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La figlia della libertà di Luca Di Fulvio

Rizzoli

 

Con gli occhi di tre personaggi le cui vicende narrative si intrecciano in un dramma universale l'autore ci accompagna con uno sguardo lucido e a volte duro nella vicenda degli emigrati verso il nuovo mondo di fine ‘800 inizio ‘900. Ci racconta le loro aspettative ed innumerevoli difficoltà che li portano verso un destino più complicato di quello che si lasciano alle spalle. Più di tutto sono le donne, poste in una irriducibile condizione di inferiorità, sia numerica che morale, a subire le maggiori sopraffazione pur di sopravvivere. Tra tutte spiccano due personaggi femminili, diversi per età e situazioni, che non si arrendono e cercano di sollevare le coscienze degli altri per rispondere in modo corale alla negazione della umanità e della libertà personale. La trama si svolge tra la Sicilia e Buenos Aires, raccontate in tutta la loro ingiustizia e contraddittorietà in una vicenda avvincente ed incalzante dall'epilogo con un lieto fine di speranza. Un romanzo che a tratti vi scioccherà ed a tratti vi intenerirà ma da cui non potrete fare a meno di staccarvi fino all'ultima pagina.

Maria Schiavone

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"La figlia della libertà" è una storia vecchia quanto l'uomo, nulla di nuovo, banalissima, figure di uomini e di donne stereotipate, e nel 2020 è forse il momento di andare avanti.

Dovendo necessariamente scegliere tra i due, propendo per "La figlia della libertà", perché la trama è sviluppata in modo più approfondito.

Dina Ostuni

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Trama ben articolata, incisiva caratterizzazione dei personaggi, destini incrociati alla ricerca di un riscatto da un mondo senza giustizia. (Ma la giustizia si ottiene quando si combatte per averla, nel vecchio come nel nuovo mondo).

Significativi i tratti della condizione femminile all’inizio del Novecento, con fugaci

accenni ad Alfonsina Storni.

Un romanzo di denuncia del male (descritto forse con troppa crudeltà) ma che alla fine viene sempre sopraffatto dal bene.

Elvira De Paola

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La figlia della libertà di Luca Di Fulvio è un romanzo costruito come una fiction televisiva italiana da prima serata – e di questo tipo di fiction mantiene tutti i difetti: la banalità dei dialoghi, il poco spessore dei personaggi, la mancanza di inventiva e di originalità.

Non sono riuscita ad appassionarmi a questa storia di fughe incrociate, di ingiustizie e violenze subite, di buoni sentimenti invocati, di pappa sentimentale.

Federica Pergola

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La figlia della libertà un libro che intrecciando la vita di tre protagonisti racconta la vita degli emigrati in Argentina nei primi del Novecento. Libro scritto bene ma difficile da leggere per la crudezza del racconto. L'autore pare avere un compiacimento sadico nella descrizione minuziosa della violenza e della perversione dei protagonisti

Giuseppina Travaglio

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Che dire invece de “La figlia della libertà”? Mi sono anche lasciata trasportare dalla trama sebbene sembri più la sceneggiatura di una telenovela sudamericana che un romanzo convincente dal punto di vista letterario. I personaggi e la storia, che dovrebbero restituirci l’epopea dell’emigrazione verso l’Argentina nella prima metà del secolo scorso, mi hanno delusa. Le vicende dei 3 protagonisti cominciano separate, per poi prevedibilmente intrecciarsi in una storia francamente banale.

Cinzia Greci

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Ridurre il romanzo ad una sceneggiatura risulterebbe utile a gratificare l’autore che con ambizione si è cimentato nella stesura di un racconto coinvolgente, ma poco originale.

Che cosa significa “libertà”? Di certo, il senso di tale concetto non può ridursi ad una banale lotta tra bene e male in cui, l’inevitabile lieto fine, ci rende tutti più buoni, ma anche più falsi o comunque verosimili.

I personaggi nascondono potenzialità interessanti, ma non evolvono nel tempo se non in misura unidirezionale e manca un’analisi approfondita e complessa dei singoli stili di personalità.

Interessanti, ma poco indagate, le similitudini e le metafore tra le umane viltà e l’animalità. Emblematica la descrizione del mattatoio di Buenos Aires in cui le “signore del sangue” e le donne in generale, come carni animali, sono preda costante di un carnaio comune.

