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Il Mundial di Karol di Alberto Bertolotto
Alba edizioni

 

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“Circolo dei lettori
di Torino”

coordinato da Francesca Alessandria:


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Angela Palmieri Questo libro non mi ha coinvolta; sicuramente il fatto che io non segua il calcio può essere un fattore rilevante, ma ci sono anche altri motivi.

In primo luogo, trovo che sia scritto in maniera asettica: mi è parsa una trascrizione di tipo giornalistico ed anche troppo lunga. Mi sono persa nei risultati e nei dettagli del gioco delle partite, oltre che nel dedalo dei nomi di calciatori ecc...

Vero è che le vicende della squadra polacca sono descritte in alternanza agli eventi accaduti in un preciso contesto storico, politico ed economico, e legate a personaggi come Papa Wojtyła e movimenti come Solidarnosc; viene anche sottolineato il fatto che i calciatori godevano di un trattamento di favore da parte del regime per fini propagandistici. Tutto questo però non è bastato a farmi appassionare nella lettura dell'opera, che sembra scritta in modo impersonale; purtroppo l'autore non è riuscito a trasmettermi l'emozione dettata dalla sua passione per la Polonia e per quella squadra di calcio.

Angela Palmieri

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Irene Cambriglia Il Mundial di Karol di Alberto Bertolotto ci presenta uno spaccato storico della Polonia della seconda metà del Novecento, in cui vediamo che non è soltanto il calcio ad avere il peso maggiore nella narrazione ma sono presenti anche tanti riferimenti di carattere politico e religioso che hanno condizionato notevolmente le sorti di questo paese. Per quanto concerne la tematica storica, è doveroso sottolineare l’enorme contributo di Bertolotto che ha saputo dar voce ad una Polonia fragile ma pronta al cambiamento. Personalmente sia l’argomento trattato che lo stile dell’autore non hanno reso la mia lettura fluida e coinvolgente, ho riscontrato molte battute d’arresto e non ho potuto apprezzare a dovere il testo a causa della conoscenza marginale in materia calcistica. Ho potuto seguire il filone storico del colpo di Stato e quello religioso legato a Papa Giovanni Paolo II che però non sono riusciti in ogni caso a gradire.

Irene Cambriglia

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Libro molto tecnico che può essere definito una “cronaca calcistica” e che intercala risultati e prodezze della nazionale polacca ad informazioni, aneddoti, curiosità ed interviste che fanno da cornice alle mere partite nell’ambito delle selezioni per le qualificazioni dei Mondiali del ’74, degli Europei dell’80 e in ultimo dei mondiali di Spagna 1982.

Viene presentata la rosa dei giocatori della nazionale polacca con i risultati raggiunti nelle varie partite di qualificazione delle competizioni di cui sopra: il cammino di una squadra che, malgrado le vicende politiche del regime comunista, si è sempre battuta con le unghie e con i denti per farsi onore presso la propria nazione e i tifosi. Nel ‘74 la Polonia inaspettatamente arriva al terzo posto ai Campionati Mondiali. Era dal 1938 che non si posizionava ad un gradino così alto. Nel ’72 aveva vinto la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Monaco di Baviera. Alle vicende calcistiche si alternano accadimenti storici straordinari per il Paese e per il mondo: per la prima volta viene eletto un Papa polacco: Karol Wojtyla. In lui il popolo oppresso dalla dittatura comunista aveva visto la persona in grado di cambiare le loro vite. Il paese è travolto da scioperi e a guidare le proteste si fa strada un giovane elettricista: Walesa dotato di straordinario carisma.

Da queste proteste nasce Solidarnosc, il primo sindacato libero che le autorità riconoscono. E’ considerata una “Rivoluzione legalizzata”.

Si tratta di un evento epocale non solo per la Polonia ma per l’intera Europa dell’Est.

Intanto continuano gli scontri tra la milizia e i manifestanti; non si fermano gli arresti e le barricate, le fabbriche proseguono gli scioperi. Si spera in un successo della nazionale per placare i disordini sociali. I calciatori in Polonia sono dei privilegiati e non subiscono le limitazioni imposte dal regime. La Nazionale è vista dal governo polacco come fonte di reddito per tutto lo sport del Paese che vive un momento economico particolare: salta agli occhi che in caso di rivolta e disordini sociali della popolazione, lo sport è l’arma più potente del governo per calmare e distrarre le masse. Molti polacchi hanno approfittato del Mondial per lasciare definitivamente lo Stato e “rifarsi una vita”; partendo dalla Polonia come tifosi avevano avuto questa possibilità e la sfruttarono.

Nel 1981 durante la preparazione per i mondiali, accade il golpe di Stato, si blocca tutto e la Polonia vive un periodo da incubo per le limitazioni imposte alla popolazione per il divieto alla libertà di circolazione e di associazione. Oltre alla “radiocronaca” dell’autore, vengono riportati parecchi articoli e interviste dell’epoca apparse sui principali giornali sportivi, inoltre vengono analizzate in maniera analitica i retroscena e i preparativi alle partite. L’autore dà ampio spazio alla figura di Boniek, nuovo acquisto della Juventus dopo i Mondiali dell’82.

