< Libri e lettori

La diga sull’oceano di Osvaldo Guerrieri

Guanda

 

 

Al termine della prima guerra mondiale, il sogno di pace basato sulla nascita e sulla comproprietà dei paesi europei di un nuovo mega-continente, Atlantropa, progettato dall'architetto tedesco Herman Sörgel, accese menti illustri maturate nell'ambiente del Bauhaus e coinvolse scienziati, filosofi e poeti degli anni '20-'30.

Europa e Africa si sarebbero trovate unite, capaci così di fronteggiare il continente Asiatico a oriente e le Americhe ad occidente. Abbassando il livello delle acque del Mediterraneo, sarebbero affiorate enormi estensioni di terre coltivabili, offrendo la possibilità di spostarsi agevolmente dal nord Europa fino all'Africa, ricca di immense risorse. La realizzazione sarebbe stata possibile grazie alla costruzione di diverse dighe, sullo stretto di Gibilterra, sui Dardanelli, tra Sicilia e Tunisia. Immense turbine sistemate su di esse avrebbero assicurato inoltre energia elettrica a diversi paesi europei. Utopia di pace, benché progettata nei dettagli da diversi ingegneri che collaborarono con Sorgel, destinata ad infrangersi con le mire espansionistiche di Hitler e la seconda guerra mondiale. Il sogno per Sorgel, assai lontano da più recenti e opportune riflessioni ecologiche, sembrò comunque di nuovo possibile nel secondo dopoguerra riacceso dall'interesse americano, superato ben presto dall'avvento dei progetti di produzione di energia nucleare. Un intervento ciclopico sull'assetto fisico del pianeta Terra ad opera dell'uomo ancora capace di destare speranze, per Sörgel, si chiuse in modo definitivo solo con la sua morte nel giorno di Natale del 1952 quando, inspiegabilmente, fu investito in bicicletta da un'auto pirata in una strada deserta e senza traffico.

Buona ricostruzione, attenta e coinvolgente, condotta con fedeltà storica, di un disegno della prima metà del secolo scorso che sembrò realizzabile e utile per l'umanità intera, decisamente lontano da ogni prospettiva di rispetto del pianeta Terra e dei suoi equilibri naturali che solo oggi ci aiutano a vedere le cose da un'altra prospettiva.

Ivana Pellegrini

***

" La vita è sogno " e " Cosa resta del sogno": sta racchiusa tra questi due titoli dei capitoli che aprono e concludono il libro la storia di Herman Sörgel, architetto nato alla fine del XIX secolo ma che, a cavallo tra la fine della prima guerra mondiale e l'inizio dell'avvento del nazismo, elabora un progetto visionario ma supportato da studi tecnici e teorie filosofiche che sembrano rendere possibile un sogno: creare un nuovo continente, ATLANTROPA, che sia equilibrio fra America e Asia che unisca l'Europa all'Africa attraverso la scomparsa del mare Mediterraneo con la costruzione di tre dighe (a Gibilterra, sui Dardanelli e tra Sicilia e Tunisia) che sbarrino il passaggio delle acque dall'Oceano Atlantico al Mare Nostrum. Nuove terre da coltivare, nuovo mondo, nuovi equilibri che portino la pace in un momento storico, quello della Germania dei primi anni 30 del ' 900 quando, nonostante le ferite e la distruzione che la prima guerra mondiale ha portato, sembra che la maggior parte del mondo creda e voglia di nuovo un conflitto.

Attraverso l'entusiasmo e le difficoltà che Sörgel incontra scopriamo che se il progetto Atlantropa può sembrare assurdo, molto di più lo è quello di una seconda guerra, il nuovo sogno tedesco che Nietzche definì "un misto di malattia e volontà di dominio". Il personaggio che Guerrieri tratteggia si muove tra Monaco, il quartiere degli artisti, la vita familiare, i pochi amici ma soprattutto nella "realtà" della sua ossessione, della sua utopia possibile. Genio o follia, progetto realizzabile o sogno?

Forse ogni cosa è così, ogni grande progetto porta in sé un seme di follia e la possibilità di essere portato a compimento.

Atlantropa non si realizzerà, nel " Finale di partita" nessuno vincerà e Guerrieri ci ricorda un verso della Achmatova: "...bevo ad un Dio che non ci ha salvato".

Michela Geri

***

Fin dalle prime pagine entriamo in un sogno che ci accompagnerà per tutta la narrazione. Una volta entrati in una mentalità fuori del comune, la lettura scorre con una certa facilità. Ci sono varie citazioni per confermare questa voglia dell’impossibile. Purtroppo si dilunga sulla vicenda della Germania, gli interventi di Hitler e qui si rivela un po’ pedante e noioso.

