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Il sarto di Crema di Eugenio Giudici

Castelvecchi

 

Confesso di essere stata un po’ prevenuta per il numero notevole di pagine che compongono questo romanzo, perché i libri troppo lunghi talvolta sono ridondanti e ripetitivi. Questo pregiudizio ed il fatto di dover leggere sul computer mi preoccupavano molto, ma una volta iniziata la lettura non mi sono potuta più fermare, non mi sono mai annoiata e desideravo continuamente vedere come i vari personaggi si comportavano e gestivano le proprie emozioni.

È proprio il genere di libri che piace a me: la storia delle famiglie inserita nel contesto storico politico in cui c’è bisogno di fare delle scelte, spesso dolorose, per preservare i propri valori.

Mi è piaciuto anche per il fatto che i personaggi femminili sono figure rilevanti. Hanno propri ideali e li realizzano aiutando e sostenendo gli uomini a cui sono legate.

C’è inoltre un bel finale sorprendente che mette a posto l’esistenza di tutti i protagonisti e dà speranza per il futuro, evidenziando la possibilità di rimettersi in gioco e ricrearsi un domani nonostante le avversità.

Antonella Bertini

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Gli avvenimenti narrati nel romanzo si susseguono incalzanti come il trascorrere degli anni, tra il 1807 ed il 1816. Questo inizio di secolo ha visto gettare i presupposti del Risorgimento, con tanti uomini per i quali la consapevolezza che per la libertà si può morire è la sola certezza che li accompagna. La Lombardia, ma soprattutto Crema, dove si svolge il romanzo, vive un momento di grandi cambiamenti: le battaglie, il progresso della tecnica, la crisi economica dominano gli avvenimenti, sconvolgendo terre, stati, la vita dei nobili, dei borghesi e del popolo. Francesi ed Austriaci si alternano nel controllo della Lombardia, i Francesi ora meno rivoluzionari, più imperialisti, con un capo carismatico e risoluto che infiamma cuori e menti, gli Austriaci sempre forti della loro realtà e consapevoli del loro potere. La storia di Paolo Ghedi si svolge in una Crema in lotta per il riconoscimento della città a provincia, con i suoi campi di lino, risaie, boschi e paludi. Paolo è un sarto di prestigio, con una sicurezza economica ed una relativa sicurezza affettiva, abile mercante, buon intenditore di uomini e del loro animo. Lavora con Giò Batta Valdamen di cui sposa la figlia e di cui rappresenta il futuro. Il romanzo tratteggia la vita della provincia lombarda, con le sue storie di varia umanità; assistiamo alla nascita delle società segrete, delle differenze di classe e del fenomeno del banditismo, dato che in tempo di fame i disperati non mancano. Tra Carboneria e Liberi Muratori si sviluppa il senso di appartenenza e l'idea di un'Italia unita ed indipendente. Nella storia trova spazio anche la vicenda ed evoluzione di una donna, Giuditta, sempre più consapevole del proprio ruolo in una società ancora in mano agli uomini. Il romanzo ha il suo epilogo nel sacrificio espiatorio di Giò Batta che permette a Paolo di trasferirsi in America con la famiglia.

Sandra Ristori

 

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Più di 700 pagine avvincenti, una storia familiare inventata collocata in un contesto storico ricostruito con dovizia di particolari. Il periodo è quello della nascita delle prime società segrete che saranno le protagoniste del Risorgimento. Un libro bello che inquadra con fedeltà uno dei momenti più importanti della nascita della Nazione Italia, senza sacrificare il gusto per la lettura di un bel romanzo.

Carla Benedetti

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Ho scelto “Il sarto di Crema” per la scrittura coinvolgente e al contempo ricercata, con una grande capacità di narrazione che porta a intrecciare la storia piccola e personale con quella grande e nazionale. Un romanzo storico avvincente.

Federico Bassetti 

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Ho scelto il sarto di crema perché è un genere che preferisco e mi è subito piaciuto. È un romanzo appassionante e travolgente che racconta una pagina di storia con personaggi comuni il cui scopo è il raggiungimento del pensiero libero. 

lo consiglio. 

Laura Pescolla

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"Il sarto di Crema" si legge con trasporto, merito di una ottima scrittura, coinvolgente e molto "cinematografica". E’ merito anche di una valida idea di fondo, quella cioè di intrecciare la Storia con la "S" maiuscola con la storia che viene raccontata (idea di fondo che mi ha rimandato a "I leoni di Sicilia" di Stefania Auci, uno dei libri più belli che ho letto ultimamente).

Lucia Ignagni

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Romanzo storico e in un certo senso di formazione ambientato in un periodo storico affascinante, l’epoca napoleonica e il nascente risorgimento, dove la storia è discreto fondale per le vicende del sarto Paolo e del suo “padron Sarto” con un finale da non rivelare.
Il personaggio storico, Paolo Pezzola da Ghedi, più che protagonista è efficace testimone e narratore di una Storia che si svolge in lontani campi di battaglia ma che permea di conseguenze la vita comune, dove idee nuove trovano fertile terreno in un mondo che già cambia.
La scrittura scorrevole e avvincente, fatta perlopiù di periodi brevi, i dialoghi credibili, la riuscita caratterizzazione dei personaggi, rendono agevole e godibile la lettura di un libro di ragguardevoli proporzioni.

Marco Tiberti

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Tra i due autori che, confesso, non conoscevo, emerge, a mio avviso, una differenza sostanziale. In Giudici la sua capacità espressiva, sia linguistica che stilistica, sanno bene attrarre e coinvolgere il lettore. La sua maturità, frutto anche, credo, del suo bagaglio derivante da opere precedenti, gioca un ruolo non indifferente. Debora Grossi, che traduce al meglio delle sue possibilità, una tragica esperienza, vissuta da altra persona, ancora non dispone, ed emerge nel confronto, di quanto necessario ad imporsi e, prevalere.

Gianni Pezzia Fornero

 

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