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María di Nadia Fusini

Einaudi

 

Per le impressioni psicologiche coinvolgenti che il libro comunica, per l'approfondimento meticoloso e sincero di una storia - pur rivisitata - tratta dalle cronache di decine di anni fa e purtroppo ancora e ancora d'attualità, ho scelto Maria di Nadia Fusini. Maria è sposata con un uomo che la maltratta, la umilia e le usa violenza, ma lei non perde la sua umanità. Rimane incinta e quando il marito la obbliga a lasciare il bambino per un'eventuale adozione, lei trova il coraggio di denunciarlo anche di un delitto efferato che lui aveva commesso mesi prima. Nadia Fusini è brava a creare il respiro, la pausa necessari a riflettere sul dolore, sulla psicologia e sull'anima della protagonista e di chi entra in contatto con lei. Il mare delle Egadi è descritto con tratti precisi affascinanti.

Rita Venturi

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Lo scritto di Nadia Fusini ha attirato in particolare la mia attenzione per la descrizione accurata e puntuale di una figura di donna estremamente complessa nelle sue emozioni e sensazioni. Leggendo le parole della scrittrice mi sono immedesimata con molta facilità nella storia di María e mi sono lasciata trasportare a pieno dalla storia, anche grazie allo stile estremamente chiaro e scorrevole dell'autrice, asciutto ma allo stesso tempo coinvolgente e pieno di sfumature. È stata una lettura molto intima, delicata e profonda.

Ilenia Bruni

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María è una donna piena di amore che incontra, nel suo rapporto con Giovanni, la bestialità della violenza. Non si contamina come spesso accade quando si vive a contatto con il male, quello di cui fa esperienza è lo strazio dell'anima...che non trova parole per descrivere ciò che le accade. Lei stessa afferma 'ci vuole una forza speciale per lasciarsi espropriare di tutto e continuare a vivere'. È la nascita del figlio che Giovanni disconosce a consegnarle intatta la forza di ribellarsi per proteggere questa nuova vita. Nadia Fusini ci consegna una figura di ragazza che sa attraversare il dolore, farsene lacerare, ma uscirne mutata in una donna responsabile e forte.

Giuseppina Tortorella

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Ho letto con piacere il libro della Fusini in meno di due giorni e già mi preparavo a scrivere due righe per motivare la scelta di Maria quale libro preferito ,poi ho iniziato Outsiders2 di Accatino ,autore a me sconosciuto ,e già dalla prima storia sono stata completamente catturata da questo caleidoscopio di storie di artisti ,scritte come veri e propri racconti brevi ,alcuni tristi altri ironici .Mi è sembrato di scorgere in tutte queste storie uno sguardo indulgente dell'autore quasi una voglia di risarcimento per questi uomini e donne (e animali) tanto geniali, penso ad Hilma af Klint antesignana dell'astrattismo, ma maledetti come la povera Jeanne Hébuterne o Jorge Selarón e molti altri segnati da una precoce tragica fine. Di alcuni si intuisce che l'oblio sia stato pietosamente steso sulla loro vita come un velo a celare malformazioni, aspetti psicopatologici della loro mente o anche solo per tendenze sessuali stigmatizzate dalla società. Meteore sconosciute al grande pubblico, altre conosciute ma con storie personali cosi tristi da essere presto dimenticate, come Arshile Gorky... ora mi sto dilungando, ma è perché il libro mi ha entusiasmato e penso che lo comprerò e lo regalerò.

Paola Marazzi

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L’ho scelto innanzitutto per la qualità della scrittura molto armoniosa che si adegua via via al ritmo del racconto e anche perché è la storia sempre attuale di una donna che presa dalla passione (soprattutto erotica) tralascia i primi segnali della possessività dell’amato che inevitabilmente sfocerà in violenza, prima verbale e poi fisica. Non mi ha invece convinto l’espediente narrativo del diario lasciato nelle mani del poliziotto(uomo)e non in quelle magari della psicologa (donna) o, meglio ancora, del figlio. In fondo se lei è riuscita a salvarsi da quella spirale di violenza è stato proprio grazie all’amore per il figlio.

Marina Barba

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Marìa narra la redenzione di una donna che grazie alla forza vitale e totalizzante della maternità si oppone alla violenza distruttiva del possesso. Nadia Fusini indaga, con una scrittura intima - che ricorda Elsa Morante - e con un movimento di avvicinamento progressivo, il meccanismo di complicità che lega perversamente la vittima al suo carnefice. Ribaltando i cliché legati all’oscuro fascino della malvagità, il romanzo mostra la banalità del male e la complessità e imponderabilità del bene. Il racconto costituisce anche una sensibile metafora della condizione intellettuale dello scrittore, in bilico tra il distacco del testimone/osservatore e il desiderio di smarrire se stesso nelle vite degli altri. Grazie per l'opportunità: leggere è sempre un'avventura appassionante.

Paola Ceccopieri

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