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L'ultima volontà di Roberto Perrone

Rizzoli

 

E’ un noir che copre un arco temporale lunghissimo, dalla Resistenza ad oggi, in cui terrorismo, mafia, alta finanza, traffico d’armi e droga s’intrecciano, i dubbi e le domande si accavallano, passato e presente si saldano creando un climax ascendente che cattura il lettore in una narrazione che diventa sempre più serrata e incalzante, una narrazione in cui la parola, asciutta ed incisiva, scolpisce personaggi vivi nelle azioni, nei pensieri e nei sentimenti. Personaggi che entrano in scena secondo un intreccio complesso incastrandosi, poi, perfettamente, nello spazio e nel tempo che l’autore ha destinato a ognuno di loro.

Romanzo della lotta tra il bene e il male, il diritto e la prepotente arroganza, i rossi e i neri, gli ideali e l’arida concretezza, una lotta costellata di morti, tradimenti ed eroi, combattuta nella ricca realtà contadina di una pianura disseminata di grandi casali in pietra e nei palazzi nascosti di millenarie città.

 E su tutto aleggia la sottile nostalgia delle cose perdute per sempre, di una giovinezza disperata e ribelle, di “quella primavera incantata che una volta tanto, nella vita, accumula in petto tanto splendore da dorare tutti i giorni a venire”.

Giuseppina Perrini

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Confesso di non amare i gialli. Ciò non mi ha impedito di apprezzare alcune qualità del libro. La trama è ben costruita ed è abbastanza realistica. La lettura è facile e scorrevole. In sostanza, lo scrittore ci ha saputo fare.

Resta, dunque, un libro da portare in spiaggia, anche se dubito che se ne possa conservare a lungo il ricordo.

Annamaria Iodice

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Gli ingredienti ci sono tutti. Per chi ama il genere. Inizialmente spiazzante la carrellata di personaggi e l’andirivieni temporale tra fatti contemporanei di cronaca, apparenti incidenti domestici e suicidi, ed altri passati, come un attentato a tre carabinieri accaduto negli anni di piombo o, ancora prima, esecuzioni per rese di conti ad opera di partigiani subito dopo l’armistizio. Ma il protagonista l’ex colonnello Annibale Canessa, uomo dello stato integerrimo, riesce a catalizzare l’attenzione del lettore. Lo guida, attraverso indagini intricate ma facilitate dai moderni mezzi d’indagine e dalle furbizie dello scafato investigatore, a riannodare i fili spezzati di una tela di ragno che si ricompone, non senza colpi di scena, sino a ricondurre al colpevole. Il tutto con una prosa asciutta ed efficace, già quasi una sceneggiatura. E non può mancare la storia d’amore tra il protagonista e la bella giornalista, inizialmente in crisi ma poi felicemente ricomposta a premio finale della faticosa indagine.

Marisa Chiloiro

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Una narrazione che si snoda lungo un ampio periodo della storia italiana, intrecciando le vicende dei protagonisti con eventi che hanno segnato la vita nazionale.

Il linguaggio è scorrevole e agile e la trama si segue bene, in modo avvincente.

Tuttavia il libro mette insieme troppe situazioni ormai canoniche e i personaggi appaiono troppo stereotipati per parlare di letteratura.

Pietro Curzio

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Il romanzo è del genere noir-poliziesco ed è costruito con grande perizia. All’inizio, si fatica un po’ ad entrare nella storia ma, man mano che il racconto evolve, si viene sempre più coinvolti dagli avvenimenti narrati e ci si pone nello stato d’animo dell’attesa che è quello che maggiormente invoglia il lettore a conoscere il procedere della trama. S’intuisce che il protagonista, interessante personaggio che suscita grande simpatia nel lettore, è ben conosciuto da coloro che ne hanno letto le “gesta” in precedenti romanzi e che, pertanto, essendo meno familiare a coloro che lo incontrano per la prima volta, ne afferrano le dinamiche caratteriali con maggior difficoltà. La storia spazia in un arco temporale piuttosto lungo (circa mezzo secolo) con un andamento non lineare che passa, con abilità e competenza, dal racconto della realtà contemporanea a quella del passato. È un romanzo destinato soprattutto agli amanti del genere, in cui non rientra la sottoscritta, ma è obiettivamente piuttosto ben scritto e rivela una sicura maestria nella costruzione del congegno narrativo.

Rosa Anna Quagliariello

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