L’autunno
dell’anno prima di Alessandra Zenarola
Solfanelli
Ho fatto fatica a finire di leggere
questo libro, l’ho trovato molto confusionario e non riuscivo bene a capire
quando si trattava di un flashback o quando il racconto tornava nel presente.
Inoltre, il personaggio di Domiziana mi è sembrato abbastanza banale e non mi
ha affascinato più di tanto. Il racconto essendo fatto in terza persona non mi
ha aiutata affatto. Non sono riuscita a entrare dentro la storia e a mettermi
al posto della protagonista. La storia di per sé poteva essere interessante, in
particolare il legame tra due sorelle molto diverse l’una dall’altra, ma
conosciamo Andrea relativamente poco e soltanto attraverso i flashback, il
libro è concentrato su Domiziana ma non capiamo bene cosa prova Andrea. Le
azioni sono poche e svolte in fretta e furia: un giorno Domiziana è a Grado e
10 righe dopo è già arrivata a Roma. Tuttavia, le descrizioni dei paesaggi e
dei luoghi sono dettagliate ed esprimono bene la confusione e la tristezza di
Domiziana.
Cindy Prado
***
È un racconto che possiede le
caratteristiche da romanzo giallo ed è una storia di storie. Le descrizioni dei
personaggi, che sono tutte molto belle, partono con pochi tratti e si
sviluppano via via. La scrittrice ha utilizzato due registri narrativi: quello
in prima persona e quello del narratore esterno, inoltre vengono usate molte
metafore e flashback. Domiziana è la protagonista del romanzo, insieme alla
sorella Andrea; in autunno dopo 30 anni ritorna a Grado alla ricerca del suo
passato, di sé stessa e in un certo modo anche dell’amata sorella. Il lettore
si trova di fronte una persona molto timida, che ama il mare e che ha sofferto
molto con sintomi di profondo disagio nei confronti del mondo. Lo stile è molto
curato e il modo di scrivere preciso, lineare, semplice ma ricercato. Un
romanzo interessante che affronta dei temi importanti in maniera delicata e
umile e cerca di descrivere il profondo mutamento e le problematiche legate
all’animo umano e alla ricerca della felicità (in fondo tutti noi la
cerchiamo). Non ho apprezzato la mescolanza tra discorso diretto libero e tra
virgolette che viene usato in modo davvero particolare. Il libro non mi ha
rapito, la trama è già un po’ sfruttata e la storia diventa interessante oltre
la metà. “ … io sono una poesia interrotta, meglio
non scrivere il finale … “
Gisella
Marcellino
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Romanzo delicato
ambientato a Grado, in un autunno che fa il suo mestiere: rende mesto il
paesaggio di mare e aiuta i ricordi a prendere forma. In questo scenario intriso
di malinconia, la protagonista Domiziana conduce un viaggio dentro la memoria
ma, il lettore se ne rende conto presto, è un viaggio che anche un'indagine
sulle tracce della sorella. Mizia, ha un matrimonio
alle spalle che è finito nelle secche dell’abitudine, una figlia protesa nel
futuro che è troppo presa dal suo divenire per davvero comprendere gli affanni
della madre ma è l’oggi che è al centro della narrazione. È il presente che ha
un ammanco. Mentre le colleghe la spingono a ributtarsi nella vita e cercare la
compagnia di una relazione Mizia sente di dover
ripartire da sé cercando la sorella. Il tempo sospeso che si ritaglia
in una pensione di Grado lo dedica a questa ricerca. Quella sorella maggiore da
sempre sfuggente, ribelle che tuttavia costituisce un legame irrinunciabile. Dove cercarla? Lì dove si sono perse le sue
tracce. Una località amena in cui trascorrevano le vacanze estive da bimbe
quindi luogo della memoria oltre che dello spazio in cui le loro vite non
avevano ancora preso direttrici così divergenti. Una operazione di archeologia
emotiva che condurrà Mizia soprattutto dentro sé
stessa e, seguendo le orme della sorella, troverà la via che la condurrà a
nuova consapevolezza e, si, a un nuovo amore. È una storia delicata. Ma a
tratti anche aspra. Lungo le pagine serpeggia il presentimento che le strade
delle due sorelle potrebbero essersi fatte irrimediabilmente e tragicamente
parallele. Eppure, ciò non toglie nulla alla lievità delle pagine e Mizia ci resta nel cuore come un’amica di cui abbiamo
assistito la rinascita.
Caterina Caprì
***
Il libro che mi è piaciuto di meno è
stato L’autunno dell’anno prima di Alessandra Zenarola:
banale la costruzione dei personaggi e difficile da leggere soprattutto a causa
dei numerosi salti temporali presenti all’interno del testo. Difficile è stato
anche, per me, riuscire a entrare nei panni della protagonista Domiziana, donna
su cui si concentra l’intera attenzione dell’autrice, che infatti lascia poco
spazio alla raccolta di informazioni sui restanti personaggi presenti nella trama.
Ho trovato, però, illuminante la corrispondenza tra la confusione della trama
(molto lontana, infatti, dall’essere lineare) e la confusione provata dalla
protagonista stessa. Un’altra nota interessante, a favore del romanzo, è data
dal modo in cui l’autrice affronta temi importanti, quali il cambiamento
interiore e la ricerca della felicità, in maniera estremamente umile e
delicata. Un peccato, l’essersi concentrata quasi unicamente su un solo
personaggio: della sorella di Domiziana conosciamo relativamente poco, eppure
ritengo che il legame tra questi due personaggi si sarebbe potuto trattare in
maniera molto più interessante e approfondita.
Clara
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Questo romanzo tratta di una donna,
che di nome fa Domiziana, udinese ma residente a Roma. Sceglie di andare in
vacanza in un paesino del Nord, bagnato dal mare, nel mese di novembre. Però,
sembra che l’autrice non abbia una chiara argomentazione che di solito ci si
vuole a dimostrare con la narrazione. Ciò mi ha portato a non convincermi molto
del racconto è che lo stile narrativo è troppo triste, senza nessuna
particolare emozione, positiva o negativa che sia, o scena che mi faccia
riflettere, maturare e ricordare con il piacere. Inoltre, troppi salti
temporali in quasi tutti i brevi capitoli hanno reso l’intera narrazione, a mio
parere, complicata da leggere, senza farmi diventare amichevole con i
personaggi. In conclusione, non c’è stata senza nessuna ispirazione per me.
Giovanna
Forcella
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