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La grande fuga dell’Ottobre Rosso di Tom Clancy
Rizzoli

 

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Circolo dei lettori del torneo letterario di Robinson
di Milano 6 “Critici in progress”
coordinato da Barbara Monteverdi
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Difficile definire questo bel romanzo: Thriller? Spionaggio? Guerra Fredda? Chi ne capisce parla di techno-thriller e forse qui sta il punto che mi ha un po’ frenata perché in certi momenti l’ho trovato un po’ troppo tecnico, farraginoso. Forse un pubblico maschile lo apprezza maggiormente. L’ho comunque trovato un libro avvincente (avendo visto il film tratto dal romanzo, avevo davanti agli occhi il viso di Sean Connery, come non apprezzare?), ben scritto, ben confezionato, anche se non si discosta dai moltissimi che, prima e dopo la sua uscita, si sono susseguiti.

Insomma, mi ha divertita ma non travolta. Clancy voleva raccontare una vicenda che coinvolgesse Stati Uniti e Unione Sovietica e l’ha fatto con maestria. Ma è tutto molto datato.

Barbara Monteverdi

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Il romanzo si ispira ad un fatto vero: l’ammutinamento di una fregata della flotta del Baltico, organizzata dal capitano Valerj Sablin. Al largo della Groenlandia la nave venne raggiunta e riportata in Unione Sovietica, gli ammutinati incarcerati e il comandante giustiziato. Qui invece il sottomarino più moderno della marina sovietica, l’Ottobre Rosso, comandato dal capitano Ramius, tenta di passare agli Stati Uniti, quindi ogni mezzo navale russo riceve l’ordine di localizzarlo e distruggerlo. Inizia così una gara spasmodica fra flotte delle due potenze più grandi del mondo. Si tratta di una storia mozzafiato, carica di suspense e di realismo drammatico, in cui nel finale, dopo una serie di contatti tra navi e sommergibili delle due flotte, i russi trovano il sottomarino disperso, in realtà un mezzo in disuso, cosa che li convince a desistere credendo di aver trovato il relitto dell’Ottobre Rosso. I sovietici lasciano però sul posto alcuni sottomarini, tra i quali uno comandato da un allievo di Ramius, il quale riesce a riconoscere la firma acustica dell’Ottobre Rosso e lo attacca. Il duello si conclude con l’affondamento dell’altro sommergibile da parte dell’Ottobre Rosso, mentre il protagonista di molti altri romanzi di Clancy, l’ineffabile Ryan, compiuta la sua missione torna dalla sua famiglia con una bambola di Barbie sciatrice come regalo di Natale per sua figlia.

Lucio Sandon

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Un romanzo d’avventura, dal quale è stato tratto l’omonimo film, denso di azione e colpi di scena, dove “buoni” e “cattivi” sono chiaramente (e un po’ ingenuamente) ben distinguibili; una lettura piacevole che offre anche uno spaccato del mondo occidentale ai tempi della guerra fredda.

Patrizia Santini

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È un bel romanzo di spionaggio forse troppo lungo. Peccato che non sia il mio genere preferito, e che si disperda volte dettagli descrittivi dei sottomarini sinceramente noiosi per i non appassionati. La trama è avvincente e risente del clima della guerra fredda tra USA e Russia. Sicuramente consigliabile per chi ama il genere

Valeria Fassi

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Non che si tratti di un brutto romanzo, nonostante la traduzione non eccelsa. Premetto che le spy stories (in questo caso pare che il termine adatto sia techno-thriller) non mi sono assolutamente congeniali, quindi il mio commento sarà necessariamente influenzato da un palato poco avvezzo a gusti simili. Al di là dei quali, tuttavia, trovo innanzitutto che il romanzo sia datato, immerso com’è in quel contesto manicheo di Guerra Fredda ormai così lontano e saccheggiato sia dalla letteratura sia dal cinema di qualche tempo fa. Anche le figure dei protagonisti, del capitano Marko Ramius e del negoziatore Jack Ryan, risentono della profilazione un po’ convenzionale dell’epoca, il capitano lituano che decide di disertare dipinto come un eroe impavido e abilissimo dal cuore sensibile, roso e mosso dal rabbioso dolore per la perdita della moglie oltre che dalla sfiducia nella politica sovietica, il suo omologo agente della CIA delineato come uomo di poliedrici interessi e competenze e di superiore intelligenza. Per chi ama le battaglie e gli intrecci internazionali e i dettagli questo è probabilmente un grande romanzo, personalmente mi sono parecchio annoiata di fronte a cotanta esibizione di tecnologia sottomarina, ardua da seguire per il lettore comune. Insomma, un romanzo che forse ha avuto qualcosa da dire all’epoca della sua pubblicazione, ma che non regge al passare del tempo.

Adele Boldrini

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Sempre splendido techno thriller, spy story, o come si vuole definire, scritto nel 1984 (mi sembra). Testimone di un mondo che non esiste più. Si parte dalla vicenda umana di Marko Ramius e si rimane affascinanti ed avviluppati in una storia avvincente. L’immagine di Marko Ramius sarà sempre legata a Sean Connery.

