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L'inversione di Spin di Paolo Cocchi

Mauro Pagliai

 

Il privato che vorrebbe intrecciarsi al politico in un romanzo che vorrebbe essere quello di una generazione...soltanto che il privato appare ammantato di un egoismo esasperato contrapposto a quelli che erano ideali di una comunità solidale.La storia sentimentale del protagonista è intessuta di fallimento che forse vorrebbe essere parallelo al fallimento di una grande ideologia; in realtà il romanzo presenta un certo squilibrio nel dosaggio dei due piani paralleli di narrazione.

Marco Antonio Rizzo

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Un romanzo che con un lavoro di editing più accurato sarebbe stato ben più potente. L’autore narra di un vissuto sentimentale in cui lui si staglia come un inetto, che sembra non scegliere, quando in realtà sceglie sempre per il peggio, quasi uno Zeno Cosini al contrario. Non vi è neanche una reale presa di coscienza dei propri errori, infatti alla fine del libro (che doveva essere sfrondato di eccessi verbali e capitoli ridondanti)l’errore si ripete intatto ed il protagonista ricomincia una eterna parabola fallimentare.

Giovanna Lanza

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Nel racconto degli stralci di vita di Incerti, protagonista dallo smaccato nomen omen, emerge l'affresco di una generazione intera, quella che nei "favolosi" anni 70 aveva 20 anni, cresciuta a pane e passioni forti e naufragata poi, sviluppando ogni sorta di nevrosi e incertezza esistenziale, nell'era di quelle "tristi". C'è sapienza linguistica, profondità riflessiva e acume nel leggere le pieghe dell'animo, propri di chi è abituato all'introspezione psicologica e deve forse fronteggiare un ego grande e fragile come quello del suo protagonista. La narrazione intreccia piano personale e sociale di un eroe dimidiato e narciso che mette a nudo i fallimenti della sua generazione con cui una nazione intera si trova ancora a fare i conti.

Valentina Chinnici

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L’idea dell’intrecciarsi di parabola politica e parabola esistenziale/sentimentale è interessante (seppure non particolarmente originale, già da Foscolo, se non prima); e tuttavia il romanzo non decolla, e resta concettoso e autoreferenziale (come il protagonista) fino alla fine. Estremamente lucide – sia pure dal tono fortemente saggistico – le ricostruzioni dei contesti e degli scenari culturali e storico-politici, che tuttavia restano spesso slegate dalla narrazione, come quadretti a sé stanti o ‘schede di approfondimento’; meno convincenti le situazioni intime e i personaggi (con la sola eccezione dell’amico ex-prete filosofo). Troppi i flashback, troppi (e troppo lunghi) i flashback nei flashback: si ha la costante sensazione che il romanzo manchi di editing, e lo dimostrano anche i vari refusi (non solo quelli – voluti – degli appunti del protagonista sul BlackBerry). Una sensazione che non è in alcun modo risolta (se mai aggravata!) dai commenti sul romanzo inedito scritto dal protagonista: una trovata che vorrebbe essere ammiccante e che invece appare ridondante e compiaciuta. Con un centinaio di pagine (o forse centocinquanta) in meno, sarebbe stato probabilmente un bel romanzo.

Ah, dimenticavo: la ‘lingua della filosofia’, ben prima del tedesco, è il greco!

Pietro Giammellaro

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Il racconto della vita di un egocentrico senza molte qualità, un altro inetto che si osserva con molto autocompiacimento. Si rivela interessante il rapporto con la moglie, che viene disvelata gradualmente nel corso del racconto. figure ben descritte, ritratti vividi che rimangono impressi

Caterina Pietravalle

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Non sono riuscita ad appassionarmi alla storia della depressione del protagonista. Narrare è una cosa seria, coinvolgere ed emozionare il lettore è il dovere di uno scrittore. Altrimenti tutti diventiamo “scrittori” narratori della nostra storia che magari non interessa nessuno. E alla fine ci sono più scrittori che lettori.

Stella  Verde

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Al titolo ben congegnato, che ti porta ad immaginare metaforiche piroette e vite che si intrecciano non corrisponde una trama né leggera né tanto meno convincente.

La stessa prosa, spesso molto lineare e ben costruita, a volte si perde in ricercatezze che non si sposano con il contenuto.

Sorry ma ho avuto proprio difficoltà a completare la lettura.