La Polonia si qualificherà terza ai Mondiali di Spagna e Zibì è l’uomo-chiave; un evento che nessuno avrebbe mai pronosticato alla vigilia. Lo scontro è con la Francia e per le testate giornalistiche sportive si tratta di una sfida nella sfida, un duello tra i fuoriclasse delle due selezioni: Boniek contro Platini, due giocatori che saranno compagni di squadra alla Juventus che li ha appena ingaggiati. I successi degli sportivi vengono salutati dai Polacchi come una specie di riscossa dopo molte sconfitte subite. Ad impreziosire il libro c’è la prefazione a firma di Dino Zoff e le interviste a due giocatori mitici della Polonia e dell’Italia dell’epoca: Andrzej Iwan e Roberto Beccantini.

Malgrado il libro sia scorrevole e a tratti ironico, non do il mio voto perché l’ho trovato in alcuni punti noioso e molto tecnico e talvolta confusionario sui risultati delle partite, forse perché il calcio non è tra i miei sports preferiti. In ogni caso è da farsi un plauso all’autore per la ricerca minuziosa di tutti i dati sulle partite. Ultima cosa: mi sono chiesta se alla partita Italia-Polonia davanti al teleschermo ci fosse Papa Wojtyla e per chi tifasse …

Gisella Marcellino

 

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Circolo dei lettori
di Piacenza “Cumbriccula d'i piasintein”
coordinato da Daria Corsini:
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Nell’accingermi a leggere il Mundial di Karol commento tra me e me Ottima scelta, brava. Per una che ha cordialmente a noia il calcio e neppure tollera di sentirne parlare, proprio il volume giusto.

Eppure questa storia merita una lettura, e non è necessario essere appassionati di dribbling e tackle per apprezzarla. Neppure serve poter dire “Io c’ero” quando l’Italia vinceva i Mondiali di Spagna nel 1982, il famoso Mundial. In questo racconto si fondono dettagli tecnici, informazioni accurate, aneddoti ed episodi che colgono di sorpresa il lettore e riescono ad alternarsi armoniosamente tra loro, attraversando di tanto in tanto la strada alla Storia.

I ritratti dei protagonisti della nazionale polacca affiorano nella narrazione come perle casuali, immortalati nelle loro imprese o raccontati attraverso la quotidianità della loro poco comune vita, fissati spesso nel momento centrale di un’azione che più che cambiare la storia di una partita ha cambiato la storia della loro vita. Le vite dei giocatori – Boniek in testa - si intrecciano con quella di Giovanni Paolo II, con il terremoto politico che cambia il volto della Polonia per sempre, con la cronaca incalzante di allora, mentre la nazionale polacca, non senza difficoltà, prosegue il suo cammino verso i Mondiali di Spagna e una volta in gioco continua a sorprendere e sembra non volersi fermare più.

La postfazione di Stefan Bielański riannoda i fili che si sono intrecciati nel corso del racconto e offre uno sguardo dall’alto sia sulle vicende della squadra che su quelle della Polonia a partire dall’estate di Solidarnosc.

Una lettura davvero gradevole, ricca di ricordi e di volti che sarà difficile – d’ora in poi – dimenticare.

Manuela Fiorani

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L’autore fa un’ampia disamina sia della parte sportiva, soffermandosi sull’evoluzione del calcio polacco dai mondiali di Argentina ai Mondiali di Spagna con l’analisi dei vari protagonisti, siano essi i giocatori o gli allenatori che si sono succeduti.

Nello stesso tempo l’autore cerca di fare un parallelo tra la situazione sportiva e la situazione politica che, proprio in quegli anni, subiva una feroce svolta data, soprattutto, dalla salita al soglio pontificio di un papa polacco decisamente anticomunista e con l’obiettivo primario di frantumare il sistema sovietico.

Ne scaturisce una lettura a volte superficiale, soprattutto dell’aspetto politico, a volte più approfondita, nell’aspetto sportivo-calcistico.

Il libro scorre veloce e si fa leggere senza interruzione.

Probabilmente nelle conclusioni finali, a mio parere, ci si aspetta qualcosa in più dal punto di vista politico, ma il taglio non è quello.

In conclusione una lettura leggera e per appassionati di calcio che possono ritrovare personaggi ed episodi ’storici’ e ritornare con la memoria ai bei tempi dell’Italia Mundial.

Barbara Ferrari

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Chissà perché, mi ero fatta l’idea, prima di leggere il libro, che avrebbe spaziato dal calcio alla sociologia, dall’aneddotica alla storia, che mi avrebbe fatto entrare, attraverso il calcio, nella vita della Polonia negli ultimi anni del secolo scorso. Evidentemente mi sbagliavo perché il saggio, pur toccando questi temi, soprattutto il periodo polacco di Solidarnosc, è in realtà un libro che tratta di calcio e di calcio straniero, polacco appunto.

Da profana del calcio nella maturità ma tifosa in gioventù, anche per merito di quel Mondiale di Spagna dell’82 che mi ha avvicinato, seppur per un breve tempo, al calcio, Mondiale che per ben due volte ha visto l’Italia giocare contro Polonia di Boniek, la squadra di cui tratta questo libro, sono comunque riuscita a godermi molti passaggi e molte pagine, che mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, quando insieme a mio papà, impaziente, che entrava e usciva, si abbatteva e gioiva, sedevo in soggiorno a guardare le partite. Ero giovane, c’erano ancora mio padre e mia madre, erano bei tempi.

Anche se mi sono spesso persa in mezzo a tutti quei nomi polacchi pieni di Z W e K, nel dettaglio di numeri date e partite, diciamo che non mi sono pentita della scelta fatta di buttarmi in un saggio così lontano dai miei attuali interessi.

Piera Marchioni

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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