Paolo Pacini

***

Idea molto originale e fantasiosa, questo progetto della diga sullo stretto di Gibilterra dell’architetto Herman Sörgel. Molto bella la descrizione del periodo sotto il dominio di Hitler a Monaco e in tutta la Germania.

Anna Pacini

***

Suggerisco una modalità per leggere il libro di Osvaldo Guerrieri: non avere la minima idea di cosa ci si appresti a leggere. Suggerisco anche di non soffermarsi sul sottotitolo ma di porre l’attenzione solo sul titolo: La diga sull’oceano. E quindi di ipotizzare di avere tra le mani un romantico romanzetto estivo, il cui titolo alluda metaforicamente a qualche sbarramento emozionale dell’animo. E così addentrarsi piano piano in un labirinto costruito da un moderno Dedalo, l’architetto Herman Sörgel, che dopo la Grande Guerra ha deciso di salvare il destino dell’Europa e dell’umanità tutta, prosciugando il Mediterraneo. E pagina dopo pagina farsi sorprendere da una vicenda dal sapore grottesco, cominciando a chiedersi, come ho fatto io, quanta storia reale ci sia nella narrazione. Per scoprire che c’è più Storia che storia.

Guerrieri ha la penna (i tasti) dei grandi romanzieri, che con leggerezza riescono a buttare macchie di colore qua e là per poi fornirti una visione d’insieme che non lascia spazi vuoti. Un libro che ci racconta una parte drammatica del nostro passato recente, attraverso le vicende di un protagonista visionario e assolutamente sorprendente che commuove per passione e tenacia.

Tiziano Lombardi

***

Ha dell’incredibile, ma è una vicenda realmente accaduta quella che Osvaldo Guerrieri – critico teatrale e scrittore di grande talento - ha riportato alla luce nella forma di romanzo storico, ambientato tra le due guerre mondiali: una vera e propria follia, un atto di “hybris” che un manipolo di studiosi e scienziati guidati dall’architetto bavarese Herman Sörgel tentò di realizzare, senza riuscirvi, allo scopo di cambiare il mondo per sempre e farlo diventare un luogo di pace, speranza e ricchezza per tutti. Al centro del progetto, caduto nell’oblio nel secondo dopoguerra, l’idea di chiudere con una super-diga il tratto di oceano antistante lo stretto di Gibilterra e abbassare il livello del Mare Mediterraneo, allo scopo di far emergere dall’acqua nuove terre da coltivare e da destinare all’espansione demografica, con l’effetto secondario di ridisegnare per sempre la geografia dei paesi mediterranei, Italia per prima, con le sue coste prosciugate e le città rivierasche e portuali private dell’affaccio al mare. Europa e Africa sarebbero diventati un solo continente, Atlantropa appunto: un continente grande, finalmente ricco di nuove terre e liberato dal problema dell’approvvigionamento energetico, in grado di competere alla pari con i giganti americani e asiatici.

Il romanzo intende ricostruire la vicenda umana di questo architetto visionario, dall’aria mite ma dalla mente vulcanica, che dedicò tutte le sue energie ad un sogno rimasto impossibile, e che oggi – con una nuova e più profonda coscienza ambientale – non possiamo far altro che archiviare tra quelle follie dell’uomo che avrebbero tragicamente cambiato non soltanto i destini di milioni di persone, ma anche e soprattutto l’ecosistema a livello locale e planetario: un esempio che forse ha ispirato, più in piccolo, la realizzazione della “Diga delle tre gole” una super-diga che produce il 3% dell’energia elettrica di tutta la Cina ma che ha inciso drasticamente sugli equilibri umani, storici, geologici e naturali di quel territorio, oltre che essere considerata causa di una riduzione sia pure infinitesimale della velocità di rotazione della Terra, a causa del grande spostamento delle acque.

“La diga sull’oceano” appassiona e coinvolge i lettori, portandoli idealmente a parteggiare per Sörgel e la sua visione distopica di un’Europa ricca, felice e in pace, per poi tirare un sospiro di sollievo – è il caso di dirlo – per il fatto che tutto ciò sia rimasto solo sulla carta da disegno.

Rasetti Maria Stella

***

In un tempo di speranze e sogni di benessere, per uscire tutti da questo dramma mondiale del Covid, perché non leggere, in una scrittura scorrevole ma che incuriosisce, una storia di utopia e di un progetto mai realizzato?

