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Lo Schiaccianoci di E.T.A. Hoffamann e Alexandre Dumas
Donzelli

 

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Recensioni del Circolo dei lettori
del torneo letterario di Robinson
di Torino 3 “Fior di Giappone all'ora del tè”
coordinato da Fabiola Palmeri
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Ottimo libtro con le due versioni più celebri della fiaba seguite dalla sceneggiatura del celebre balletto di Čajkovskij. La fiaba di Hoffmann è molto stratificata ed offre perciò più letture, è ricca, densa, ma troppo artificiosa e cerebrale per essere percepita come una fiaba di Natale. La versione di Dumas presenta unatmosfera più favolosa ed accattivante, ma incorre negli stessi problemi di Hoffmann. Due ottimi esempi di letteratura fantastica, non solo per bambini, più da studiare ed analizzare, specie negli aspetti più disturbanti, che da fruire con spensieratezza nellatmosfera natalizia.

Claudio Sasso

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Sia nella versione di Hoffmann che di Dumas è una bellissima favola da leggere sia per bambini che per adulti. Le descrizioni fantasiose ma anche molto accurate dei vari personaggi umani e non, ti portano ad immaginare di vivere la favola. Essendo però un amante dei libri gialli do la mia preferenza al libro di Agatha Christie 

Fiorenza Bergamo 

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Storico del Romanticismo tedesco, scrittore e compositore musicale, Hoffman ci ha donato, fra le altre fiabe, questa dello Schiaccianoci (Krakatuk) che tra sogno e realtà ci riporta alla magia del Natale.

Il secolo successivo, Alessandro Dumas padre, prolifico scrittore di tante avventure, ha rivisitato la fiaba in modo più poetico.

Questa fiaba è stata resa ancora più famosa dal balletto musicato da Čajkovskij nel 1891 e da allora ogni Natale continua ad affascinare grandi e piccini.

Dalla fiaba, alla danza, al cinema ai cartoni ed ultimamente alla stupefacente rivisitazione disneyana, lo Schiaccianoci ci riporta nel suo magico mondo facendoci dimenticare per un momento le amarezze di quello in cui. stiamo vivendo.

Olga Paolilli

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Leggere le due versioni mi ha annoiato, non sono riuscita ad entrare nell'ottica del confronto. L'aspetto più interessante è stato il lungo elenco dei giocattoli tipici dell'epoca e l'infinita fantasia dei bimbi. Ribadisco la mia perplessità nel voler mettere a confronto generi così, diversi ma tant'è.

Anna Laura Turitto

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Allacciate le cinture e sospendete lincredulità: questo si che è un racconto di Natale! Regali, bambini, e appena i genitori vanno a letto ecco apparire topi a sette teste, soldatini animati e bambole parlanti. E poi, prima del lieto fine, la signora Mauserinks ed il furto dei pezzetti di lardo, la principessina smontabile Pirlipat, il gatto Schnurr e la noce Krakatuk, il Confettiere e il Gigante Ghiottone.

Pura e semplice immaginazione al potere, altro che Marcuse e il 68.

Avvertenze per luso: astenersi materialisti dialettici e realisti scettici.

Voto: 1 (molto Natale dentro)

Gian Piero Chieppa

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 “Lo schiaccianoci” scritta originariamente da Hoffman e rivista da Dumas, è una storia ambientata in Germania che racconta il natale di una famiglia, in particolare di una bambina dal cuore gentile che s innamora di uno schiaccianoci. La fiaba è deliziosa, perché fantasiosa e delicata. Nonostante labbia molto apprezzata, non altrettanto è stato leggerla due volte.  Pensavo che Dumas lavrebbe modificata, ma lha raccontata identica rivedendo lo stile di scrittura, anche se non in modo stravolgente. I disegni appropriati, ma nulla di particolare, lo stile è senza la pretesa di grandiosità e rappresenta il modo di disegnare di un bambino; idea che ho trovato geniale. Credo sia una fiaba che possa rendere molto di più nel balletto e nella musica.

