Mio padre era
comunista di Luca Martini
Morellini
È una lettura a volte spiritosa , altre più drammatica ;il suo continuo
viaggio tra passato e presente ed uno scontro continuo con il suo interiore ,
un uomo apparentemente di successo ma nel suo animo a causa del suo vissuto
convivono in lui molti demoni ( è un qualcosa che accomuna molti verso i 50
anni di vita ,quando si fanno un po’ i bilanci della propria esistenza ( nel
bene e nel male)i successi , i fallimenti , le delusioni che esse
siano lavorative ,amorose o di tipo familiare. Un grande scrittore ed il suo
spirito ti entra vivo nell’anima a volte con la sua irrequietezza ed altre con
il suo humor. Lettura assolutamente consigliata.
Giulia Bisogni
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Ho trovato
interessante seguire i cambiamenti nel "sentire" dagli anni 70 in poi
nel libro di Luca Martini, "Mio padre era comunista". Credo che
l'autore descriva sinceramente e con dettagli i conflitti ancora irrisolti che
accompagnano l'Italia degli ultimi 50 anni, anche se il libro è ambientato a
Bologna. Purtroppo, non sono riuscita a entrare in empatia con Virginio, il
protagonista.
Isabel Torres Carrilho
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Nonostante il titolo, la copertina di forte impatto visivo e
l'apparente connotazione politica, si tratta di un “romanzo di formazione” alla
soglia dei quaranta(!) anni del protagonista.
Virginio, manager di
successo, scopre per caso la seconda vita dell'ingombrante e detestato
genitore, morto suicida ed intransigente uomo di partito. La scoperta cambia
del tutto la visione che Virginio aveva della vita, con risvolti anche comici,
in una Bologna contemporanea e un po' turistica, cosi diversa dalla città anni
'70 della sua infanzia che in fondo un po' rimpiange. Si tratta di un romanzo
in realtà intimistico ed introspettivo, sorprendente anche per i richiami alla
musica, con annessa playlist su Spotify.
Questo permette di agganciare il testo alla nostra realtà multimediale e apre a
nuove idee e nuove possibilità di scrittura.
Flaminia Kojanec Carafa
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