La neve cade sui vostri
peccati di Ippolita Avalli
Piemme
Il romanzo inizialmente mi ha dato la
convinzione di aver capito facilmente la storia e l'epilogo; continuando la
lettura invece sono stata piacevolmente sorpresa da un finale inaspettato che
mi ha fatto ricredere completamente. Mi è piaciuto il modo dell'autrice di
inserire indizi e personaggi in maniera graduale. Lettura immediata e
piacevole, molto scorrevole. Mi è piaciuto molto soffermarmi sull'aspetto
psicologico dei personaggi e mi sarebbe piaciuto sapere di più sulla vita
bambina del killer e sul primo matrimonio del protagonista. Piacevoli anche le
descrizioni dei luoghi storici e d'arte romani e l'impatto quasi visivo di una
Roma immacolata sotto la neve e una macabra, nera, scoperta. Perché “quando
non esiste perdono, neppure il tempo potrà nasconderti”. Consiglio la
lettura e di non lasciarsi ingannare dalla convinzione di aver capito.
Ilenia Amati
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Un thriller ben congegnato ambientato in
una Roma coperta da una coltre di neve.
La mano tagliata di un bambino dà inizio
all’indagine del commissario Paolo Rosato
le cui vicende private si intrecciano
alla ricerca dell’assassino.
Un ottimo inizio che potrebbe dare vita
a una serie di capitoli successivi con protagonista Rosato.
Simona Nardulli
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Un accattivante e avvincente thriller
che cattura il lettore e lo accompagna in una insolita Roma avvolgendolo nel
mistero e in un fascino macabro, in un susseguirsi di vicende e personaggi
raccontati e intrecciati con maestria e passione.
Federica Papapietro
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Romanzo avvincente, dal ritmo che resta alto dalla prima all’ultima pagina
e dall’ambientazione insolita e suggestiva di una Roma sotto la neve. Con una
scrittura matura, a tratti poetica, l’autrice approfondisce l’introspezione
psicologica dei personaggi, rendendo questo romanzo un po’ atipico rispetto ai
consueti thriller, con riflessioni sulle vite dei protagonisti oltre che sul
caso, a sua volta ben strutturato e coerente fino all’inserimento dell’ultimo
tassello del puzzle.
Tiziana D’Oppido
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Un thriller poliziesco avvincente, che fa appassionare pagina dopo pagina
ad ogni personaggio finemente descritto e delineato, con una narrazione molto
scorrevole che trova, secondo me, il suo punto di forza nella magnifica ambientazione
di una Roma innevata e magica e nei riferimenti artistici e di storia dell’arte
che sono puntuali e molto presenti, quasi a far trasparire il profondo
interesse per l’arte e la pittura dell'autrice stessa.
Mariangela Giordano
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Thriller psicologico, ambientato in una Roma innevata e fredda.
Non solo un intreccio di storie tipico dei gialli, ma anche di relazioni e
di vite segnate. La morte prematura di una mamma, il tradimento, l'attaccamento
morboso che non lascia liberi , la violenza ,
l'ossessione del narcisismo....Emergono spiccate conoscenze artistiche
dell'autrice grazie alle quali la trama si arricchisce dei colori dei quadri di
Caravaggio accuratamente intrecciati alla storia principale, i cui soggetti
ritratti rappresenteranno il filo conduttore dei delitti. La scrittura
semplice e lineare rende la lettura piacevole scorrevole.
Il colpo di scena finale indispensabile ed imprevedibile. Consigliato.
Caterina Angelino
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L’autrice è scrittrice, nonché sceneggiatrice e attrice teatrale. Con
questo libro si ripropone al pubblico dei lettori con un nuovo thriller. La
storia è ambientata a Roma e ha come scenario strade, vicoli, palazzi
centralissimi della città. Il ritrovamento di parti del corpo di un bambino
quando in città nevica lascia con il fiato sospeso l’intero quartiere ma anche
tutta la città per l’incalzante eco dei media. L’intreccio tra mistero e arte
sarà il filo conduttore del romanzo. Il commissario incaricato delle indagini
viene personalmente coinvolto con i suoi affetti nella vicenda.
Il romanzo è ricco di dialoghi fra i personaggi, ma sono numerosi anche i
dialoghi e le riflessioni che i personaggi fanno con se
stessi. Lo stile della scrittura è semplice, i periodi sono brevi, dinamici e
rendono la lettura scorrevole. Anche la struttura del romanzo contribuisce a
dare un ritmo incalzante alla narrazione propria del genere, gli eventi e i
dialoghi misti a descrizioni sono riportati sempre in sequenze distinte le une
dalle altre, come se fossero pronte ad essere rappresentate e filmate. Il
richiamo alle opere del Caravaggio e la descrizione della personalità
dell’artista sorprendono nella narrazione per i dettagli e la capacità di
evocare sensazioni e sentimenti. La soluzione del caso quasi in conclusione del
romanzo appare ovvia al lettore ma si percepisce che non può essere così
scontata. A mio parere poi la conclusione del romanzo forse ripropone una
soluzione già presente nell’immaginario collettivo e forse anche una
sceneggiatura già utilizzata.
Flora Vitullo
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