L’impronta dell’assassino di Cornell Woolrich
Mondadori
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Circolo
dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Foggia “Biblioteca La Magna Capitana, Viaggi tra le righe”
coordinato da Gabriella Berardi e Mara Mundi:
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Sei racconti che Woolrich, maestro del giallo americano e del genere noir, scrive in un momento particolarmente difficile della sua vita, tanto da influenzarne la narrazione, intrisa di atmosfere angosciose e drammatiche. Ciascuno di noi può trovare elementi in comune fra le vite dei protagonisti dei racconti e la propria quotidianità, spesso animata da desiderio di rivalsa, rassegnazione e situazioni inattese che improvvisamente possono cambiare il corso degli eventi.
Raffaele Addivinelo
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Nel libro di Woolrich, per quanto pieno di suspense e creatività nella narrazione dei personaggi, i racconti rivelano la drammaticità della vita: solitudine, morte, fallimento. Ciò mi ha portato a riflettere e a pormi domande su ciò che chiamiamo “destino”, se davvero ognuno di noi abbia già un percorso di vita programmato al quale, volente o dolente, non può sottrarsi, ed è in balia di tutte le circostanze di vita quotidiana a lui sconosciute, o se siamo noi stessi artefici di ciò che ci accade. Siamo tutti colpevoli. È la frase che mi ha colpito di più nell'ultimo racconto, dove viene descritto la questione sulla pena di morte. Forse sì... o forse no? Preferisco pensare che siamo tutti responsabili, che la vita va vissuta con la consapevolezza del Qui e Ora, nessuno sa cosa c’è dietro l’angolo; il bene o il male si manifestano nei comportamenti dell’uomo.
Nicola Alloggio
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I Wouldn’t Be in your Shoes è il titolo originario della raccolta di racconti gialli di Cornell Woolrich, pubblicato per la prima volta nel 1943. Tradotto in Italia con il titolo L’impronta dell’assassino, il libro propone storie di delitti al limite del paradosso, dove il destino è sempre pronto a capovolgersi, e molto spesso neppure il protagonista vorrebbe trovarsi nelle proprie scarpe. Avvincente, ritmato, a tratti claustrofobico.
Pasquale Berlantini
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In questo libro possiamo leggere una serie di racconti di piacevole lettura, anche se alcuni poco probabili.
Inusuali le idee di partenza delle trame e sorprendenti i finali. L’autore riesce, in questi racconti, a tenere con il fiato sospeso fino alla fine, il lettore.
Patrizia Borreca
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Ogni racconto è un capovolgersi inaspettato di gesti abitudinari o il mutare repentino di persone comuni, nelle quali, improvvisamente, l’ordinario lascia il posto allo straordinario e l’azione sostituisce la passività della routine. Alcuni spiazzano più di altri e lasciano impietriti: è il caso del racconto che dà il titolo al libro. Altri, come “Alle tre in punto” e “La scappatoia”, nonostante la drammaticità dei fatti accaduti, riservano momenti di una inaspettata e irresistibile comicità. Il destino sembra incaponirsi sui personaggi, eppure rimane la sottile percezione che in fondo tutto possa cambiare, anche da un momento all’altro, e che un piccolo dettaglio possa influenzare gli eventi finanche arrivando a evitare una tragedia o, al contrario, a provocarla.
Sarah Calabrese
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“L’impronta dell’assassino” è un’interessante raccolta di racconti gialli di Cornell Woolrich. Nel suo genere può essere ritenuto un piccolo gioiello, di gradevole lettura e ben strutturato. Ciò che colpisce è la varietà di spunti narrativi e l’evoluzione spesso sorprendente delle storie, che coinvolgono il lettore fino alla fine.
Anna Mastrolitto
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Gli dei del mondo classico ritornano nel romanzo giallo dell’americano Cornell Woolrich per decidere sul destino degli uomini.
Il contabile Tom Quinn pensava di aver trovato la sua strada, ma …!
L’ingegnosa trappola che l’orologiaio Stapp ordisce per uccidere la moglie gli si ritorce contro.
L’alibi, che il gangster Donleavy si era creato, non serve a proteggerlo dalla sorte beffarda.
Altri episodi di altri personaggi tendono a dimostrare, tra suspense e angoscioso terrore, secondo lo stile di Woolrich, come la nostra vita sia solitaria, senza speranza, sottoposta ad un mondo spietato e che i nostri piani siano gestiti da altre entità.