Giuseppe Riccio

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Un affresco completo e riconoscibile della nostra storia recente, attraverso la ricostruzione narrativa della propria vita.

Interessante descrizione della crisi esistenziale e di coppia.

"Da anni abbiamo ammainato le bandiere…...Nuotiamo in un ambiente fluido…"

Ottima tecnica non priva di soluzioni originali.

Leonardo De Giacomo

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Si ricostruisce, dall'inizio alla fine, dal presente al passato, dalla luce al buio e viceversa, così come fa il protagonista Nico dopo la fine del suo matrimonio con Clara, forse a causa di ferite mai sanate che riemergono dall'infanzia, della freddezza con cui accoglie il desiderio della moglie di essere madre. Il suo mondo interiore si sposa con quello esteriore della vita storica e sociale; il protagonista arriverà ad accettare le sue sconfitte e il proprio destino. Nico nuota in un ambiente fluido, mutevole, senza punti precisi né speranze, né mete. Borgomaro è il luogo a cui tornare, specchio della sua vita: il passato non si cancella, è una continua lotta tra individui che sono della stessa specie solo sulla carta, ma con abitudini di vita e aspettative in contrasto tra loro. Il linguaggio risulta appropriato e si sposa con le emozioni e i pensieri, a fare da sfondo sono i ricordi della sua infanzia, della sua casa. Non si può dipingere la vita che è in continuo movimento, non si può dipingere un ricordo: i ricordi come una pennellata di un quadro dove forse non ti riconosci; I traumi non si insinuano a poco a poco nell'anima di un bambino, segnano, colpiscono, distruggono per tutta la vita e Clara credeva che la sua infanzia fosse all'origine della sua mutilazione affettiva. A tratti il racconto sembra prolisso ma poi l'introspezione è drammatica e coinvolgente, poi si perde nei fatti storici di quel periodo, interessanti sì, ma a noi interessa la sua vita, la sua mente, i suoi ricordi. Un dialogo con gli altri, forse solo con se stesso per trovare risposte incerte. Stanco e impotente era uno spettatore della sua stessa vita: raggiungerà la verità attraverso i dubbi; è voler essere se stessi che porta la guerra, i fallimenti sono parte di ogni vita che sia stata vissuta davvero, il punto era riprovarci ogni volta. La geografia dei ricordi si rispecchia nella geografia dei luoghi. L'unico infinito che gli è concesso qui sulla Terra è l'infinito girare nel recinto di noi stessi. Il tempo scorre in una sola direzione, noi cambiamo velocità voltandoci indietro, e ritornando almeno con la mente sui nostri passi, per l'inversione di Spin le cose succedono in modo improvviso, deterministico, casuale.

Rosalba Marfia

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Un intreccio di sentimenti gestiti dal tempo che scandisce le proteste degli anni '90 senza enfatizzarli. L'ironia, che sin dalle prime pagine si avverte poco, tratteggia i passaggi finali del romanzo.

Augusta Troccoli

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L’inversione di Spin è una confessione amara di un uomo disilluso dalla vita, dalla politica, dall’amore. Nella vita del protagonista nulla dura abbastanza e nulla lo rende davvero felice. Le sue relazioni sono impossibili e incomplete e mai raggiunge l’intimità con l’altro. Ma questa impossibilità lo rende attraente come solo un inguaribile narcisista può essere. Inafferrabile ed affascinante.

In effetti sembra che la vera, unica conoscenza sia possibile attraverso il corpo e la sessualità, e riguardi esclusivamente la corporeità. L’io è liquido e indefinibile. Per questo Nico è inquieto, insoddisfatto e il suo “senso di molesta incompletezza” pervade tutto il suo racconto. "Cammini svelto sul ghiaccio sottile, non sai se reggerà il tuo peso e allora provi l’impulso di correre ma forse è peggio”. Tutto il romanzo è una corsa sul ghiaccio sottile

Tiziana Pupillo

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Il romanzo ripercorre la storia del protagonista attraversando momenti personali intrecciati a fasi storiche importanti.

Durante la narrazione il protagonista pone lo sguardo verso alcuni avvenimenti che hanno contrassegnato la sua vita e centrale tra questi sarà il suo rapporto di coppia e la sua evoluzione, sarà proprio la visione lucida di questi momenti che gli permetterà di capire chi è.

Stefania La Barbera

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