Genesi Meza

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Che dunque cominci la festa.  Bambole e dolci. C'è posto per tutti nel racconto “Lo Schiaccianoci" e tra castelli meccanici e figure che si muovono, compare un soldatino...E non mancheranno Castel Confetto e Castel Marzapane. Un classico da leggere non solo a Natale.

Sara Cancellara

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Sia il libro di Hoffman, sia quello di Dumas sono in grado di catapultarci in un mondo pieno di fantasia ed incanto, descrivendo nei particolari la realtà e legandola alla magia. Lo schiaccianoci sembra un giocattolo-oggetto innocuo ma diventa nei sogni un inquietante personaggio che pensa e agisce, diventa intrigante e onirico e ti trascina in un mondo fiabesco dove forse solo i bambini sanno catapultassi.

Daniela Ferraris

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Indicato per sviluppare temi e riflessioni sul Natale, sul rapporto tra il mondo meccanico materiale e l'immaginazione. Per adulti e bambini. Splendide le illustrazioni di Sanna Annukka.

Rita Cerimele

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Un grande classico della letteratura (che non avevo mai letto) e che mi è piaciuto molto, è davvero una favola di Natale, mi ha ricordato un po' il Canto di Natale di Dickens. La sensazione di calore, latmosfera della festa, lambientazione familiare rendono la lettura piacevole e scorrevole.

Le illustrazioni sicuramente sono un piccolo valore aggiunto. Perfetto da leggere anche ai più piccoli.

Daniela Vecchio:

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A Natale tutti buoni? No: cè molta ipocrisia!

La vigilia di Natale il capostipite di una numerosa famiglia viene ucciso misteriosamente nella sua villa. Allinterno della casa ci sono solo i suoi familiari, tra cui alcuni dilaniati dal sospetto e dalla cupidigia e intenti a mascherare odio e rivalità nei confronti degli altri. In questo giallo è interessante la descrizione psicologica di ogni personaggio e il lettore viene guidato con maestria dalla scrittrice alla scoperta del colpevole. 

Maria Luisa Lupi

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Una favola deliziosa nel fiabesco Natale, ricolma di gioia e buoni sentimenti. Una storia affascinante e intramontabile, dove i bimbi vengono trasportati in un mondo tra sogno e realtà, animato da battaglie e peripezie, il tutto arricchito da disegni perfetti che aggiungono valore a questo bel libro.

Maria Luisa Lupi

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Libro interessante. Mi è piaciuta lidea di raccogliere insieme la fiaba originale di T. A. Hoffmann e la versione di A. Dumas, il che ci permette di cogliere le differenze tra i 2 filoni narrativi: quello di Hoffmann, tipicamente romantico dove sogno e realtà si confondono, e quello di Dumas dove vengono eliminate le parti più inquietanti e dove la realtà è ben definita.

In entrambe, comunque, latmosfera natalizia è molto coinvolgente e “zuccherosa”.

 Le belle illustrazioni di Aurélia Fronty sono un valore aggiunto a questa pubblicazione.

Silvia Marini

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Non mi sono mai piaciute le favole o meglio le fiabe... mi mettono tristezza e questa non fa eccezione. 

Antonella Vivaldelli

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Inizialmente mi sono trovata in difficoltà, non riuscivo a penetrare in questo mondo di realtà e fantasia, ma poi sono riuscita a ritrovare la mia parte infantile che in questo il racconto mi ha aiutata. Sono riuscita a penetrare nel mondo fantastico di Hoffmann, quasi mi sembrava di esserci, sensazionale capacità di Hoffmann di fantasticare. Così ho anche rivisto il balletto di Čajkovskij “Lo schiaccianoci” eseguito al Mariinsky a San Pietroburgo e ho risentito lopera I racconti di Hoffmann di Offenbach, con una creazione della figura dello scrittore emozionante.