Bellissimissimissimo

Cristina Di Gregorio

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“Il primo libro di Tom Clancy che ho letto. Catturata e stregata, da allora non l’ho più abbandonato seguendo le vicende di Jack Ryan. Un libro che mi stupì (e stupisce ancora) per il suo taglio narrativo anticipatorio ed incredibilmente informato e dettagliato. Nonostante la mole, ti prende con sé e non ti molla più. Tenendoti sul filo del rasoio, senza annoiarti. Indimenticabile.”

Barbara Olivieri

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Il romanzo di Tom Clancy, un libro a mio parere di intrattenimento ma tutto sommato ben scritto, soffre il confronto con uno scrittore come Tom Wolfe. Nonostante si faccia leggere con piacere e nonostante la storia non sia pura fantascienza ma giustificata dai rapporti USA/URSS al tempo della cortina di ferro, ancor prima di arrivare alla fine mi aveva annoiato a sufficienza tanto da preferirgli decisamente l’altro.

Massimo Sola

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È difficile trovare una spy story che finisca per essere anche un meraviglioso esempio di romanzo corale. Ho amato tutti i personaggi di questo libro perché ognuno di loro ha la capacità, anche solo con un semplice dettaglio, di catturare immediatamente l’attenzione del lettore. Una cosa che finisce per dare a un romanzo del genere una sfumatura più universale, alla portata di tutti i lettori, dato che la trama rimane troppo specifica e circoscritta ai pochi esperti di sottomarini o di strategie militari. In ogni caso, un grande classico da leggere almeno una volta nella vita.

Antonia Del Sambro

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Un thriller politico-militare pubblicato per la prima volta nel 1984, a meno di 10 anni dalla fine della quarantennale Guerra Fredda. Il romanzo inaugura la fortunata serie che vede protagonista l’agente della CIA Jack Ryan, il classico eroe occidentale. Ma questo primo episodio si smarca da tutti gli altri, poiché il vero protagonista non è Ryan. La presenza di un personaggio che incarna il dualismo del mondo di allora - il capitano russo Marko Ramius - ha infatti decretato il successo (editoriale e cinematografico) di questo thriller. Ramius appare tipicamente sovietico nell’inflessibilità, ma si rivela ribelle e idealista come un uomo libero dell’Ovest. Sono ben delineate la compagine angloamericana, da una parte, con la sua spavalda reattività e, dall’altra, la complessità del granitico impero russo. Due blocchi contraddittori allo scontro (semi)finale, dove a vincere è un uomo che non appartiene a nessuno.

Roberta Mella Simion

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Riletto a più di venti anni di distanza, permane il giudizio positivo di allora. Primo romanzo scritto da Clancy, se piace il thriller possiamo dire che ne è probabilmente una delle massime espressioni, e giá presenta in sé tutte le peculiarità della narrativa di questo scrittore: dall’accurata descrizione delle tattiche militari a quella dell’ingegneristica, talvolta così dettagliata da apparire esagerata. É un libro molto “americano”, dove si sfiora spesso il luogo comune del cowboy americano dal cuore d’oro contro gli indiani cattivi rappresentati qui dai russi che appaiono come il male del mondo, ma occorre tenere in conto che é stato scritto nei primi anni Ottanta. Lo stile è comunque impeccabile, l’adrenalina scorre e la trama tiene incollati alla lettura. Memorabile, almeno per quanto mi riguarda, la scena della virata oltre il limite per sfuggire ai siluri nemici. 

Lara Mei

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Immagino la vita all’interno di un sottomarino come il massimo dell’esperienza claustrofobica, senza possibilità di vie di fuga. Proprio una fuga è invece la trama del romanzo di Tom Clacy, che per la prima volta presenta il suo “analista ma uomo d’azione” Jack Ryan, poi protagonista di altre missioni. Fa un certo effetto rileggere una storia ambientata nel clima della guerra fredda, con un comandante russo deciso a disertare e a consegnare agli americani un sommergibile con nuova tecnologia e l’incombente ombra di un conflitto nucleare. La forza del romanzo, oltre all’accuratezza delle descrizioni tecnico-militari, si trova nell’abilità di Clacy nel delineare le fisionomie dei protagonisti e i rapporti che si stabiliscono tra loro con modalità di comunicazione e confronto inusuali e racchiuse nei rigidi codici di comportamento militari. Una efficace trasposizione su pagina di una vicenda d’azione ad alta intensità.

Fernanda Rossini

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La grande fuga dell’Ottobre rosso di Tom Clancy. Questo thriller, precursore di altri bestseller con inseguimenti sottomarini, è veramente mozzafiato. I personaggi sono ben caratterizzati, anche se bisogna tener conto che questo libro fu scritto anni prima della Caduta del muro di Berlino e la Guerra fredda fra russi e americani era in pieno svolgimento. Ideale per chi ama i thriller pieni di suspense.

Anna Cercignani

 

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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