Natia Merlino
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I racconti polizieschi di Woolrich sono una lettura godibilissima; trovo fenomenale ed estremamente gustoso il modo in cui essi rispondono all’estetica, all’atmosfera e al mondo ideale del cinema suo coevo. Chi non ha pensato ad un film di Hitchcock già leggendo Alle tre in punto? Woolrich crea sceneggiature semplicemente perfette in ogni riga, con tanto di zoomate espressionistiche e occhi sbarrati. I personaggi di Un mazzo di rose rosse sarebbero interscambiabili con quelli di un romanzo di Fitzgerald. Insomma, questi racconti di Woolrich sono l’America degli “Anni Ruggenti” distillati in purezza; lo si potrebbe definire uno scrittore che si inserisce perfettamente nel main stream, nel “flusso principale” della letteratura americana. Detto questo, ho dato il mio voto a Stoner perché forse il “nostro” compito in questo Torneo letterario era quello di cercare un libro che potesse definire in modo migliore, sia “descrittivo” che “propositivo”, ciò che intendiamo che sia l’“identità” statunitense, e io credo che l'America oggi abbia bisogno di introspezione e di ricerca delle origini come avviene in Williams.
Annalisa Molfetta
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Sei racconti tra il giallo e il noir inchiodano alla pagina il lettore de L’impronta dell’assassino di Cornell Woolrich, scrittore americano che fece di questo genere letterario la sua cifra stilistica.
Libero arbitrio o fato, capacità di incidere sugli eventi o destino beffardo già scritto? Sono molti gli interrogativi che suscitano le storie raccolte in questa antologia, in un crescendo di suspense e colpi di scena.
Filo conduttore, la solitudine dell’uomo, la sua finitezza ineluttabile.
Mara Mundi
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Imprevisti e orologi che ticchettano fino a renderti pazzo; detective improvvisati sulle tracce di rose avvelenate; diventare l’ombra di un assassino che si è salvato grazie ad una scappatoia, aspettando il momento giusto per vendicare la morte di un collega; essere un bambino in mezzo ad adulti che non ti ascoltano anche se quello che devi dire servirà a salvare una vita...
Sei racconti noir surreali e piacevoli, godibili. La complessità della vita è il fil rouge che lega questi racconti. Ce n'è per tutti i gusti!
Anna Rita Purgante
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L’impronta dell’assassino è un insieme di racconti tutti gialli e particolari, alcuni con una soluzione finale, altri meno, non soddisfatti pienamente. Una sorta di suspense nella suspense. È un bel libro da leggere per chi è appassionati di questo genere.
Valentina Schiralli
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L’impronta dell’assassino di Cornell Woolrich è molto cinematografico e assai poco giallo. Sembra scritto per essere trasmesso, come una scenografia. Sapiente è la mano di chi conosce la macchina da presa oltre che lo scrivere. Autore dalla produzione sconfinata sembra trovare il suo baricentro narrativo nella solitudine; una solitudine urbana, anonima e, per ciò stessa, orribile come l'angoscia che permane ogni pagina, ogni riga.
Costantino Squeo
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Nessuno è al sicuro. L’autore che ha ispirato anche il grande Hitchcock per uno dei suoi film più famosi, La finestra sul cortile, in questo volume ci propone una serie di racconti coinvolgenti, intriganti e avvincenti al limite della più perfida seduzione dell’arte criminale. Un omicidio può avvenire per rivalsa, per semplice malvagità o per una patologia, persino per errore e/o per mano della giustizia e può riguardare chiunque. Può essere coinvolto una moglie, un marito, un amico, un vicino, un bambino… e dubbio, casualità, errore, fiducia, sono elementi che possono contribuire a una vita di continuare a scorrere o di essere spezzata. Soprattutto se gli arbitri - cioè i semplici individui - che manovrano gli elementi contingenti non posseggono le giuste qualità, o sono semplicemente… distratti, nessuno è al sicuro.
Stefano Starace
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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Savona “La Compagnia dei lettori”
coordinato da Alessandra Bruno
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Antologia di sei racconti di un grande scrittore americano di noir.
Elena Monacciani
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Racconti incredibili di un’incredibile società americana che ti lascia il segno.
Alessandra Mancini
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Racconti di uno tra i migliori scrittori di noir americani. Qui viene descritta in maniera incisiva l’America di quel periodo. Alcuni lasciano il lettore a bocca asciutta altri si concludono magistralmente.
Alberto Taramasso
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Una serie di racconti noi ben scritti e strutturati, fanno riflette sulla società americana. Alcuni lasciano il lettore perplesso altri sono dei gioiellini.
