La
tana del prete di Giuseppe Iorio
Castelvecchi
La descrizione minuziosa dell’aspetto fisico dei personaggi
del romanzo così come dei luoghi fa da contraltare ad un approfondimento
psicologico appena accennato. Ed è questo, probabilmente, a rendere il lettore
meno coinvolto. I dialoghi e le sequenze sono ben strutturati, ottima base per
una sceneggiatura cinematografica. Ma alla fine, di una storia che vuole aprire
uno squarcio su un argomento ancora troppo poco affrontato, come quello delle
violenze sui bambini, in particolare in determinati contesti, resta solo
qualcosa di sfumato. La sensazione per il lettore è che ci sia tanto di non detto, come se si volesse nascondere
qualcosa perfino a se stessi, come se il pudore di
raccontare una storia tanto drammatica abbia portato l’autore a voler far
dimenticare facilmente tutto, il dolore e i sentimenti, persino i volti dei
bambini, di cui alla fine non si ha alcun ricordo.
Cinzia
Bizzi
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Rudimentale e morboso
Tratta una materia delicatissima senza delicatezza, con modi
espliciti e sbrigativi.
Disturba senza arricchire.
Marcella Lussi
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Un libro che si legge tutto d’un fiato, lancia al lettore un
pugno allo stomaco, uno spaccato di vita nascosta per troppo tempo, verità e
segreti celati da organi conosciuti come gli intoccabili, dando al lettore la
consapevolezza che gli orchi si trovano ovunque. Complimenti all’autore che
rende la descrizione minuziosa e dettagliata rendendo così il racconto
accattivante e avvincente. Punteggio 8.
AnnaMaria Pianelli
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Il libro tratta (o forse sarebbe meglio... intenderebbe
trattare) del tema della pedofilia. L' "orco" è un sacerdote, ma
anche un delinquente che si occupa di traffico di opere d' arte e stupefacenti.
Non entro nel merito dell'argomento, ma rilevo che è scritto senza nessun
approfondimento psicologico né delle vittime, né dei carnefici.
Circostanza che lo rende gratuito e di nessun interesse.
Elvira
Pellegrino
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Il romanzo La tana del prete è ambientato in un villaggio
del Sud Italia, costruito in epoca fascista e trasformato in una residenza
religiosa dove vivono un gruppo di bambini orfani che si dedicano al lavoro nei
campi. Nella struttura, gestita da un gruppo di suore e da un prete che
intrattiene affari illegali con un boss della zona, si consumano violenze a
danno dei bambini.
Il romanzo si apprezza per il suo ritmo incalzante e per le
descrizioni dei luoghi in grado di restituire per immagini l’ambientazione,
tuttavia nella sua brevità non riesce ad entrare a fondo nella descrizione dei
personaggi e il soggetto appare scarno e debole.
Più che un romanzo può definirsi come un racconto lungo. Si
apprezzano le doti narrative dell’autore, che ha già pubblicato due
libri-inchiesta, tuttavia il risultato finale appare poco convincente nel suo
complesso.
Marco
Mondino