Il monastero delle nebbie di Perpaolo Brunoldi e Antonio Santoro
Newton Compton
Spesso mi capita di giudicare un libro dal numero di volte in cui il mio sguardo si sofferma sull’orologio. Sono incapace di lasciare un libro in sospeso. Per quanto mi annoi, giungo sempre alla fine. Ecco, “Il Monastero delle Nebbie” mi ha completamente fatto dimenticare lo scorrere del tempo. L’ho divorato in una mattina. Sono stato “catturato” dal protagonista, Bonaventura da Iseo, e, nondimeno, dallo scorrere intrigante della trama. Il testo è scritto davvero molto bene. Ho trovato tracce di Eco nella sagacia e nella puntuale descrizione dei fatti. A tratti, mi è sembrato quasi di immaginare Peter Falk, travestito da monaco, ad interpretare una sorta di “Colombo francescano”; e la cosa mi ha notevolmente divertito. Che dire. “Come la notte segue il giorno” (cit.) penso che proseguirò nella lettura di altre avventure di questo Tenente d’altri tempi.
A mio (sindacabile) giudizio, l’opera più degna d’attenzione a livello di trama (o esposizione dei fatti), originalità, rispetto della nostra lingua italiana, cura (costruzione o ubicazione) dei personaggi, è “Il Monastero delle Nebbie”. Senza alcun dubbio. È difficile, normalmente, contrapporre un saggio a un’opera di narrativa. Ma, in questo caso, devo ammettere di non aver avuto alcuna difficoltà a compiere una scelta.
Matteo Bolli
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Già dalle prime pagine emerge l’intenzione degli autori di ispirarsi a grandi testi precedenti come il Nome della Rosa e I Pilastri della Terra.
Però secondo me gli autori hanno esagerato nel creare troppi stereotipi nei personaggi. Troppo caratterizzati nella descrizione estetica (ridicolizzando anche un po' le povere sorelle) e poco o nulla è stato descritto a riguardo della personalità o del carattere dei personaggi.
La trama è inizialmente ben costruita anche se nel finale ci sono tanti colpi di scena forzati per far quadrare comportamenti e vicende.
Un libro scritto quasi come se si vedesse già in una trama di un film.
Il linguaggio dei dialoghi è corretto e contestualizzato al periodo storico e questo è apprezzabile.
Claudia Gozzini
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“Il monastero delle nebbie” mi ha davvero appassionata. Non sono una abituale lettrice di libri del genere giallo ma questo mi ha preso già dal primo capitolo. Molto scorrevole e avvincente, mi sono piaciuti moltissimo i dialoghi che non ho trovato mai scontati. Ho apprezzato moltissimo la ricercatezza delle espressioni dialogali che mi hanno trasportato letteralmente e piacevolmente in tutta un’altra epoca. Il protagonista, frate Bonaventura da Iseo, mi ha affascinato molto per il suo modo di esprimersi misurato e ragionevole ma scaltro e intelligente con una buona dose di impulsività che fa di lui un perfetto investigatore. Il finale a sorpresa per niente scontato è stato decisamente un finale degno e coerente.
Simona Nevola
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Il libro “Il monastero delle nebbie” è molto intrigante: si tratta di una lettura scorrevole, agevolata dal ritmo serrato della narrazione. La storia è molto interessante e fedele all’ambientazione; non mancano riferimenti artistici e culturali relativi all’epoca, e il lessico usato, specialmente nelle sequenze dialogiche, è adeguato al contesto in cui si svolge la vicenda. Negli ultimi capitoli del libro, la narrazione si trasforma, la sua velocità aumenta e spinge il lettore a non staccare lo sguardo dalle pagine del libro, anche attraverso numerosi colpi di scena; tuttavia, le sequenze descrittive diventano rade e il susseguirsi degli eventi quasi affrettato. “Il monastero delle nebbie” è, in generale, un libro molto coinvolgente, adatto a un pubblico vasto.
Giada Capuzzi
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Romanzo che ho trovato avvincente per l’intreccio degli accadimenti ma deludente per lo stile narrativo, poco evocativo del periodo storico in cui è ambientato e più consono ad una narrazione di un tempo presente. I protagonisti son delineati in modo un po’ superficiale e soprattutto i dialoghi, e il modo in cui i personaggi si relazionano fra di loro, mi sono sembrati troppo moderni nella forma. Non si respira l’atmosfera del monastero medievale.
Germana Grazioli
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Coinvolgente è dire poco!