Quindi lincontro con questa favola è stato felice.

Bruna Gasparini

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Da piccola aspettavo il giorno di Natale con trepidazione, immaginare cosa avrebbe riservato riempiva la mente e riusciva a rendere dicembre lunghissimo. La vigilia e il 25 si traducevano finalmente in giorni molto speciali: giocosi, caldi, colmi di affetto, appaganti.

Quellatmosfera lho ritrovata, seppure molto più leziosa e costruita, leggendo lo Schiaccianoci.

E tanto è bastato per ritrovare il Natale e un po di quella bambina. Prezioso.

Fabiola Palmeri

 

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Recensioni del Circolo dei lettori
del torneo letterario di Robinson
di Roma 2 “
Passaparola”
coordinato da Giulia Alberico
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Mi è piaciuta decisamente di più la storia dello Schiaccianoci, e più precisamente nella versione di Dumas. La “vita e avventure di Babbo Natale” è una storia carina, ma molto infantile, per questo forse poco paragonabile a quella dello Schiaccianoci. Quest’ultima invece è strutturata in maniera molto originale, vi è un intreccio di storia nella storia tipo scatole cinesi e un appassionante avvicendamento tra sogno e realtà. Finché la rappresentazione onirica non prende il sopravvento, allora viene mostrata una serie di meraviglie che però possono palesarsi soltanto a un animo ingenuo e innocente come quello di un bambino.

Cornelia Golletti

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Innumerevoli sono i libri di fiabe conservati nella mia libreria, ricordo di assidue letture della mia infanzia. Eppure non avevo mai letto né “La vita e le avventure di Babbo Natale” di L. Frank Baum né “Lo schiaccianoci” nelle due versioni di E.T.A. Hofmann e di A. Dumas ed è stata una piacevole scoperta. Il racconto di Baum è leggero, delicato e dolce. Pur se molto semplice nella stesura e nell’articolazione è una piccola e accattivante favola da leggere ai bambini che ancora aspettano e credono in Babbo Natale.

Tuttavia la mia preferenza va a “Lo schiaccianoci”. Ha la struttura di un vero e proprio romanzo e, nella versione di A. Dumas, ha una fluidità che non possiede la versione di Hoffmann. L’intreccio di molteplici storie parallele che si dipanano e si ricongiungono nel finale è pieno di sorprese. I personaggi sono tutti ben delineati: la tenerissima Marie, l’intrigante padrino Drosselmeier e il coinvolgente Schiaccianoci. Non sono da meno le figure del fratellino Fritz e della madre. Le descrizioni dell’incredibile Natale a casa Stahlbaum/Silberhaus, della battaglia dei topi, dell’incantevole regno delle bambole e della coloratissima città di Confettimburgo evocano mondi fantastici indimenticabili.

Marcella Mottolese

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Un libro che raccoglie e mette a confronto le più importanti versioni della fiaba nata nel 1816 dalla penna di E.T.A. Hoffmann, scrittore romantico tedesco, autore dei “Racconti Fantastici”. Schiaccianoci e il Re dei Topi è un racconto che può attrarre tanto gli adulti che i bambini. Si svolge la notte di Natale in una casa borghese dove fervono i preparativi che coinvolgono tutta la famiglia Stahlbaum e un amico, il padrino Drosselmeier, inventore di giocattoli meccanici. Tra desiderio e sogno il filo del racconto si dipana in tante scene, in cui compaiono in modo ossessivo i topi come antagonisti, tra tutti il Re dei topi, un mostro a sei teste.  Ad integrare il racconto è la storia della principessa Pirlipat, fiaba nella fiaba narrata ai bambini da Drosselmeier, la cui immaginazione si intreccia con quella di Marie. Nel gioco di specchi tra realtà e fantasia, sogno e racconto, echeggiano tutti i colori del fantastico, dal fiabesco al magico, al meraviglioso, al grottesco, all’orrido. Non manca l’ironia che il narratore esercita in particolare su Drosselmeier. Nella versione di Dumas, introdotto da un astuto artificio letterario, il racconto si fa più fluido e la voce più familiare. Non è però Drosselmeier, l’inventore di magnifici meccanismi e di fiabe gotiche a sciogliere gli incantesimi, ma è la magia che, nel più classico degli happy-ending, trasforma il piccolo automa-schiaccianoci nel bel sovrano del meraviglioso Regno delle Bambole.

