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Mio fratello Carlo di Enrico Vanzina

Harper & Collins

 

Enrico, fratello maggiore, e Carlo sono stati uniti per circa sessant'anni di vita, anche professionalmente. Enrico sceneggiatore e scrittore, Carlo regista ma il loro rapporto viene spezzato da un male incurabile. Ho avuto una vita meravigliosa, così dice Carlo ad Enrico dopo aver saputo che gli resta poco tempo di vita a causa di un melanoma e nel giro di un anno Enrico deve accettare la scomparsa del fratello, con rabbia e con infinito amore. Dei ricordi del passato e del presente del loro rapporto lascia una traccia nel futuro scrivendo Mio fratello Carlo, la drammatica crudezza della scoperta e del decorso della malattia che ha colpito Carlo è lenita dal suono di parole che intonano le note di un inno alla fratellanza, al dolore, alla fede, all'amicizia, all'amore; un inno alla luce oltre la morte. Parole prodotte da vibrazioni di tanto forte intensità quanto di breve durata da sciogliere le emozioni in lacrime. Tutto ciò aiuta il lettore a superare l'impatto iniziale alla lettura, doloroso perché amici cari o familiari sono stati portati via dalla malattia.

Marisa Gallo

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Mettere a nudo i sentimenti umani in modo così estremamente appassionato, è un inno all'amore, fraterno e non solo. Toccante, commovente e di grande umanità.

Emilio Ponsini

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È definito romanzo ma in realtà è il racconto, vero, della malattia e delle inutili terapie che portarono alla morte di Carlo Vanzina.

Egli, come il fratello e autore del libro, era un personaggio dello spettacolo molto noto ma questo aspetto della sua vita non è, secondo me, da condividere con il pubblico.

La riservatezza deve essere un valore da rispettare e in questo libro ho visto ostentare un dolore che non dovrebbe essere condiviso con estranei. Forse l'autore pecca di protagonismo.

Paola Quarteroni

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“Ci vogliono due uomini per fare un fratello” Israel Zangwill Il libro inizia così e mai citazione fu più veritiera. Enrico Vanzina ci conduce pagina dopo pagina a scoprire il profondo legame che unisce i due fratelli fin dalla tenerissima età. Legame simbiotico dal punto di vista affettivo ed anche professionale, ambito nel quale i Fratelli Vanzina hanno manifestato le loro diverse attitudini e ottenuto successi e riconoscimenti. Nella narrazione dei lunghi mesi che precedono la morte del fratello, il presente e il passato si mescolano.

Affiorano ricordi di vita familiare con il padre Steno ed incontri con personaggi che hanno caratterizzato la cinematografia italiana dagli anni dal dopoguerra ad oggi.

Ma il libro è soprattutto un tributo d’amore al fratello scomparso. Amore che si manifesta quando Carlo si ammala e lentamente si fa strada la consapevolezza della inesorabilità di una malattia contro la quale nessuno può fare nulla.

Sarà la fede in Dio sa sostenere i due fratelli in questo percorso di sofferenza e di separazione, in particolare per Carlo che non perde la speranza e solo all’ultimo si arrende all’ineluttabile fine.

La riflessione su Dio di Dostoevskij e Tolstoj aiuterà Enrico ad accettare il destino del fratello e a comprendere che “la speranza è un atto di sottomissione al mistero e che Dio è mistero”.

Andreina Pasini

 

 

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