Federica Gerardi

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A mio avviso, questo romanzo ha due grandi punti di forza. In primo luogo, si incentra su una bellissima storia, o, per meglio dire, su tante storie che si intrecciano tra di loro e che riescono a raccontare valori come l’amore, l’amicizia, la voglia di riscatto e di raggiungere un obiettivo, il desiderio di aiutare gli altri, mettendoli in netta contrapposizione con gli elementi negativi della narrazione, primo fra tutti la crudeltà umana. L’altro elemento che mi ha fatto apprezzare particolarmente questo romanzo è lo stile: scorrevole, piacevolissimo, diretto, incentrato molto spesso sui dialoghi tra i personaggi, ma che lascia altresì spazio a pennellate descrittive che aiutano il lettore a comprendere il contesto nel quale si svolge la vicenda.

Chiara Trivelin

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Rosetta, Rocco, Raechel immigrano verso il Nuovo Mondo con il solo bagaglio del loro vissuto e delle loro ambizioni. Sono personaggi coraggiosi vocati alla libertà, alla giustizia e alla generosità. L’ambientazione è nei primi anni del Novecento in una Buenos Aires di gangster, donne costrette alla prostituzione, poveri disillusi, nobili depravati e borghesi indifferenti ma anche di meravigliosi fiori, tango e poesia.

L’intreccio narrativo coinvolgente e la presenza costante di dialoghi danno un ritmo incalzante. La lettura è intensa, piacevole. Qualche episodio cruento è descritto con sadismo e il finale, forse, è un po’ misero ma nel complesso è un romanzo che si fa apprezzare. Lascia una sensazione di speranza in un seguito come nelle migliori saghe.

Elisa Chiaramonte

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Una storia ambientata nei primi anni del ‘900 che racconta la rivincita di due giovani donne su un destino infame; un viaggio che si dipana piano piano, avvolto su se stesso come una spirale, ma che pagina dopo pagina mette al suo posto ogni tassello. Un romanzo corale, popolato di figure magistralmente tratteggiate; alcune malvagie, odiose e a volte grottesche, contrapposte ad altre che invece ci regalano personaggi del tutto positivi, quasi in odore di santità. Un romanzo dove si sorride e si piange, dove convivono amore e odio, che non risparmia affatto le brutture dell’animo umano ma che regala anche la Speranza vera, quella che salva.  

Maria Cristina Barbieri

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Pagine che portano lo sguardo in un’epoca lontana, storie di vita intensa, personaggi che sfidano la loro condizione di sottomissione e prigionia, combattono contro forme di violenza diverse e pur tutte figlie di antichi pregiudizi e abusi. Gli occhi del lettore si trovano a guardare il dolore descritto in ogni particolare, viene quasi da distogliere lo sguardo, dal male che fa, proprio perché la tentazione di guardare da un'altra parte deve essere vinta dalla voglia di riscatto e ricerca di libertà a tutti i costi.

Personaggi che da lontano ci insegnano a guardare al futuro, a continuare a cercare quella Libertà che ancora oggi  fa fatica ad essere riconosciuta in diversi contesti sociali,  dove uomini e donne che non si piegano ad abusi di potere e compromessi,  violenza  e indifferenza,  discriminazione  e  rassegnazione hanno GLI STESSI OCCHI CHE CONTINUANO A CERCARLA, come Rocco, Rosetta e Rachel.

Sonia Albanese

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Il mio preferito. Libro bellissimo di cui non se ne ha mai abbastanza. Ogni pagina invoglia il lettore a proseguire. Trama scorrevole, ben fatta. Nonostante la lunghezza (lo ammetto non so se lo avrei comprato spontaneamente in libreria 637 pagine non sono poche) è una lettura piacevole, veloce.

I personaggi sono reali e attuali nonostante l’ambientazione all’inizio del secolo scorso. È facile immedesimarsi nei loro problemi, nelle loro passioni. Ricorda “Guerra e Pace”; una grande storia d’amore che si sviluppa in vicende storiche molto importanti: il problema dell’emigrazione nel Nuovo Mondo dove le aspettative si infrangono con la realtà dei fatti, il problema della prostituzione minorile, attuale e da modo di riflettere.

La fine ti lascia un po’ di amaro in bocca proprio perché vorresti che non finisse. Secondo il mio parere ci sarebbero le basi per romanzi in cui la storia di una famiglia si intreccia con le vicende storiche dell’epoca... proprio come Guerra e Pace o la Trilogia del Secolo di Ken Follet. La domanda è: a quando un secondo libro?

Valentina Olgiati

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