Il paradiso alla fine del mondo Nicola Brunialti
Sperling&Kupfer
È la storia di un mondo capovolto, in cui
l'Africa assume il ruolo di continente ricco e prospero e, conseguentemente, è
meta di ingenti flussi migratori che partono dall'Europa, dilaniata da
carestie, malgoverno e guerre civili. La protagonista, ormai stabilitasi a
Freetown in Liberia, racconta il suo viaggio lunghissimo e difficile che molti
anni prima l'ha portata dalla Germania alle coste libiche. Sebbene questa
intuizione di ribaltare completamente gli equilibri che dominano il sistema
internazionale attuale possa offrire interessanti spunti di riflessione, il
modo in cui questo scenario è costruito lascia molto a desiderare in termini di
chiarezza, credibilità e coerenza interna. Il focus della narrazione si sposta
quindi molto sull'impatto emotivo che scaturisce dalla descrizione di eventi
tragici, su cui l'autore forse ha eccessivamente calcato la mano, per poi
saltare rapidamente ad un lieto fine quasi fiabesco.
Giulia Lisdero
***
È un libro che con molta semplicità
racconta la migrazione di una famiglia italiana da una Germania ormai
pericolosa verso l'Africa. Teresa, la protagonista, è una donna che si racconta
attraverso delle date importanti che hanno segnato la sua vita, anche in
positivo, facendola diventare la donna forte di oggi. Tanti personaggi e
luoghi, la sua amica del cuore uccisa da un colpo di proiettile, sua nonna, il
suo Hans primo amore della sua vita che bació per la
prima volta in un parco innevato, la sua nipotina nata il 19 agosto. La sua
permanenza a Napoli, con la figlia degli zii che si chiama Daniela! Bellissima
la descrizione della sua partenza dove lascia alle spalle il suo passato e
Hans, portando solo alcuni ricordi dentro il suo zaino... Il vento alla sua
partenza verso Francoforte profumava di bombe... Mi sono piaciuti i capitoli 14
e 15 in cui Teresa spiega la tristezza di Hans per la morte dei suoi genitori.
Il dolore è come quell'acqua che non passa mai, ristagna nella profondità e
ogni tanto risale in superficie togliendo il respiro. E nel capitolo 15 Teresa
la protagonista racconta delle violenza alle quali ha dovuto assistere..un viaggio verso il paradiso in camion o
in pulmino dove la luce filtrava da finestrini. E poi il capitolo della
piscina, l'acqua la paralizzava, ma lei ha vinto la sua paura. E poi il suo
trasferimento a Napoli (la mia mamma è napoletana!), il profumo del caffè
nel palazzo alto alto… Mi è piaciuto tutto! Un libro scritto benissimo, con
frasi che più volte hai detto o pensato, che tratta di un argomento tutt'altro
che banale... Il modo di scrivere dell’autore mi ricorda molto Natasha lusenti. Ammirevole come lo scrittore abbia potuto
immedesimarsi in pensieri circolari tipicamente femminili.
Daniela Maisano