Il ladro di giorni di Guido Lombardi
Feltrinelli
Il
ladro di giorni è un libro intenso e commovente. È la storia di Salvo, un
bambino pugliese che a sei anni perde il papà perché viene arrestato e la mamma
perché si suicida. Cresce al nord, a Trento, con gli zii, è sereno, finché la
sua vita non viene scombussolata dal ritorno del padre, il quale ha un permesso
del giudice per trascorre 4 giorni con il figlio. Inizia così il viaggio di
Salvo con il padre, un padre di cui ha paura per via dei tanti tatuaggi, ha
paura che gli faccia del male, ha paura delle sue amicizie losche. Durante il
viaggio da nord a sud il padre coinvolgerà Salvo nelle sue attività malavitose,
ma allo stesso tempo questo viaggio insegnerà a entrambi a ritrovarsi e
riconoscersi. Salvo perdonerà il padre e il padre deciderà di voltare pagina e
lasciare la malavita, ma ormai è troppo tardi. E’ un
libro sul rapporto padre e figlio che si ritrovano nonostante tutto.
Maurizia Morini
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Il ladro di giorni
di
Guido Lombardi è il racconto di una scoperta continua e mai definitiva. Un
mondo filtrato dall’immaginazione di Salvo, che custodisce tutta la ricchezza e
il prodigio dell’infanzia.
Con i suoi occhi
curiosi scopriamo da un lato un uomo imperscrutabile, che è stato lontano da
lui per tanti anni. Salvo conosce finalmente Vincenzo, il padre, scoprendo che
la vita di ogni adulto, piena o meno di problemi, è sempre per i bambini
un’isola piena di fascino e di misteri.
Dall’altro lato è
un viaggio, reale più che metaforico, in un Italia che da nord a sud nasconde
dietro ogni angolo qualcosa di inaspettato. Racconto di formazione e di viaggio
che si fondono in una scrittura chiara e incalzante, che disegna scene memorabili.
Ludovico Fiamozzi
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“L'ultima
volta che l'ho visto mi ha detto «avviati sugli scogli, vengo subito» e non
l'ho più visto per sei anni. Adesso invece sarebbe meglio che scompare di
nuovo.” In questo breve spezzone è riassunta l'essenza del libro: Salvo, undici
anni, si ritrova improvvisamente a fare un viaggio di qualche giorno col padre
Vincenzo che non vede da sei anni, quelli della permanenza di quest'ultimo in
prigione. Fin da subito è chiaro come i due ormai non si conoscano più, Salvo
alterna momenti nei quali lo sente vicino e rivanga vecchi ricordi
dell'infanzia, ad altri in cui non si fida e anzi, ne ha paura, desiderando
fortemente di scappare e tornare dai suoi zii, che lo avevano accudito in tutti
quegli anni. Inevitabilmente con il passare dei giorni il rapporto si
consolida, seppur sempre con alti e bassi. È un bel romanzo di formazione, nel
quale spesso si alternano i ruoli, succede che sia il figlio a far ragionare il
padre, prendendosi cura di lui o indicandogli la giusta decisione, mantenendo
però sempre una punta di dubbio, non solo perché Vincenzo glissa sempre sulle
motivazioni del suo arresto, ma anche perché durante il viaggio ha a che fare
più di una volta con persone poco raccomandabili, e non sembra affatto essersi
“redento”. Lo stile di scrittura è semplice ed immediato, coerentemente col
fatto che è Salvo a raccontare la vicenda in prima persona; allo stesso tempo
il libro è anche ricco di momenti di ironia, legati soprattutto all'interpretazione
fantasiosa che un bambino può dare ad alcuni comportamenti del mondo degli
adulti, o semplicemente quando racconta alcuni fatti avvenuti a scuola con i
coetanei. Spesso per noi che leggiamo è un'ironia amara, riferita a situazioni
complicate e persino pericolose, che però un bambino dell'età di Salvo può
comprendere solo fino ad un certo punto, aiutandosi con l'immaginazione e la
curiosità tipiche di quell'età. In definitiva una lettura piacevole, con una
voce narrante che rimane impressa e che, nonostante la tematica per nulla
spensierata, sa regalare anche sorrisi e qualche risata.
Silvia Collotta
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“Mamma ha alzato la
testa come se si era svegliata in quel momento. Teneva la sigaretta in mano, ma
era tutta cenere, se l'erano fumata i pensieri.”
Salvo è un bambino pugliese, che cresce con gli
zii in Trentino, dopo l'arresto del padre. Dopo sei anni, scontata la sua pena,
il padre torna dal bambino e insieme si trovano ad intraprendere un viaggio di
alcuni giorni. Un viaggio non solo attraverso l'Italia, quanto una rincorsa al
passato, un viaggio nel loro rapporto genitore – figlio, alla ricerca di tanti
giorni scivolati negli anni, rubati dal "ladro di giorni"
. Due persone in auto separate da una distanza inevitabilmente
intercorsa tra i due nel tempo. Così nel corso dei giorni si alternano momenti
di diffidenza, di avvicinamento e allontanamento, silenzi, difficoltà nella
comunicazione, nonché più volte dei ribaltamenti dei ruoli tra un bambino
maturo e riflessivo, che assume a volte un ruolo protettivo nei confronti di un
padre cresciuto in un altro mondo, con un lato oscuro, che diventa
saltuariamente la figura da proteggere, anche da sé. Ognuno dei due personaggi
ha sorprese da riservare all'altro nel bene e nel male.
Il libro è scritto da Guido Lombardi, regista
del film tratto dal romanzo, che vede Scamarcio nella
figura del padre. Avendo visto il trailer alcune settimane fa, ammetto di aver
avuto lungo tutto il libro in mente il viso di Scamarcio
sovrapposto a quello del padre. Il racconto è scritto dal punto di vista di
Salvo, un "piccolo", che forse così piccolo non è più ormai.
A me è piaciuto molto. La scrittura è molto
chiara, lineare, ma anche immaginifica, come ci piace forse pensare sia la
mente di un bambino ed efficace nelle sue immagini. Colpisce, affascinante. Se
penso a cosa è stata la lettura per me mi vedo bambina su una spiaggia
nell'atto di aprire un pugno pieno di sabbia, che scivola e si disperde
nell'aria. Un fatto rapido, leggero, silenzioso, trascinante, questo è stato il
libro. Sulla mano umida resta ancora qualche granello trattenuto, ad
accompagnarmi per un po'.
Lo consiglio.
Giulia Butterini