Alfredo Menichelli

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Due voci per narrare le vicende dello Schiaccianoci e della piccola Marie. Alla scrittura franta di Hoffmann, per i passaggi bruschi da una scena all’altra, si contrappone quella fluida ma di maniera di Dumas con l’introduzione di una cornice in cui narratore e autore coincidono. Una storia fantastica, che alterna sogno e realtà, racconta anche la fiaba della principessa Pirlipat e introduce qua e là citazioni colte che Hoffmann cela volutamente mentre Dumas rimarca compiaciuto. Racconto e favola s’intersecano, l’uno ambientato ai primi dell’800 in una famiglia borghese, l’altra in un regno che non ha tempo, governato da un re bongustaio e una regina cuoca sopraffina. Una sorprendente varietà di giocattoli e leccornie riempie lo sguardo del lettore mentre la fantasia viene sollecitata in situazioni che sfiorano ora il gotico ora l’idilliaco. Al macabro nella descrizione del Re dei topi, l’antagonista, espressione del male, si alterna il piacere di assaporare marzapane, confetti e salsicce. Hoffmann indugia sui dettagli con sferzante ironia, come quando presenta il padrino Drosselmayer, inventore di giocattoli che i bambini si limitano solo a guardare. È lui il deus ex machina dell’avventurosa storia dello Schiaccianoci, l’umile oggetto dal dolce sorriso che suscita l’interesse della compassionevole Marie. La medesima conclusione chiude le due narrazioni: occhi buoni possono vedere cose magnifiche e straordinarie. I lettori adulti, che non hanno più occhi così ‘buoni’, sapranno apprezzare gli spunti e i riferimenti letterari che il racconto nasconde nel linguaggio dell’immaginario.

Livia Tucceri

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Non mi è facile questo giudizio, ma sulla disneyana storia di Frank Baum finisce per prevalere l’intricata e allucinata storia dello schiaccianoci. Nella versione, però, di Dumas e nel libretto di Petipa. Del racconto di Hoffman mi attrae l’ambientazione, la casa borghese dei primi del secolo scorso, l’aria che profuma di attesa e di festa.

Il racconto di Dumas e, sia pure sintetico, il libretto di Petipa sono depurate di quel ‘troppo’ di perturbante che rende Hoffmann un maestro del genere ma comunque non ‘natalizio’. Il che non vuol dire (per me) sdolcinato ma festoso e sereno.

Giulia Alberico

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Davvero preziosa l'iniziativa dell'editore Donzelli che in un sol libro ci ha dato la possibilità di riscoprire le due versioni della storia dello schiaccianoci:

Quella di Hoffman, con "Lo schiaccianoci e il re dei topi" e quella di Dumas con "La storia di uno schiaccianoci".

È stato un piacere analizzare come gli sguardi con cui i due autori hanno guardato al fantastico non potrebbero essere più diversi.

Si dice che la narrazione lieve e serena di Dumas parli ai bambini, mentre quella visionaria e onirica di Hoffman sia rivolta agli adulti. Quello che è certo è che solo al bambino che ancora teniamo segregato dentro di noi è data la possibilità di varcare la soglia, controllata da Hoffman, fra le aree lievi del fantastico e i gorghi oscuri della realtà.

