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Magia nera di Loredana Lipperini

Bompiani

 

Attraverso i ritratti di dodici figure femminili, donne comuni, emergono le loro caratteristiche intime: desideri, paure, pensieri con cui le protagoniste si muovono nella vita. Il tono della prosa colloquiale induce il lettore a identificarle con la persona della porta accanto e a lasciarsi coinvolgere sul piano emotivo. Attraverso il quotidiano, i racconti travalicano i confini del razionale e sconfinano nell’aspetto fantastico del racconto senza soluzione di continuità. La lettura risulta scorrevole grazie ad un linguaggio immediato con lessico di alta frequenza, sebbene a volte deroghi ai canoni condivisi della bella scrittura.

Stamura Favoino

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Dodici racconti di donne immerse nel mistero, che combattono con i problemi di tutti i giorni, con anni di stanchezza nelle loro vite di bambine, di spose di vecchie. La scrittrice dice: “Racconti che si possono definire appartenenti al fantastico, perché scelgono di non percorrere la strada obbligata del realismo”.

Paola Mattonelli

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Un insieme di racconti, quasi fiabe dei fratelli Grimm, declinate però al femminile con una vena di modernità e scritti in modo impeccabile, che fa tornare anche gli adulti ad essere bambini increduli.  Tutto è un gioco ad incastro fra finzione e realtà, fra la bianca è nuda verità e la nera e oscura magia. Niente streghe né mostri però, solo le speranze e i sogni, che forse potrebbero farsi realtà di dodici semplici donne. Nel viaggio a tappe, emozionante e commuovente, che è la lettura di “Magia Nera” si incontrano piccoli mondi isolati fatti di spettacoli d’illusionismo, consegne in motorino e brevi epifanie. Dove un’apparente vita bilanciata viene lacerata dallo sfaldamento della realtà circostante. ed è proprio qui nel dolore di una separazione o di una perdita, nella realtà che ci aggredisce come uno schiaffo a mano aperta impedendoci di andare avanti, che interviene un tocco magico, uno schiocco di dita come per Mary Poppins, delle pietre colorate sulla libreria a riordinare quel caos ed a riportare il sorriso di una pace riconquistata.

Pierluigi Cara

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Dodici storie di donne nelle varie fasi della vita e con diversi stati d’animo. Le donne e il matrimonio, le donne e la maternità, le donne e la ribellione e in ultimo le donne e i doni della vita. È forse questo il filo conduttore dei dodici racconti: la vita al femminile con tutte le sue sfaccettature e nelle più svariate situazioni in cui l’autrice vuole dare come chiave risolutiva la presenza della magia che comporta un cambiamento. Nel leggere i racconti il lettore è condotto in questa realtà surreale ed è coinvolto in una spiegazione esoterica. In realtà gli accadimenti della vita hanno a volte uno svolgimento che i credenti spiegano con la Fede e che i laici definiscono con un detto romano molto espressivo: “Nella vita ci vuole: testa, testone e il diavolo”, intendendo con le prime la capacità e la disponibilità economica ma con l’ultima un quid indefinito che è fuori da ogni previsione. Il diavolo per i laici o la magia per l’autrice?! Il viaggio nei dodici racconti non risolve il dubbio.

Paola Maddaluno

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Dodici racconti che spaziano dal fantasy all'horror, le protagoniste sono tutte donne umiliate, infelici, derise, abbandonate a sé stesse, prigioniere del passato, malate terminali, ingabbiate in vite monotone a cui viene offerta una magica via d'uscita, a volte estrema, che viene accettata senza domande senza obiezioni senza un sussulto di colpa, come unica possibilità di essere libere.

Maria Francesca Scutellà

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Lipperini è Ancora dalla parte delle bambine. Tutti femminili i personaggi al centro di questi racconti. Ed è questo che li lega. Insieme a un elemento fantastico che irrompe d’improvviso nella quotidianità. Ma più interessante è quello che li differenzia. Il tono, l’atmosfera, l’omaggio dichiarato (talvolta da scoprire) ai grandi scrittori del fantastico. Come queste “bambine” attraversano lo spiraglio che si apre “tra realtà e visione” così il lettore viene invitato a seguirle; perché “sarebbe un peccato non farlo. È un peccato non credere alla magia, in fondo”.

Carla Valente

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L’autrice definisce “i suoi racconti appartenenti al fantastico, perché scelgono di non percorrere la strada obbligata al realismo”. Loredana Lipperini ci rimanda agli scritti fantastici di Anne Saxton e Shirley Jackson.

Quanta magia c’è intorno a noi? Se avessimo la fortuna di trovare qualcosa o qualcuno che ci possa salvare? o meglio se invece fossimo noi ad avere il potere di salvare il mondo? Se potessimo ripensare il futuro? Loredana Lipperini ci racconta il caos in cui viviamo, non predice nulla, descrive le dinamiche di una realtà che ci mostra l’orrore attraverso un sentiero che conduce ad un bivio tra il meraviglioso e il perturbante. La luce crepuscolare che avvolge le dodici protagoniste ci fa avvertire la magia che è dentro di esse: tra il visibile e l’invisibile c’è una crepa che ci fa paura e il compito della letteratura è farci scendere negli inferi come è sempre stato fin dai tempi dei miti classici. Il lettore avverte come un déjà vu, perché le figure sono donne normali con le loro paure, frustrazioni, rabbia, depressioni, solitudini che non fanno altro che sottolineare chi siamo.

Elisabetta Gianello

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