L'eredità di
Ludina Barzini
Bompiani
Ho
contato trentuno nomi di personaggi nelle prime pagine del libro della Barzini; elenco utilissimo a cui fare spesso riferimento
per capire di cosa e di chi si parla.
Rosa,
Isabella e Livia. 3 generazioni di una saga novecentesca che si snoda fra matrimoni,
nascite, morti, patrimoni da amministrare, politica e soprattutto denaro, tanto
denaro. Sembra che non ne abbiano mai abbastanza. Sono gli anni del fascismo e
della seconda guerra mondiale. Le loro vite scorrono fra cause e litigi, a New
York, Londra, Milano, Genova, Roma.
Tre
donne diverse che si trovano a dover affrontare complesse logiche famigliari.
Le 400 pagine scorrono veloci e ci fanno sentire al centro delle loro storie e
del loro mondo. Mondo che si disfa e si ricostituisce.
Palazzi,
ville, gioielli, domestici, grandi alberghi, banche, investimenti, società,
tragedie, minacce, maneggi, intrighi, ingordigia. Ma ogni tanto qualcuno si
ricorda dell'esistenza di persone giuste e generose che conducono vite
tranquille e serene con tenacia ogni giorno.
Le tre
figure femminili sono sfaccettate, forti e fragili al tempo stesso. Possono
apparire come personaggi di una famiglia di brutta gente, impregnata dalla
maledizione del denaro. A volte addirittura siamo di fronte ad una commedia
degli orrori.
D'altro
canto c'è un sottile fil rouge che si snoda lungo
tutto il romanzo. Un quadro scomparso in circostanze misteriose mai chiarite.
Un giorno recapitano un pacco a Livia recuperato da un antiquario di Genova.
Dopo una settantina di anni riemerge dalle tenebre la Madonna con Bambino. Di
Raffaello!
Il mio voto va a L'Eredità di Ludina Barzini. Con le sue 400 pagine mi ha coinvolta e affascinata
Susanna
Calisse
***
Un
susseguirsi in oltre 400 pagine delle vicende incredibilmente ripetitive di tre
generazioni di donne, pagine per la maggior parte dedicate all’ossessivo tema della
brama dei beni familiari da ereditare. Nessun approfondimento o spunto di
riflessione per il lettore ne storico, ne psicologico, ne di alcun che. Due
delle tre protagoniste e quasi tutti i personaggi hanno caratteri fortemente
negativi: i pochi positivi muoiono prematuramente o se la danno a gambe! Forse
è adatto per trarne una telenovela.
Michela Oberto
***
Racconto
di vicende di famiglie benestanti, unite da rapporti di parentela e divise da
contese ereditarie.
Maria Piera Gandolfo Peyron
***
"L'eredità"
di Ludina Barzini narra le complesse vicende sociali
ma soprattutto economiche di una famiglia attraverso la vita di tre donne.
Cognomi noti, palazzi, città, negozi, ristoranti riconoscibili e citati con una
punta di compiaciuto snobismo. Lo stile è scorrevole ma la ripetizione di
quanto il denaro possa essere nocivo è eccessiva e nuoce alla narrazione
stessa. La storia attraversa diversi periodi storici ai quali si accenna un po'
superficialmente e in modo convenzionale.
È
di facile lettura e penso possa avere un buon successo di pubblico. Ho scelto questo libro.
Cecilia Chieli
***
Si
tratta di una saga familiare che si snoda attraverso tre generazioni tra gli
anni ottanta dell’Ottocento e quelli del Novecento; le protagoniste sono donne
(madre e figlia e poi una nipote) dal comune destino: essere vedove, le prime
due, di mariti facoltosi e doverne conservare e accrescere il patrimonio
destinato ai figli (di primo letto). Pagine in cui fanno ruzzoloni abbondanti
miliardi di lire, gioielli di molti carati, residenze esclusive e frequentazioni
similari. Filo conduttore parrebbe essere la ricerca di un quadro amato, ma
sparito in modo misterioso (una Madonna con Bambino, di Raffaello ovviamente);
a far da collante sono, invece, cupidigia, invidia, gelosia in cui inciampano i
personaggi o ne sono irretiti. Nulla di nuovo, purtroppo. Quattrocento pagine
sono troppe, però, per raccontare, anche se con buon ritmo, quella che è in
fondo una vicenda banalissima.
Maria Teresa Reineri
***
Saga
familiare che si dipana lungo tutto il Novecento. Protagoniste tre figure
femminili e l'ingente patrimonio familiare di nobili e banchieri tra Genova,
Milano, Roma e New York. Minuziose descrizioni di arredi, abiti, gioielli e
opere d'arte, forse malriuscito tentativo di imitazione di uno stile
proustiano, appesantiscono e rendono poco scorrevole la vicenda che si svolge
tutta attorno alle controversie dei vari protagonisti, ciascuno impegnato ad
accaparrarsi l'eredità. Nel complesso la scrittura appare piatta e faticosa e
non dona alcuna emozione.
Anna Maria Morello