Superando i rigidi confini tra il folclore del Natale, l'antropologia e la psicoanalisi, questa fiaba occupa senz'altro un posto d'onore fra le narrazioni dell'immaginario in grado di simbolizzare le più profonde verità umane.

Mariella Cioffi

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Scelgo il volume che contiene il racconto fantastico di Hofmann, quello meno noto di Dumas, la riduzione per un noto balletto di Čajkovskij. La favola raccontata da Hoffmann, maestro del genere fantastico, è perturbante e crea un’atmosfera di sogno per la quale il Natale appare quasi un pretesto. Meno nota ma più adatta ai bambini la versione che racconta Alexandre Dumas, che appare come il narratore che intrattiene i piccoli ascoltatori con un racconto avvincente. Marie e Fritz, i Topi, il padrino Dosselmeyer,  l’omino Schiaccianoci appaiono metafora della duplicità del mondo, che viene raccontato ai bambini, ma il cui vero destinatario sono gli adulti. In sottofondo sembra di ascoltare la musica e veder volteggiare i danzatori sul palcoscenico. Incantevole.

Elisabetta Bolondi

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La complessità dello Schiaccianoci e le sue tinte forti anche se a tratti poco natalizie vincono a mani basse il confronto impari con l’ingenuità, il garbo e il colore generalmente zuccherino del libro americano.  La versione di Hoffmann è a mio parere sicuramente più fascinosa per un pubblico adulto mentre quella di Dumas, senza dubbio più adatta a un uditorio infantile, mi è sembrata un po’ troppo lunga. Ma forse proprio con lo scopo recondito di far scivolare lentamente nel sonno i piccoli ascoltatori… Infine bellissimo e compatto il trattamento “condensato” di Petipa. 

Cristina Merlo

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Il padrino Drosselmeier e la piccola Marie ci portano per mano nel mondo fantastico e onirico di E.T.A. Hoffmann durante la lettura di questa magnifica e intramontabile fiaba di Natale con continui rimandi al mondo reale. I due mondi si intrecciano e si compenetrano suscitando nel lettore emozioni, stupore e magico incanto.

Nella versione di Alexandre Dumas il racconto scorre morbido e dolce in una narrazione a misura di bambino.

Chiude il volume, ben illustrato, il libretto del balletto di Petipa che ci riporta alla mente le splendide musiche che Čajkovskij compose per l'occasione.

Elfriede Gaeng

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Per lo Schiaccianoci e il re dei topi, di E. T. A. Hoffmann, si tratta di una fiaba per bambini, dell’epoca, tutt’affatto diversi da quelli che siamo stati noi e ancor di più quelli di oggi. Il racconto cioè sente il peso dell’età, che lo rende un po’ stucchevole. Lo danneggia inoltre l’accostamento con Dumas nello stesso volume e sullo stesso tema.

In Storia di uno schiaccianoci di Alexandre Dumas si riconosce la impareggiabile penna del grande Dumas, ma anche il “mestiere”, o meglio, per il geniale giudizio che, credo, lui stesso abbia coniato, la traspirazione che ha avuto la meglio sulla ispirazione.  

Silvio Trotter

 

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Recensioni del Circolo dei lettori
del torneo letterario di Robinson
di Bologna “
Le Torri di Merlino”
coordinato da Lucia De Michele

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Romantiche atmosfere portano il lettore indietro nel tempo, con un regresso alla propria infanzia, periodo in cui la distinzione tra gioco e realtà è rarefatta e non netta, ed in cui la parte del gioco è preponderante rispetto a tutto ciò che ci circonda. Classico senza tempo per bambini e per adulti con desiderio di ritornare bambini.

Elisa Castiglioni

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Avete presente la trama messa in scena dall'omonimo balletto? Ecco, io conoscevo solo quella, invece la versione letteraria è ben più intrecciata e interessante! Nonostante la complessità, è una fiaba adatta ai bambini di ogni età: ogni lettura, dall'infanzia alla pensione, produrrà una diversa interpretazione.