Documentato con dovizia di saperi e conoscenze, s'entra dentro ad un piano architettonico geniale forse un po’ ardito di uno svuotamento del Mediterraneo, e di un ponte che con una costruzione architettonica magistrale unisce come simbolo di pace l'Europa col continente Africano. Un’utopia che diventa un'ossessione ma che ha dentro di sé degli aspetti geniali e dà il senso alla vita dell’infaticabile protagonista.

Mi è piaciuto molto: con questa lettura appassionata, sono riuscita ad "uscire" da momenti di quotidiano scanditi dall'incubo che tutti noi stiamo vivendo chi più chi meno in questi giorni. 

Ci possono essere persone come il protagonista, che vedono negli altri i portatori degli stessi valori di amicizia. Condivido pienamente il messaggio: “È ora che costruiamo ponti per unire popoli diversi, e non muri per dividere, portatori solo di guerre e tragedie umane!"

Rossella Chietti

***

Ho trovato il testo interessante, ben scritto e scorrevole nonostante la tematica alquanto inusuale. Mi sono sorpresa nel constatare che non era un testo di fantasia ma pura realtà è mi ha fatto riflettere sulle sue implicazioni e riflessioni quanto mai opportune oggi. 

Caterina Brancatisano

 

***

***

Atlantropa: un continente utopico, una prospettiva futura dai toni ingenui e romantici. Un luogo in grado di porsi tra altri due colossi, gli Stati Uniti e il continente Asiatico, e di fronteggiarli per erigersi come difensore della pace nel mondo. Le città, al suo interno, si sarebbero dovute chiamare “città del sole”: pace, amore e prosperità eterna per il popolo. Una sorta di Arcadia, una nuova Utopia di Moro o, se vogliamo procedere fino ai giorni nostri, una Terabithia – immaginaria, bellissima, ma pur sempre Altra dal reale. Proprio come per Terabithia, la vita s’intromette sempre all’interno delle nostre fantasie: Atlantropa soccombe alla storia e, con lei, anche l’architetto Herman Sörgel, suo ideatore. La diga sull’oceano è un romanzo ricco di spunti su cui riflettere: permette ai suoi lettori di conoscere alcune vicende biografiche di un personaggio, Sörgel, realmente esistito e la cui intelligenza fu vittima delle censure del governo nazista. La storia è scritta in una prosa scorrevole e mai banale, ricca di riferimenti eruditi e curiosità che spingono a continuare la lettura fino alla fine.

Guido Bianchi

***

Sembra di essere in un libro di Jules Verne, invece è la storia vera di un visionario architetto bavarese del secolo scorso, che intendeva fondare un nuovo continente, Atlantropa, prosciugando il mar Mediterraneo, unendo così l'Europa all'Africa. Come, direte voi? “Semplicemente” costruendo una diga nellostretto di Gibilterra. La bravura dell'autore, sta nel non soffermarsi troppo sugli innumerevoli dettagli tecnici, climatici, ambientali, ingegneristici di una impresa titanica che ovviamente non si realizzò, ma nel descrivere, anche in modo divertente e ironico, l'ambiente e la cultura - siamo tra le due guerre mondiali - in cui questa "iperbole dell'immaginazione umana" voleva aver vita. Un libro ben scritto, curioso, affascinante che merita la veloce lettura che richiede.

Alfredo Maria Simonetti

***

È la prima volta che leggo e con sommo piacere, divorandolo, una fiction storica. Il libro racconta di un architetto visionario, Herman Sörgel, che va a teorizzare una “Atlanteuropa” con lo scopo di unire i due continenti Europa e Africa.

Il personaggio è una persona che ha sempre voluto inseguire i suoi ideali e che ci credeva realmente nel progetto. Purtroppo la maggiore difficoltà l’incontra proprio nel personaggio di Adolf Hitler. Però l’idea continuò poi ad andare avanti in quanto molto attraente. Poi la costruzione delle centrali nucleari è stata la pietra tombale della realizzabilità del progetto.

L’idea è esistita ma il racconto è un po’ romanzato anche se è interessante poiché mi ha fatto portare a conoscere il personaggio e le sue idee dal punto di vista geopolitico-architettonico. È stato anche poi oggetto di discussioni sulla fattibilità della idea, all’ecosistema e agli impatti sociali. […] Ho scelto La diga sull’Oceano perché è un racconto più culturalmente vicino ai miei interessi e alla mia istruzione prettamente scientifica.

