il giovane narratore-protagonista è affascinato e attirato da G. anche se spesso prova sentimenti contrastanti per lui. A l’unico che si occuperà di G. alla fine, curerà il suo funerale e poi tornerà a casa.

L’ultima sera, sulla spiaggia in ottobre, prima di partire per tornare a casa, Nick riflette sui pochi mesi trascorsi, medita e conclude “E così andiamo avanti, barche contro la corrente, incessantemente trascinati verso il passato.”. La scrittura è elegante, piacevole e scorrevole. È un bel romanzo.

Maria Rossi

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È la voce del giovane Nick Carraway a guidarci nella doppia strada di questo romanzo, quella del Sogno Americano e quella del sogno dell’amore giovanile di Gatsby. I due sogni procedono entrambi al ritmo del Jazz e del Blues tra feste scintillanti dove scorrono fiumi di champagne, donne bellissime ed eleganti recitano la sensualità, uomini facoltosi e snob esibiscono il potere della ricchezza. Ma entrambi i sogni si frantumano nella leggerezza dei sentimenti, si consumano nell’ipocrisia e nel cinismo, e finiscono in tragedia.

Elfriede Gaeng

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Capolavoro della letteratura americana degli anni Venti il cui successo può apparire scontato e meno originale rispetto alle tematiche e agli autori dell’epoca

Mariella Cioffi

 

 

 

 

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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