Luca Frumento
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Una serie di racconti molto ben scritti, anche se alcuni hanno trame un po’ costrette, altri racconti lasciano il lettore senza risposte, qualcun altro soddisfa pienamente. Ma tutto sommato godibili.
Livio Giraudo
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Quinn il contabile, Stapp l’orologiaio, Donleavy il gangster e altri ancora sono i protagonisti di questa intensa raccolta di racconti noir che ci fa capire come ogni cosa si rivolta contro di noi, fino all’ineluttabile conclusione.
Paolo Schiavi
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Sempre capace di creare suspense e di descrivere personaggi e situazioni. È un’America che bada al centesimo, che ha la pena di morte facile ma che non si rassegna e che ha ancora la voglia di credere che si possa cambiare. Quasi tutti i racconti sono di ottimo livello, qualcuno sfiora il capolavoro e solo un paio hanno situazioni e motivazioni un po’ stiracchiate ma nel complesso sono racconti che consiglio.
Victoria Lauri
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Definito lo scrittore che inventò il romanzo nero, nei suoi racconti c’è tutta la drammaticità della sua vita, la solitudine, la morte e il fallimento dei suoi personaggi. Racconti ben definiti e una scrittura calzante che ti riesce a tenere con il fiato sospeso fino all’ultimo.
Alessandra Bruno
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“Le piccole cose, apparentemente innocue, possono distruggerti”, è questo il senso del libro e di tutte le sue opere. Lo scrittore è considerato uno degli inventori del romanzo nero ed è stato tanto amato da Hitchcock.
La bravura di Woolrich è evidente in quanto riesce a creare con una trama essenziale una suspense, un senso di terrore pregno di minacce sconosciute, che trasportano il lettore in una corsa contro il tempo che, passando inesorabilmente, porta ad avvenimenti che si trasformano in tragedia.
La fine della vita dello scrittore, sarebbe perfetta per uno dei suoi personaggi: camera d’albergo, alcol, romanzo incompiuto dal titolo “Il perdente”.
Marisa Chianura Petrella
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Il titolo della raccolta di racconti è quello del primo e cioè come da un miagolio di un gatto randagio e da un lancio di scarpe dalla finestra si possa arrivare (o quasi) alla sedia elettrica. Tutti i racconti, scritti in modo magistrale, trattano di come sia facile, per errore, per caso, per leggerezza, passare dalla banalità di una vita ordinaria all’efferatezza del crimine. Lo scenario, scarno ma efficace, è quello di un paese in cui la sedia elettrica è sempre all’angolo... e quindi più evidente è il contrasto tra le vite ordinarie dei protagonisti che si incrociano banalmente, quasi per caso con il crimine... e che lo stesso pagano con la propria vita.
Donatella Vigna
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Non amo particolarmente i racconti ma amo i gialli, e Woolrich, di cui, ahimé, non avevo mai letto nulla, si è rivelato una piacevole sorpresa per l’originalità della sua narrazione poliziesca. Innanzitutto il punto di vista dell’autore non è, come di solito accade, quello dell’investigatore, ma quello dei protagonisti, per lo più piccoli delinquenti, gente comune, fragile, ossessionata, che ispira comprensione al lettore e che durante la suspense, di cui è impregnata la trama più che il finale, attira dalla propria parte il lettore, il quale al termine del racconto si sente sollevato (e rilassato) nello scoprire il finale liberatorio che si aspettava. Oserei definire questo tipo di suspense “rovesciata”.
Clara Taramasso
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Il ritmo incalzante della narrazione tiene il lettore incollato alle pagine, nella speranza che alla fine una qualche forma di giustizia riesca a trionfare.
Eleonora Poggi
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Antologia di sei racconti noir molto ben scritti.
Quasi tutti i racconti sono di ottimo livello, alcuni soddisfano pienamente, altri meno.
Si percepisce il senso di angoscia, solitudine e fallimento dei personaggi, spesso appartenenti alle classi più diseredate. Viene descritta un’America che non si rassegna e che ha ancora la voglia di credere che si possa cambiare.
La scrittura riesce a tenere con il fiato sospeso fino alla fine.
Patrizia Saracco
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Un’antologia di sei racconti noir in cui sembra di sentire l’eco della legge di Murphy: “Se qualcosa può andare storto, lo farà”. Il destino si prende ferocemente gioco di un’umanità in preda all’angoscia, ai tormenti personali, a vendette o minacce di diverso tipo.