The Nerd Traveller

***

Il libro narra, con la struttura tipica dei libri d’avventura, la vita dell’architetto Herman Sörgel, esponente del Bauhaus, e il suo progetto di prosciugare il Mediterraneo. Il super continente Atlantropa occupava ogni suo pensiero tanto da non aver tempo per una fidanzata… fino all’incontro con la bella e colta Irene che gli ha reso possibile conciliare la vita di coppia, nella Monaco del quartiere degli artisti, con il suo sogno. La folle avventura sembra materializzarsi: pubblicazioni, infiniti commenti sui giornali, conferenze. Con l’avvento di Hitler i pensieri del mondo intellettuale dell’epoca si bloccano, arrivano le perquisizioni della Gestapo e il ritiro del passaporto. La guerra e le sue atrocità cristallizzano il progetto di Sörgel che riemerge con l’arrivo degli americani e il sogno riprende forma, con un’etica di integrazione universale ancor più ampia, ma una nuova e più “facile” fonte di energia riesce a fermare per sempre le idee di Sörgel ed anche la sua vita. Ma il suo progetto vive ancora, come ogni avventura anche solo immaginata, su queste pagine ricordando che i sogni sono spesso la parte più entusiasmante della nostra vita.

Emanuela Pallitto Martoglio

***

Il sogno di Herman Sörgel, grandioso e terribile, rivive con forza grazie alle pagine di Osvaldo Guerrieri. Il progetto dell’architetto bavarese di prosciugare il Mediterraneo dando vita a un unico nuovo continente, Atlantropa, appare fin dalle prime pagine come un abominio nella mente del lettore. Poi, però, succede una cosa inaspettata: man mano che Atlantropa prende forma, le nostre naturali obiezioni (il rispetto dell’ecosistema, il rifiuto di un atteggiamento colonialista, per citarne solo un paio) continuano a essere presenti, ma come sfocate. Di fronte a noi, rimane la storia di un uomo che credette a ogni costo nel suo - folle, arrogante, ingenuo - sogno.

Se si deve proprio trovare un neo a questo libro è quello di non essere accompagnato da alcuna illustrazione, lasciando tutto il lavoro alla nostra immaginazione. Nel complesso <<La diga sull’oceano>> rimane un lavoro piccolo e prezioso.

Elena Mai

***

Poco poco e quasi nulla sapevo di Atlantropa e di Herman Sorgel prima di prendere in mano questo piccolo tesoro, e mi sono bastati pochi giorni per scoprire un mondo per me completamente nuovo. Semplice ed accattivante lo stile dell’autore che riesce a farmi rivivere la vita intellettuale di Sorgel: sprazzi di biografia del “visionario”, scene di vita quotidiana dell’epoca, oscillando maestralmente tra serietà, fantascienza, scandali e pettegolezzi.

E poi ci sono quelle descrizioni, quei pensieri, quei dialoghi, quelle convinzioni appartenenti a quel contesto storico e culturale: se attualizzati, verrebbero letti con preoccupazione, rabbia e tristezza (basti pensare a certe osservazioni che oggi definiremmo antifemministe, per esempio). Ma fa parte della storia: e all’autore va il merito di esser riuscito a raccontarmela come se si fosse davanti a un buon bicchiere di vino, con la sua buona divulgazione storico-scientifica.

Valentina Foa

***

La diga sull’oceano è un racconto rivolto ai sognatori che portano avanti con tenacia i propri progetti, nonostante le continue difficoltà e le “porte in faccia”. Quello che ci mostra Herman Sörgel è il sogno di tutta una vita cullato con amore ma che purtroppo non ha mai visto la luce. La forza e la dedizione del protagonista in un periodo storico tanto delicato, la dignità data al progetto di Atlantropa hanno reso la lettura coinvolgente ed emozionante. Anche se l’idea di un prosciugamento totale del Mar Mediterraneo possa sembrare assurda e impossibile da realizzare, l’affetto provato per il protagonista spinge il lettore a fare il tifo per lui perché tutti i grandi sogni hanno bisogno di essere supportati. Ogni suo fallimento viene vissuto come un fallimento personale, è ingiusto e ci si sente traditi dalle persone che hanno fatto credere che tutto ciò potesse essere possibile. Una lettura molto piacevole e particolare nel suo genere sebbene sia sempre presente una nota di amarezza presagendo il finale.

Irene Cambriglia

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
L'iniziativa è riservata agli utenti maggiorenni. Questo sito non usa cookies.
Dubbi, problemi: torneoletterariodirobinson@giorgiodellarti.com
Vedi anche Il Blog di Giorgio Dell'Arti su Repubblica.it