Federico Marverti

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Fiaba di legno elastico, soave e danzante, che fa scivolare a dicembre anche se la lettura avviene nell'estate più calda.

Realtà e immaginazione collaborano per un sogno per piccini, ma anche più grandi.

In più, recuperare Čajkovskij sarà una naturale conseguenza.

Simone Di Gregorio

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Interessante l’iniziativa dell’autore di accostare le due versioni dello Schiaccianoci, quella di Hoffman e di Dumas. Pur amando molto Dumas ho preferito la versione dello scrittore tedesco perché l’ho sentita più coinvolgente per la dimensione misteriosa, cupa, oscura in cui ci trasporta. Mi sembra che le due versioni del racconto stiano nello stesso rapporto in cui stanno le fiabe dei Grimm e quelle di Perrault.

Rossana Guffanti

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“Lo Schiaccianoci” è una di quelle storie incantevoli che si leggono al calduccio sotto le coperte, durante le lunghe sere invernali, con accanto una tazza fumante di tè e il cielo uggioso in agguato ai vetri della finestra.

Ambientazioni magiche che aiutano a riattivare la fantasia in un mondo che ci assorbe quotidianamente nel suo tran tran. Scalda il cuore ed è caldamente consigliato.

Valentina Topitti

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Uno schiaccianoci che prende vita e combatte contro ad un esercito di topi. Una meravigliosa favola di Natale senza tempo. Un libro per sognare anche da adulti con la stessa testa dei bambini.

Chiara Macrone

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Hoffman, autore del racconto originale “Lo Schiaccianoci e il Re dei topi”, avvolge la storia in un'atmosfera onirica e a tratti inquietante. La versione di Dumas appare invece più delicata e attenta ai dettagli. La ricostruzione del clima e della magia del Natale nordico è ciò che accomuna maggiormente i due autori e accompagna il lettore in un sogno ad occhi aperti. Lo spirito natalizio è incarnato da Marie che nella sua purezza incorrotta lascia a bambini e adulti un promemoria sul valore sentimentale del Natale.

Maria Mucciconi

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 “Lo Schiaccianoci”, scritto nel 1816, ripreso da Dumas e trasformato in musica da Čajkovskij, è considerata la favola di Natale per eccellenza.

La storia narra le vicende di due fratelli, Fritz e Marie che aspettano con trepidazione l’apertura dei regali di Natale. Tra i tanti doni ricevuti, la piccola Marie rimane colpita da uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino con una mandibola portentosa in grado di schiacciare anche le noci più dure…Grazie ad un incantesimo (o forse grazie alla forza della sua immaginazione?) Marie si trova coinvolta in una splendida avventura nella quale lo Schiaccianoci si anima trasformandosi in un prode generale di un esercito di soldatini che combatterà contro il temibilissimo Re dei topi e il suo omonimo esercito.

Magico. Ideale per tornare bambini.

Duilio Edmondo Mucciconi

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Strano e straniante leggere questo libro quando si è già un po’ cresciuti e si è lontani dal Natale. Questo storia ne accende la nostalgia. Ma nostalgia non certo di un Natale qualsiasi, non basterà aspettare il prossimo 25 dicembre per appagare il nuovo appetito di festività: quello che manca è un Natale specifico, di quelli vissuti in famiglia quando si era bambini e sognatori, quando il problema più grande che teneva gli occhi sbarrati nelle lunghe notti invernali era indovinare quali doni ci sarebbero giunti in quell’anno.

Questo libro è una macchina per viaggiare nel tempo, per tornare a quei giorni felici, di gioia e spensieratezza, con una consapevolezza in più.

Lucia De Michele

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Fritz e Maria sono due fratellini che aspettano con ansia la notte di Natale. Il loro padrino Drosselmeier costruiva per loro dei regali meravigliosi che non vedevano l'ora di scartare.

