Lo stradone di Francesco Pecoraro
Ponte alle Grazie
Reputo
“Lo stradone” un libro-sfogo, e il suo tratto letterario pare in simbiosi con
gli umori, i ricordi, le passioni, le delusioni dell’autore. Un libro
concitato, scritto come se parlato, con l’uso di una congiunzione volutamente
spinta, scorretta, come la &, quasi a significare un finto menefreghismo,
un’assenza di cura, di interesse per ciò che è stato e che non può essere
mutato. Tutto con l’esagerazione del
pathos. Tutto con l’autoresponsabilità del
protagonista.
Angela Falcone
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Romanzo che intreccia vita e
credo politico con una cupezza senza pari.
Marco Antonio rizzo
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l’autore si dilunga in analisi acute e
spietate di una realtà urbana caratterizzata da degrado sia architettonico che sociale.
Il taglio più da saggio che da romanzo rende faticosa la lettura. Lo stile
narrativo sebbene molto originale e perfettamente adeguato al contesto di
disillusione e immobilismo mi è risultato non piacevole ma gravoso)
Stella Verde
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Impietosa fotografia della
crisi dei valori del nostro tempo, una palude senza speranza
Annalisa Cannata
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Un uomo anziano che osserva
e racconta sia le vicende della strada dove si affaccia la sua finestra sia le
vicende della sua vita costellata da innumerevoli fallimenti.
É il primo libro che leggo
di questo autore e a qualche ora dall’aver letto l’ultima pagina non so ancora
dire se mi é piaciuto o meno.
La lettura delle oltre 400
pagine di questo libro è stata impegnativa e a tratti noiosa. L’autore si perde
in lunghe pagine ricche di descrizioni che secondo me si potevano riassumere in
poche righe.
La curiosità ed il fatto che
non riesco ancora a lasciare i libri a metà sono stati il motore trainante che mi
ha permesso di arrivare alla fine.
Silvana Bonomolo
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Un libro che recupera il valore di una
analisi politica lucida e priva di retorica, con una prosa sicura, propria dei
grandi scrittori, che sa usare le contaminazioni senza renderle superflue. La
palude del nostro tempo vista con occhio lucido
Serena Crifò