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La memoria dei corpi di Marina Di Guardo

Mondadori

 

È un thriller ambientato nella provincia Piacentina scritto con buon ritmo narrativo, fluido, scorrevole, elegante con descrizioni ad effetto di ambienti naturalistici di quelle zona. La trama, invece, è poco convincente, vuole essere pretenziosa di creare suspense ma in realtà' cade spesso nella banalità'

Il finale, imprevedibile, è poco credibile

I personaggi descritti, anche se a tratti si avverte una attenzione per il loro aspetto psicologico, in realtà sono stereotipati quasi inverosimili.

Nel complesso lo ritengo un libro mediocre buono per una lettura di distrazione di massa.

Carmela Loredana Balice

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Protagonista Giorgio, proveniente da una famiglia dell’alta borghesia, che molto presto abbandona Milano e la sua professione di avvocato per tornare a vivere in provincia, nella bellissima casa di famiglia, al cui interno cerca il suo rifugio di vita anche grazie alla rassicurante presenza della governante, Agnese, che ha riempito i vuoti della sua esistenza, e nel tentativo di lasciare dietro di sé delusioni e anaffettività. La sua vita tranquilla e scandita da un appuntamento settimanale in paese per una partita a carte con tre conoscenti viene improvvisamente stravolta da un incontro casuale sul quale, ancora una volta, investe affettivamente ma che non farà altro che confermare il pensiero leopardiano che Giorgio fa suo e secondo il quale “non v’è altro di reale né altro di sostanza al mondo che le illusioni”. La trama, che riserva importanti colpi di scena, è arricchita da descrizioni di ambienti e paesaggi che acquistano all’occhio del lettore la consistenza di immagini, come in un vero e proprio film.

Marina Di Guardo

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È francamente imbarazzante doversi esprimere su questo libro, concepito come un thriller a sfondo erotico che, dovrebbe catturare il lettore con un crescendo improbabile.

Giorgio, quarantenne ex-avvocato (per sua scelta ha abbandonato la professione!) è destinato a essere uno sfigato nella vita, segnato da un’infanzia che, per i soprusi subiti, avrebbe fatto la felicità di Dickens.

Il Nostro vive di rendita in una bellissima villa nella campagna di Piacenza, dove da alcuni anni spariscono misteriosamente giovani donne. Una sera, in maniera occasionale, incontra la giovane e bellissima Giulia con cui ovviamente intreccia una storia (l’autrice non risparmia descrizioni accurate dei rapporti sessuali tra i due, di preferenza sul versante sado-maso). La storia evolve in un clima da fiction televisiva con attori inespressivi, fino al finale pulp in cui non si sa se ridere o piangere.

Al termine di questa ‘esaltante’ lettura sorge spontaneo un interrogativo: “Perché?...”.

Il primo testo è inclassificabile; il secondo, pur con i limiti dell’argomento trattato, ha dalla sua l’entusiasmo di voler raccontare una storia, corredandola di brio e colore, anche se a tratti eccessivi.

Francesco Scotto

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Il romanzo, con ambizioni (forse) tra il Thriller ed il Noir, ambienta in una apparentemente placida campagna piacentina una trama fragile e "pasticciata", ricca di elementi "furbi" per tutti i gusti e di facile lettura : tanto sesso con molti (troppi?) dettagli e a sfondo sado-maso ,traumi infantili , abusi domestici e violenze di varia natura ,misteriose sparizioni di donne e chi più ne ha più ne metta.

In scenari a volte improbabili, si muovono in successione personaggi stereotipati ed un po’ ingenui, alla ricerca delle VERITA' NASCOSTE , che parrebbe potersi riassumere quale  filo conduttore della narrazione.

Non manca il colpo di scena finale, con scontato desiderio di redenzione del protagonista accompagnato da consueto bagno di sangue.

Ivana Paganelli

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Ventisei capitoli e un epilogo. Per fortuna. Perché, come in ogni thriller, si deve arrivare fino alla fine, fino in fondo. E il fondo si tocca qua e là dove sembra di leggere Cinquanta sfumature di grigio.

Un incipit che sembra farci entrare in architetture ottocentesche, in antiche dimore sontuose e leggiadre allo stesso tempo, come le architetture dei corpi femminili che sembrano il vero focus. La memoria dei corpi, o piuttosto i corpi della memoria, per restare nell’area semantica del romanzo, che si lascia leggere ma non lascia tracce di questi corpi…oggetto, senza memoria.

Roberta Monaco

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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