Nell’ anno in cui è ambientata la nostra storia egli aveva portato loro in regalo lo Schiaccianoci, un pupazzo di legno raffigurante un soldato che rompe le noci con le mascelle. Maria fin da subito se ne prende cura; lo sistemò nella sua stanza con le altre sue bambole. Ad un tratto arriva il re dei topi, con sette teste e sette corone, con il suo esercito. I giochi di Maria e di Fritz prendono vita e prendono le armi contro questi invasori. Ma chi è davvero lo Schiaccianoci? Quale sarà il confine tra finzione e realtà? Quanto è ampia la distanza tra i sogni degli adulti e la realtà dei bambini? Per questa e altre risposte, consiglio vivamente questa lettura.

Carlo Neri

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Una favola che narra tempi e sentimenti lontani e puri.

Alessandro Rossetti

 

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Recensioni del Circolo dei lettori
del torneo letterario di Robinson
di Bisceglie “
Presidio del libro”
coordinato da Assunta De Santis e Rosa Leuci

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Posso dirla tutta? Più di ogni altra cosa all’inizio della lettura sono stata catturata dalle meravigliose tavole, che, prima ancora dei racconti, hanno fatto rivivere in me la magia di una storia conosciuta finora solo attraverso la musica. E poi, la magia del Natale nell’incipit di Hoffmann, tornare bambina nei panni di Marie, di Fritz, sotto lo sguardo burbero e sornione degli adulti… E, a fare da contrappunto alle ombre, la leggerezza ariosa del racconto di Dumas. Per me cresciuta con il nutrimento delle immagini di Grimm, un tuffo nel passato, trascinata nel mondo dell’infanzia visto con gli occhi di bambini, ma non solo… una serie di matrioske una dentro l’altra che mi ha ricordato Carroll e i mondi di Alice. E poi, il meta-racconto e l’arte di raccontare storie, un carosello di personaggi che sbirciano e si trasformano sotto i nostri occhi, un caleidoscopio di parole… grandi!

Assunta De Santis

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La struttura “tripartita” (meglio “quadripartita”) della lettura appena citata, rappresenta una peculiare riproposizione di una fiaba classica, lirica e che definirei “poliedrica”. A mio parere è fondamentale leggere più volte l’opera, per poter notare la trasversalità e al contempo il “fil rouge” che lega le “anime liriche” presenti. Apparentemente (o in modo soggettivo) la struttura narrativa si delinea tripartita e anche interpretabile come un differente punto di vista, che offra al lettore l’onere e l’autorevolezza della scelta. Ad una ulteriore lettura si definiscono bensì quattro modalità espressive che si integrano, pur conservando la propria forma artistico-letteraria. Hoffmann e Dumas propongono la figura dello “Schiaccianoci”, declinata come un percorso che conduce ad un traguardo, ad un orizzonte di senso.  Si può dibattere sull’impostazione più lineare e scandita del primo e sul piacere di “osare” di più del secondo, senza stabilire una dimensione contrastante. Il filone narrativo delle trasposizioni è attraversato dalla “gentile bellezza” delle illustrazioni di Aurelia Fronty, vero collante, che ci dona  un “racconto artistico”, “terza voce” della Fiaba. La quarta “anima lirica” è esplicitata dal libretto di Marius Papa con il balletto di Cajkovshij in due atti. Quest’ultima è un impagabile dono, un connubio perfetto, che completa il messaggio da me individuato. Grazie al sembiante camaleontico dell’Arte (intesa nelle sue forme) la Fiaba converge in una visione libera ed ampia, pur restando un’unica “Anima” lirica. Ritengo di riconoscere in questa “visione conciliante” (forse non identificabile all’istante) un valore aggiunto.

Antonio Pasquale

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Lo Schiaccianoci è una fiaba che ti trasporta in un mondo magico e fatato, dove il lieto fine si sa dal primo istante che arriverà “purché si abbiano occhi abbastanza buoni per vederlo”. Insomma una storia emozionante ma non quanto “Canto di Natale”.