Marta Tortelli
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Libro piacevole e di scorrevole lettura. Giallo ambientato nella Spagna del 1200 in un monastero di monache realmente esistito che ha come protagonista un frate - investigatore francescano, certo Bonaventura da Iseo, il quale ricalca a tratti la figura di Sherlock Holmes e quella di Guglielmo da Baskerville de Il nome della Rosa. C’è da dire che, anche se la storia e le atmosfere richiamano chiaramente al suddetto romanzo, il testo è scritto in modo più snello e semplice, la figura di Bonaventura è molto più razionale che religiosa e le figure femminili mi risultano un po’ troppo audaci e indipendenti per quei tempi, le quali solitamente tendevano ad essere silenziose e sottomesse ai poteri inquisitori. Tuttavia essendo il contesto reale e ben raccontato (e correlato dalle piante dei monasteri citati), l’esperienza immersiva è piuttosto coinvolgente e fa rimanere con il fiato sospeso fino alle ultime pagine.
Lucrezia Uberti
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Perde perché la trama è poco originale. Brutta copia del capolavoro ' Il nome della rosa'. Stessa ambientazione monastica, ma manca del supporto storico e filosofico/dottrinale del famoso romanzo di Eco. Nessuna suspense ma piuttosto prevedibilità degli accadimenti, si salva sul finale con qualche modesto colpo di scena. I personaggi sono abbozzati ma non definiti, si immagina un loro passato, forse presente in libri precedenti, che però andrebbe meglio esplicitato anche in questo romanzo per meglio comprendere i comportamenti dei protagonisti
Maria Rosaria Sajeva
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Siamo in Castiglia, nell’epoca oscurantista e fanatica dell’eresia catara, della caccia alle streghe e dei roghi di eretici. Nel monastero di Suso un seguace di Francesco d’Assisi dal passato tanto denso quanto controverso, fra’ Bonaventura, ormai rivolto al suo personale riscatto e alla ricerca della verità che ‘rende liberi’, riceve una richiesta di soccorso dalla nobile Sancha, badessa del convento di Las Huelgas, nonchè sua vecchia amica e protettrice: l’urgenza è chiarire il mistero di una tremenda visione a cui si accompagna la morte orribile di una monaca. La badessa deve risponderne al potere che protegge il convento, e il suo ruolo la costringe a contemperare l’esigenza della verità, per la quale mostra propensione, con le esigenze dei potenti protettori dell’ordine. In compagnia di Bonaventura gli Autori, allegando anche mappe di sostegno, ci conducono da un monastero all’altro lungo il cammino di Santiago, attraverso intricati ma consolidati sentieri narrativi cosparsi di petali della Rosa di Eco; perveniamo ai meandri di un monastero femminile, abitato da monache esperte di farmaci, di tessitura, di cucina, da giovani converse, da fanciulle perseguitate ivi ricoverate e da personaggi maschili lì presenti a vario titolo. Tutti hanno qualcosa da nascondere: un segreto, una menzogna, un figlio. Bonaventura cerca la verità, nonostante l’illustre monaco suo antagonista accecato dal fanatismo e dal timore dei suoi potenti mandanti, tra colpi di scena, delitti oscuri e accuse di stregoneria a Fleur, la giovane madre rifugiata nel convento, a cui è legato da particolare affetto e antichi rapporti. Le oltre trecento pagine scorrono agilmente, grazie a una scrittura piana, ma non semplicistica, sostenuta da un qualche impianto concettuale e prevalentemente strutturata su dialoghi in presa diretta, che rivelano fatti e ben delineano i numerosi personaggi senza appesantire, con descrizioni d’ambiente non invasive. Il plot, tra atmosfere gotico- medievali e indagine di tipo poliziesco, attrae fino alle rivelazioni finali: le trame dei potenti vengono smascherate, la verità è benefica. Che i due autori si siano divertiti a lavorare sul romanzo lo sente piacevolmente anche il lettore.
Angela Caputi
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Mi è piaciuto per la trama narrata e la lettura è stata molto stimolante.
Sabina Tagliente
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Gli autori di questo libro hanno avuto la capacità di catapultarmi tra le mura del monastero di Las Huelgas nel lontano 1217, sottolineando, senza cadere nell'eccesso, l'austerità e il mistero che lo avvolgeva. Vi si intrecciano le storie e i misteri legati ai tanti personaggi che vivono all’interno o che si rapportano con il monastero. Sembra sempre di essere vicini alla risoluzione del caso quando sopraggiungono particolari che ti portano a cambiare punto di vista, tenendoti incollato alle pagine per scoprire chi davvero avrà commesso il delitto. Una lettura scorrevole, affascinante e coinvolgente.
Rachele Alicandro