Tutti si muovono in atmosfere cupe e claustrofobiche e nonostante la costruzione della storia porti a un inevitabile evolversi drammatico, non è mai la tragedia che ti aspetti a concludere la storia: Woolrich riesce sempre a spiazzarti con un finale che va oltre le più nere aspettative. La tensione narrativa è sempre alta e non manca, ogni tanto, un po’ di ironia a dar sollievo a questa immersione in vite da incubo, paradossali e allucinanti in cui potremmo trovarci tutti, nostro malgrado.
Roberta Cospito
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Con Woolrich si parte sempre in sordina: combattimenti notturni tra gatti verso i quali viene lanciato un paio di scarpe, un orologiaio preciso che sospetta la moglie lo tradisca, un bimbo che sogna un futuro da detective per emulare il padre, un mazzo di rose inviato a una promessa sposa, un alibi architettato su misura..., ma ogni volta accade un imprevisto e allora il ritmo cambia, la tensione sale, l’angoscia e addirittura il terrore si impadroniscono del protagonista, la situazione iniziale viene ribaltata e il finale disorienta generando stupore e incredulità.
Il meccanismo è perfetto, e non è un caso se da molti racconti di Woolrich sono state tratte sceneggiature di film di successo (per esempio La finestra sul cortile di Hitchcock e La sposa in nero di Truffaut).
Unico neo: la traduzione datata; oltre a imbattersi in qualche termine desueto, il lettore può confondersi di fronte all’espressione “Bellezze Americane” qui utilizzata per indicare le ormai celeberrime -grazie al film di Mendes- rose della varietà American Beauty.
Emanuela Berra
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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Aprilia “Le Bucoliche”
coordinato da Antonella Proietto
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Lo scrittore, padre della suspense, amatissimo da registi come Truffaut e Hitchcock non poteva che fornirci una raccolta molto interessante.
Il libro inizia con il protagonista intento a lanciare le scarpe dalla finestra per zittire dei gatti in calore. Un atto istintivo che porterà a conseguenze drammatiche. Il lettore viene immediatamente avvolto in un’atmosfera desolante che serve a raccontare qualcosa di molto più che scoprire colpevole o movente. La psicologia dei personaggi, schiacciati da un destino infausto (il vero cattivo), è il motore di tutto. L’obiettivo è rivelare quale è il processo mentale che può portare il protagonista a commettere il crimine oppure a doversene discolpare. La scrittura asciutta e facile da seguire ci porta velocemente a concludere il libro composto da 5 racconti, non tutti allo stesso magistrale livello, ma comunque apprezzatissimi.
Antonella Proietto
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Una breve premessa: mi sono sempre piaciuti i libri gialli, noir o dark. E Cornell Woolrich, un autore che non conoscevo, non ha deluso le mie aspettative. I suoi racconti brevi hanno il pregio di ‘catturare’ il lettore.
“L’impronta dell’assassino”, per esempio, è lineare, si legge tutto d’un fiato e tiene alto il livello di attenzione e di tensione. E come tutti i racconti di suspense che si rispettino, l’epilogo insinua il dubbio nel lettore anche se tutto si è incastrato alla perfezione.
In “Alle tre in punto”, il ritmo è ancora più serrato perché c’è un conto alla rovescia e il terrore del protagonista cresce di pari passo con quello del lettore, pronto all’inevitabile, per poi capire che è tutto frutto della mente di un povero pazzo. In “Se dovessi morire prima di svegliarmi” il lieto fine fa tirare un sospiro di sollievo al lettore che, in un crescendo di tensione, corre nel bosco con il protagonista, sentendo addosso la paura e con il timore, fino alla fine, di non sapere se riuscirà o meno a salvare la sua amica.
“Un mazzo di rose rosse” mi è sembrato un breve film. La scena tra Dick e Fritzie è praticamente un copione. Anche qui, come in “Alle tre in punto”, l’apparenza inganna perché è proprio vero che non si conosce mai fino in fondo una persona cara o, al contrario, si presume di conoscerla troppo bene, sbagliando clamorosamente.
“Un delitto vale l’altro” e “La scappatoia” sono simili: due delinquenti, che l’hanno sempre fatta franca, finiscono condannati a morte da innocenti. Nel primo Brains resta vittima di un alibi praticamente perfetto, costruito su misura per lui. Nel secondo Blake pagherà per un delitto commesso tre anni prima grazie alla perseveranza di un poliziotto. Quando entrambi sono convinti che non avrebbero mai pagato per i crimini commessi, un passo falso li condanna definitivamente.