Flavia Maria Todisco

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Scritto da Hoffman, parla della fantastica storia di uno schiaccianoci e della sua piccola “protettrice”, la bimba Maria. Attraverso intricate vicende che vedono coinvolti personaggi reali (come Maria, il fratellino Fritz, i loro genitori ed il padrino Drosselmaier) e personaggi fantastici (lo schiaccianoci, il suo antagonista “re dei topi”), la trama si dipana con la tecnica del racconto nel racconto (quello di Pirlipat e Mauserinks) per poi fondersi in un tutt’uno tra realtà e fantasia fino a concludersi in un lieto fine che rimanda a quello delle fiabe classiche.

Senza dubbio Hoffman ha ribaltato gli schemi letterari del genere favolistico, creando una vicenda che sembra nascere dalla realtà quotidiana per poi svilupparsi nel mondo fantastico dell’immaginazione infantile. Il racconto fu ripreso successivamente da Dumas, il quale lo riscrisse marcando però, in modo più evidente, la differenza tra realtà e fantasia, tra vita e fiaba, ed eliminando gli aspetti più perturbanti che Hoffman, nel suo visionario mondo narrativo, aveva attribuito e vicende e personaggi.

La versione di Dumas ebbe maggior successo e ad essa si ispirò Čajkovskij per il suo omonimo balletto che porta ancora oggi sulle scene la deliziosa, immortale fiaba.

Ho scelto questo tra i due libri perché lo ritengo più adatto alle esigenze dei bimbi di oggi, e perché la vicenda stimola fortemente la capacità di immaginare propria dell’età infantile, trasportandola in atmosfere di calore familiare piene di serenità e dolcezza.

Ida Lucia Musci

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Un classico da leggere a qualunque età, un modo magico e fantasioso nel quale è palpabile l'atmosfera natalizia, un mondo caleidoscopico e coloratissimo, dalle descrizioni minuziosi e particolareggiate, dove la fantasia incontra sempre il reale, la costante sensazione che nulla è come appare e tutto può accadere.

Michele Cillis

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Fiaba di E.T. Hoffmann (1816) inizia, con colorito veristico in un ambiente borghese (una casa di un medico che festeggia il Natale insieme ai suoi bimbi) e ha come protagonista uno dei giocattoli: lo Schiaccianoci. Ben presto però, trapassa nel mondo del favoloso, anche nello stile che fonde l’elemento razionale a quello onirico. Con una scrittura scorrevolissima, fin troppo lineare, giustificata tutta-via dai suoi piccoli lettori. Come ogni favola che si rispetti anche lo Schiaccianoci ha una sua morale che fa riflettere sulla potenza del dono: a volte, sono proprio i regali più piccoli e inaspettati quelli che sanno trasmettere le emozioni più belle e che danno vita alle più incredibili avventure che i due fratelli abbiano mai vissuto e dove sogno e realtà si legano indissolubilmente.

Michele Di Bitetto

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Una favola lieve che accarezza dolcemente i ricordi dell’infanzia, quando le stanze per il Natale si popolavano di tanti personaggi fantastici e amici invisibili. E poi i disegni che incorniciano il racconto sicuramente aiutano ad affascinare i lettori grandi e piccoli. Personalmente sono sempre stata attratta da questo racconto, probabilmente anche per reminiscenze musicali, che hanno catturato la mia fantasia con i colori e i suoni della messa in scena. Costantemente in bilico tra sogno e realtà la narrazione ha il potere di trasferire persone e personaggi da un luogo all’altro in un eterno gioco di doppi e chiaroscuri che si susseguono e danno vita alla notte di Natale.

Rosa Leuci

Il torneo letterario di Robinson è un'iniziativa curata da Giorgio Dell'Arti per conto di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
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