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L'invenzione Occasionale di Elena Ferrante

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Io ho un problema con quello che scrive la Ferrante: mi ci perdo. Mi scordo quello che devo fare, mi dimentico gli impegni (cioè più che altro mi sembrano meno importanti), spero non passi l'autobus così ho più tempo per leggere. In questo caso, con "L'invenzione occasionale", la magia è un po' più spezzettata, perché si tratta della raccolta dei suoi scritti per il Guardian. Non c'è quindi una trama, un filo narrativo da seguire, ma il filo conduttore è l'autrice stessa, i suoi pensieri, i suoi ricordi, le sue speranze. E funziona in egual modo: "Sono quindi italiana, assolutamente e con orgoglio. Ma se potessi mi calerei in tutte le lingue e da tutte mi lascerei attraversare. Anche il rischioso Google traduttore, col suo elenco di lingue di partenze e di arrivo, mi consola. Possiamo essere molto di più di ciò che ci è capitato di essere".

Rosaria Imparato

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Libro che mi è piaciuto molto essenzialmente per due motivi fondanti: lo stile della scrittura, e la capacità di dare spunti di riflessione sorprendenti su temi su cui un lettore accanito ormai pensa che si sia detto di tutto e di più.

Ho trovato veramente fresca, di una poesia senza fronzoli, ma piuttosto densa, appagante, la scrittura (molto di pià che in altri libri della Ferrante), forse la costrizione dell'articolo settimanale ha incanalato una certa forza che solitamente si disperde.

Leonardo Vacca

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Ho trovato questa raccolta di scritti piacevole e scorrevole, certamente più adatta ad una fruizione a puntate che ad una lettura totale. In particolar modo mi ha sorpreso il tono caldo, confidenziale e personale, soprattutto riflettendo sull'identità tanto misteriosa di questa autrice. Che ciò che si racconta sia vero o meno, che corrisponda effettivamente alla sua persona, non è importante perché è la scrittura stessa ad essere sincera e questo basta.

Valentina Greco

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In questa raccolta di scritti per il Guardian, liberandosi dalla fiction e dalla trama, la scrittura della Ferrante mantiene comunque la sua raffinatezza e poesia. Per chi ha la tendenza a immedesimarsi in ciò che legge, a ritrovare sé stesso tra le pagine e soprattutto per chi si è riconosciuto spesso nelle storie della Ferrante, queste pagine confermano l'ultrasensibilità di questa scrittrice, la sua capacità di raggiungere le pieghe recondite dell'animo umano illuminandole con la grazia della sua prosa.

Sara Cappai

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Una vivace rapsodia che raccoglie, accompagnati dalle delicate illustrazioni di Andrea Ucini, cinquantuno scritti usciti sul settimanale inglese «The Guardian»: Elena Ferrante dà in ogni breve testo, che insieme è un racconto, un pensiero d’occasione e una finestra sulla poetica dell’autrice, uno sguardo su temi insieme profondamente personali e universali: le prime volte, la paura, la fine, la lingua come identità, naturalmente l’amore (gli amori).

Sarah Malfatti

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È sicuramente il mio preferito tra quelli sorteggiati per me. Gli articoli che la scrittrice misteriosa scrive per il Guardian tra il 2018 e il 2019 sono vere e proprie occasioni di bellezza e ispirazione.

Chiara Mazza

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Che dire? Elena Ferrante dice tanto e in quel suo modo straordinario di trattare argomenti tanto diversi e tanto importanti (dal razzismo alla maternità, dall'insonnia all'identità) in poche righe ma in maniera completa, come se non si riuscisse a dire altro e meglio. Sembra come sentire, più che leggere, dei sentimenti e sensazioni rarefatti che invece in un dato momento della vita abbiamo sentito fortissimi in noi. Mi sono spesso stupita durante la lettura di ricordarmi cose di me, pensieri miei, riflessioni condivise. Mi pare come se pensieri così ben strutturati nella loro scorrevolezza bisognasse sempre averli a portata di mano, in borsa per ricordarci un po' di vita nostra e di chi abbiamo, volente o nolente, attorno. Ne rileggerò spesso alcuni tratti.

Silvia Porzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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