La giustizia, seppur in modo paradossale e contorto, trionfa sempre.
Teresa D’Ambrosio
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Il libro è una raccolta di sei racconti di un maestro del giallo che non deludono grazie a una sapiente mescolanza di suspense, ironia e colpi di scena. Mi sembrava quasi di essere in una delle puntate de “L’ora di Hitchcock”.
Pagina dopo pagina ci immergiamo nelle storie dei sei protagonisti: Tom Quinn coinvolto in un omicidio a causa di un’impronta; Strapp, l’orologiaio che vuole far saltare in aria la moglie fedifraga; Tommy, ragazzino che sa mantenere i segreti; Dick, l’amico fedele che svelerà il mistero delle rose avvelenate; Donleavy, assassino con un alibi perfetto e Rogers, investigatore con un instancabile senso della giustizia.
Ognuno di loro affronta situazioni drammatiche, in cui la morte è vicinissima, e il caso li conduce attraverso avvenimenti imprevisti che cambiano repentinamente il corso dell’azione verso finali inaspettati. Tutti questi stravolgimenti creano un clima di angoscia e di tensione che trascinano il lettore e lo tengono incollato al libro.
Claudia Rizzaro
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Sei brevi racconti gialli indipendenti in cui non manca la suspense e la sorpresa. La descrizione di ogni scena dei sei episodi, è presentata in modo scrupoloso e accattivante, e questo fa si che il lettore si senta parte di essa e man mano che la storia si snocciola, l’intrigo diventa sempre più avvincente. L’ambientazione dei racconti è tratta dalla vita quotidiana e anche i personaggi sono gente comune.
Ciò che accomuna i racconti è la fatalità degli eventi che ribalta totalmente una condizione data ormai per spacciata. Di questa raccolta, Il racconto che mi ha stupito di più si intitola “Alle tre in punto” dove il protagonista pianifica minuziosamente un piano diabolico per uccidere la moglie che crede lo tradisca. Mentre predispone il tutto, un fatto inaspettato che mette in discussione il suo piano e lo obbliga a riflettere e ad ascoltare ciò che non poteva immaginare...
Norma Perrone
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Una raccolta di sei racconti noir: un uomo che, per scacciare dei gatti molesti, lancia le sue scarpe generando così una serie di sfortunati eventi; un orologiaio, affetto da manie di persecuzione, che escogita un piano ingegnoso per uccidere la moglie sospettata di infedeltà; un bambino con la stoffa da detective che aiuta a catturare un maniaco; un mazzo di rose avvelenate che uccidono la persona sbagliata; il piano di un criminale incallito per un delitto quasi perfetto; un investigatore che si batte per il trionfo della giustizia.
Il tema comune denominatore sembra essere una dura critica alla pena di morte, che ha causato troppe vittime innocenti. Lo stile asciutto, atmosfere cupe, un mondo popolato di perdenti contro i quali si accanisce anche una sorte beffarda: sono questi gli elementi che fanno di Woolrich il re della suspense. Una scrittura avvincente che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima riga, un racconto di immagini vivide, che si materializzano nella mente del lettore come una sequenza di fotogrammi. Alcuni racconti sono più efficaci di altri, un po’ forzati e con qualche ingenuità di troppo. Mi stupisce che Hollywood non abbia poi attinto molto alla sua letteratura per realizzare thriller di sicuro successo.
Stefania Momo
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Il libro è la raccolta di 5 racconti gialli. Ognuno con un’ambientazione e dei personaggi diversi. Ciascun racconto ha la capacità di catturare il lettore con una tale intensità da tenerlo arpionato al libro fino al termine del racconto. La capacità dell’autore di trasmettere la tensione e l’angoscia sono straordinarie. E altrettanto originali sono le storie raccontate. Solo nel racconto dei bambini il filo narrativo risulta scontato, ma negli altri racconti le storie prendono una piega imprevedibile che lascia chi legge a bocca aperta. La scelta dei suoi personaggi, persone che vivono ai margini della società: povere, miserabili e fallite, rende i suoi racconti ancora più cupi.
Veramente un talento raro.
Daniela Cecconato
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Sei storie gialle dove il comune denominatore è l’angoscia vissuta dai personaggi e, che ho provato leggendo e vivendo queste storie. Abitanti di un’America povera che non si rassegnano e hanno voglia di credere ad un riscatto sociale. Il destino gioca brutti scherzi, niente va come dovrebbe andare e i loro piani omicidi gli si ritorcono contro, lasciando emergere una verità, questa nostra vita e’ senza speranza, niente va mai come dovrebbe andare.
Giuseppina La Guardia
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Che dire... ho scelto questo giallo diviso in racconti perché non vedevo l’ora di finire di leggere le singole storie. Ho apprezzato molto “Se dovessi morire prima di svegliarmi”, nel quale si parla di un bambino e della sua ingenuità. Quest’ultimo non rivela ciò che ha visto, un dettaglio importante per smascherare e fare arrestare il maniaco, perché ubbidisce alle parole del papà poliziotto di “non venire meno ad una promessa” e “solo le spie e i banditi lo fanno”. La definirei una lettura piacevole anche se si parla di omicidi.
Paola Parrella
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Ovvero: il fato ci metterà sempre lo zampino per mandare all’aria i piani…
In questi 6 racconti di facile lettura, il filo conduttore sembra essere proprio quello del fato avverso subito dai personaggi, quasi come un moderno Puck dispettoso, Woolrich ci descrive la concatenazione di eventi che puntualmente si manifestano per far saltare i piani dei protagonisti fino alle conseguenze più disastrose (vedi il “povero” sig. Stapp).
Di facile lettura, nell’insieme scorrevole, a tratti ironico, è consigliato anche per un lettore a tratti distratto.
Giorgio Rubiu
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Il libro è costituito da sei racconti ed io sono amante di storie uniche, per cui non mi ha appassionato. Molto coinvolgente e commuovente è la storia “Se dovessi morire prima di svegliarmi” che racconta la pedofilia e non solo, l’ingenuità dei bambini e la loro fiducia verso estranei, la difficoltà di un altro bambino nel comprendere la verità...
Luisa Scappaticcio
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“L’impronta dell’assassino” è un libro che si compone di sei racconti gialli accomunati dal fatto che, in ciascuno di essi, il destino si accanisce contro il protagonista tanto che, dalle loro azioni, ne scaturiscono conseguenze nefaste ed ineluttabili. I racconti sono avvincenti dall’inizio alla fine, ma oltre alla suspense infondono anche una struggente malinconia e senso di solitudine.
Nicoletta Pisciaroli
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L’impronta dell’assassino è una raccolta di sei racconti brevi con i tratti della parabola poiché sembra che lo scrittore voglia insegnarci che non si può combattere né beffare il proprio destino e lo fa con una ironia spettacolare .Il protagonista del primo racconto pensando di avere imboccato casualmente la sua strada fortunata si vedrà prima privato della libertà e poi dell’amore della moglie ; il protagonista del secondo invece vedrà ritorcersi contro il piano perfetto per liberarsi della moglie proprio nel momento in cui capirà di tenere a lei ; nel quarto racconto un uomo tronfio di essere in procinto di fare un matrimonio da favola sarà indotto al suicidio dal suo migliore amico che incredulo smaschererà la sua ignobile natura . Ho apprezzato lo stile pacato dell’autore che riesce a ricreare una atmosfera in cui è facile immergersi e camminare in punta di piedi vicino ai protagonisti accompagnandoli verso il loro destino.
Luana Merler
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“L’impronta dell’assassino” è un insieme di brevi racconti gialli. Ognuno ha la propria storia ma tutti lasciano poco spazio all’immaginazione. Viene curata molto la descrizione iniziale dei fatti, il lettore si pone come giudice ma poi il finale è quasi scontato. Non ci sono colpi di scena o momenti di suspense. La lettura è scorrevole e permette al lettore di porsi al di sopra delle varie parti.
Rita Mazzapioda
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6 racconti brevi che mi hanno ricordato lo stile di E. A. Poe o nella filmografia Alfred Hitchock. Non conoscevo questo autore, grave pecca devo dire, riesce a tenerti con il fiato sospeso fino alla fine, facendo percepire il senso di angoscia dei personaggi fino all’ultima riga.
Pietrina Sassu
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L’impronta dell’assassino non mi ha entusiasmata per nulla...l’ho trovato banale e alcuni passaggi vere e proprie forzature: condurre una vita piatta, fatta di una routine alienante e non ricordare l’unico fatto che stravolge la noiosa quotidianità ...una scarpa lanciata dalla finestra e poi ritrovata sul pianerottolo...la scarpa che fa la differenza tra la vita e la morte e non te lo ricordi??? Neanche tua moglie!!??? Ma dai!!!
Francesca Di Nardo